Rifiuti urbani e raccolta differenziata: qual è l’andamento in Italia?
A cura della redazione
Una recente pubblicazione ISTAT dimostra quali sono i comportamenti e il riscontro dei cittadini in merito alla raccolta differenziata dei rifiuti negli anni 2020 – 2021.
Con il lockdown è diminuita la produzione dei rifiuti rispetto al 2019 ma è contestualmente aumentata la quota di raccolta differenziata: sono più del 90% le famiglie che dichiarano di aver sempre effettuato la raccolta differenziata nel 2021.
Cosa tratta
Il report pone l’attenzione su un argomento particolarmente delicato in questi ultimi anni in cui l’attenzione all’ambiente è diventata il fulcro di tutte le politiche nazionali e internazionali: la produzione di rifiuti urbani e la raccolta differenziata.
La pandemia ha giocato a favore della riduzione della quantità di rifiuti urbani prodotti pro capite, passando da una media di 502,7 kg del 2019 a 487,0 kg del 2020. La flessione si è riscontrata in tutte le ripartizioni, in modo più consistente nel Centro (-5,4 %), a seguire nel Nord (- 3,4%) e infine nel Mezzogiorno (-2,6%).
In controtendenza invece la raccolta differenziata, che è aumentata nel 2020 rispetto al 2019, anche se non in linea con l’aumento atteso. La Provincia di Trento, tra le poche ad avere un lieve calo su questo aspetto, svetta comunque tra le Regioni grazie alla quota più alta di raccolta differenziata e una produzione di rifiuti urbani pro capite inferiore alla media nazionale.
Il punto nevralgico è costituito dai centri di area metropolitana (Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Cagliari) in cui, nonostante il calo dei rifiuti urbani nel 2020, si registra il valore pro capite più alto di rifiuti prodotti rispetto alla media nazionale e quello più basso di raccolta differenziata.
È importante sottolineare come nei comuni fuori dalle aree metropolitane invece, al crescere della dimensione demografica aumenti anche la quantità di rifiuti urbani prodotti per abitante ma si raggiungano anche valori molto alti di raccolta differenziata.
Dal 1998, anno in cui l’Istat ha iniziato a rilevare i comportamenti e le opinioni delle famiglie sulla raccolta differenziata, una percentuale sempre più alta dichiara di effettuare “sempre” la differenziazione di tutti i tipi di rifiuti, per effetto:
- dei provvedimenti normativi;
- della maggiore sensibilità ambientale;
- della crescente disponibilità del servizio di raccolta porta a porta in molti comuni (73% di famiglie servite nel 2021 rispetto al 66% del 2019).
Anche le stazioni ecologiche, presenti in modo eterogeneo su tutto il territorio, sono utilizzate da sempre più famiglie: il 54% nel 2021 contro il 49,2% del 2018 con una prevalenza nel Nord e nel Centro. I rifiuti maggiormente conferiti sono gli apparecchi elettrici ed elettronici (cosiddetti RAEE) seguiti dai rifiuti ingombranti.
La posizione dell’Unione Europea in materia incentiva la prevenzione e riduzione dei rifiuti attraverso buone pratiche e il riuso, seguite dalla preparazione al riutilizzo e riciclaggio, da altri tipi di recupero (ad es. energetico) e, infine, dallo smaltimento di rifiuti non riciclabili. Il ruolo delle amministrazioni comunali è proprio quello di garantire l’applicazione di quanto appena descritto nei territori di competenza e implementare i servizi per un corretto conferimento.
Quando entra in vigore
Tale report rappresenta un importante strumento informativo che fornisce dati quantitativi sull’andamento e la percezione dell’importanza della raccolta differenziata tra le persone.
Ogni numero e percentuale riportata dovrebbe dare una spinta motivazionale immediata volta al miglioramento continuo.
Indicazioni operative
Le politiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti urbani più diffuse in alcuni Comuni e che possono essere continuamente implementate anche negli altri sono:
- buone pratiche in uffici, scuole e nidi comunali, come la riduzione dell’uso di carta o plastica;
- iniziative per promuovere l’approvvigionamento di acqua potabile di qualità in spazi pubblici (casette dell’acqua);
- uso di stoviglie biodegradabili o lavabili in sagre o eventi;
- diffusione di mercatini dell’usato, punti di scambio o centri di riuso;
- azioni per ridurre gli sprechi alimentari, come l’applicazione di riduzione tariffarie alle utenze non domestiche che devolvono in beneficienza generi alimentari non deteriorati o prodotti dismessi;
- riduzione della tariffa alle utenze domestiche che praticano il compostaggio;
- campagne di sensibilizzazione ambientale.
In allegato Report Istat “RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI: COMPORTAMENTI E SODDISFAZIONE DEI CITTADINI E POLITICHE NELLE CITTÀ | ANNI 2020-2021”
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