Ratei di pensione indebiti dopo il decesso del pensionato
A cura della redazione

E' perseguibile a querela dell'Inps il reato di appropriazione indebita da parte del contitolare del conto corrente che incassa indebitamente i ratei del pensionato cointestatario deceduto.Così ha precisato l’Inps col messaggio dell’11 aprile 2025 n. 1252 in relazione mutato indirizzo giurisprudenziale da parte della Cassazione.Infatti, la Corte di cassazione (da ultimo sentenza 10935/2025), che ha ritenuto appropriazione indebita la percezione non dovuta di ratei di prestazioni disposte dopo il decesso del relativo titolare da parte di cointestatari del conto corrente ovvero di delegati ad operare sul conto.Da qui sorge l’interesse dell’Inps rispetto a una questione con sbocchi penali in quanto il nuovo indirizzo obbliga le Sedi territoriali dell’Inps a presentare querela all'Autorità Giudiziaria competente nei termini e nelle forme di cui agli artt. 120 e ss. del codice penale, entro 3 mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato, cioè dell’indebita percezione dei ratei di pensione intestata al pensionato defunto.E’ appropriazione indebita anche la percezione dei ratei di pensione ai superstiti da parte del beneficiario che ometta di comunicare all'INPS il proprio nuovo matrimonio.In ogni caso, anche nel caso di omessa querela, il diritto all'azione civile per il recupero delle somme indebitamente percepite nei confronti dei responsabili.Invece, il reato truffa, collegato alla percezione indebita da parte del delegato allo sportello di ratei post mortem del titolare, sulla base del rilascio all’ente pagatore di una dichiarazione mendace sull’esistenza in vita del titolare della prestazione, è perseguibile d’ufficio.Pertanto, ciò sottrae all’Inps l’onere di attivare la querela di parte.
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