Il Ministero del lavoro, con la nota prot. 14362 del 02/09/2009, ha precisato che il ricorso avverso i provvedimenti di cui all'art. 17 del Dlgs 124/2004 può essere presentato al Comitato regionale per i rapporti di lavoro solo dal soggetto cui è stato notificato l'atto impugnato che ha un interesse concreto ed attuale alla rimozione del provvedimento stesso entro e non oltre 30 giorni dalla sua notificazione.
Il ricorso è ammesso solo quando le eccezioni riguardino la sussistenza e/o la qualificazione del rapporto di lavoro. Rimangono quindi escluse le altre motivazioni (ad esempio i vizi di procedimento, le quantificazioni delle sanzioni contestate o i recuperi dei contributi e dei premi).
Più precisamente il ricorso può avere ad oggetto solo: gli atti di contestazione/notificazione degli illeciti amministrativi emanati dalla DPL, le ordinanze ingiunzioni delle Direzioni provinciali del lavoro, i verbali di accertamento degli istituti previdenziali e assicurativi per cui sussiste la contribuzione obbligatoria.
Non sono quindi ricorribili i verbali delle Direzioni provinciali del lavoro anche se contengono il provvedimento di diffida, i certificati di variazione delle PAT emessi dall'INAIL, le note dell'INPS contenenti avvisi di pagamento, le comunicazioni con cui si notifica all'obbligato in solido la sussistenza  di un adempimento nei confronti degli Istituti previdenziali, a seguito di accertamenti compiuti nei confronti dell'obbligato principale.
Il Ministero del lavoro ha inoltre precisato che non è sufficiente ai fini dell'ammissibilità del ricorso la mera asserzione dell'insussistenza o della diversa qualificazione del rapporto di lavoro, occorre invece fornire l'indicazione e l'illustrazione più completa dei motivi addotti, allegando gli atti ritenuti più idonei a sostenere le ragioni del ricorrente.
La nota ministeriale conclude ricordando che è disponibile il numero di telefono 667973408 per eventuali informazioni e chiarimenti in materia.