Ramadan e tutela della salute e sicurezza dei lavoratori
A cura della redazione
Come ogni anno il periodo del Ramadan è arrivato, quali misure può intraprendere il datore di lavoro per assicurare la salute e sicurezza dei suoi lavoratori?
Cosa tratta?
Domenica 10 marzo è iniziato il mese sacro dei musulmani e durerà fino a martedì 9 aprile, mese in cui gli aderenti alla religione islamica praticano il digiuno (Sawm) dall'alba al tramonto.
Secondo gli ultimi dati della Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), al 1° gennaio 2023 i fedeli musulmani residenti in Italia sono quasi 1,5 milioni (pari al 29,8% del totale degli stranieri residenti), dunque un numero considerevole di possibili lavoratori.
Pertanto, ogni datore di lavoro deve tener presente gli effetti del Ramadan sui lavoratori musulmani con particolare riferimento alle prestazioni lavorative che prevedono un rilevante sforzo fisico o attività all’esterno in condizioni meteo particolari (caldo, ad esempio) che potrebbero aumentare il rischio di malori durante il lavoro.
Quando?
Per l’anno 2024 il Ramadan va dal 10 marzo al 9 aprile.
Indicazioni operative
È necessario tenere conto di questa pratica religiosa a livello organizzativo aziendale, infatti, in generale, il datore di lavoro deve rispettare le opinioni e le credenze religiose dei proprio dipendenti.
Il datore di lavoro dovrebbe segnalare al Medico Competente i lavoratori che osservano questa pratica, quantomeno quelli di cui è a conoscenza, al fine di prevenire effetti avversi nei soggetti maggiormente sensibili al digiuno (malattie metaboliche, cardiopatie, epatopatie, turbe endocrine, anziani, particolari trattamenti terapeutici..).
Dovrebbe inoltre, predisporre un piano di lavoro per garantire una distribuzione dei carichi di lavoro che tenga conto del digiuno dei propri lavoratori. Ad onor del vero, il datore di lavoro non è tenuto ad adeguare l’orario di lavoro dei dipendenti che praticano il Ramadan, ma se questo risulta possibile, senza pregiudicare il corretto funzionamento dell’azienda, perché non venire incontro ai lavoratori interessati?
Il datore di lavoro dovrebbe favorire momenti di recupero durante la giornata lavorativa, magari fornendo acqua, bevande, sali minerali, ecc…
Gli altri protagonisti nella gestione di questa situazione particolare sono proprio i lavoratori interessati, infatti, sarebbe fortemente raccomandato informare preventivamente il datore di lavoro di tale scelta al fine di consentire la programmazione di attività lavorative consone e idonee a garantire la loro salute e sicurezza. Ma non solo, risulta ancor più importante che essi osservino le disposizioni e le istruzioni impartitegli dal datore di lavoro, poiché, alcuni comportamenti scorretti possono aumentare i rischi per la salute e sicurezza.
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