Secondo il Rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) “Prospettive occupazionali e sociali nel mondo: Tendenze 2023”, il rallentamento della crescita dell’occupazione a livello globale e la riduzione delle condizioni di lavoro dignitose rischiano di compromettere la giustizia sociale.

Cosa tratta

È facile pensare che, visto l’andamento della pandemia degli ultimi mesi, il peggio sia passato. Eppure l’impatto sociale del Covid-19 lo stiamo iniziando a quantificare solo ora, ed è solo l’inizio.

La pandemia ha spazzato via in un batter d’occhio i progressi fatti prima del suo arrivo in ambito di occupazione e giustizia sociale.

Ci troviamo in una fase di stallo, in gergo tecnico “stagflazione”, ovvero un’elevata inflazione e una contemporanea scarsa crescita dell’economia: le tensioni geopolitiche emergenti, il conflitto ucraino, la ripresa disomogenea e le continue interruzioni della catena di approvvigionamento ne hanno creato le basi.

Questo rallentamento dell’economia mondiale con un conseguente aumento del costo della vita rischia di costringere un numero sempre maggiore di lavoratori ad accettare un lavoro di scarsa qualità, con una bassa retribuzione, senza stabilità, tutele e coperture, accentuando le disuguaglianze emerse già con la crisi da Covid-19.

Per il 2023 l’ILO stima una crescita dell’occupazione su scala mondiale dell’1%: meno della metà del tasso di crescita del 2022 che si attestava al 2,3%. La disoccupazione nel mondo dovrebbe aumentare di circa 3 milioni raggiungendo i 208 milioni (corrispondenti a un tasso globale di disoccupazione del 5,8 %).

L’andamento dell’occupazione potrà essere diverso nei diversi Paesi:

  • l’Africa e gli stati Arabi dovrebbero registrare una crescita del 3% circa anche se, con la crescita della popolazione in età lavorativa, i tassi di disoccupazione potrebbero registrare solo un lieve calo;
  • In Asia e Pacifico e in Ameria Latina e Caraibi, la crescita annua dovrebbe aggirarsi attorno all’1%;
  • In America del Nord non sono previsti aumenti occupazionali e di conseguenza aumenterà la disoccupazione;
  • In Europa e in Asia centrale, particolarmente colpite dal conflitto Ucraino, l’occupazione dovrebbe diminuire ma i tassi di disoccupazione dovrebbero aumentare solo leggermente a causa di una limitata crescita della popolazione in età lavorativa.

È in questo contesto che il lavoratore non ha di fronte a sé molte possibilità di scelta se non quella di accontentarsi di lavori poco remunerativi e insoddisfacenti.

Le donne e i giovani registrano i risultati peggiori nel mondo del lavoro: a livello globale, il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro si è attestato al 47,4 % nel 2022, rispetto al 72,3 % degli uomini. Questo divario di 24,9 punti percentuali significa che l’inattività colpisce le donne in misura doppia rispetto agli uomini.

I giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni incontrano gravi difficoltà nel trovare e mantenere un lavoro dignitoso: il loro tasso di disoccupazione è tre volte superiore a quello degli adulti. Più di un giovane su cinque (o il 23,5 per cento) non lavora, non studia e non frequenta un corso di formazione (NEET).

Quando entra in vigore

La pubblicazione tratta delle prospettive occupazionali e sociali nel mondo per il 2023.

Indicazioni operative

A commentare la ricerca è il direttore generale dell'Ilo, Gilbert F. Houngbo: "Il bisogno di maggiori opportunità di lavoro dignitoso e quello di realizzare la giustizia sociale è evidente e urgente. Ma se vogliamo affrontare queste molteplici sfide, dobbiamo lavorare insieme per creare un nuovo contratto sociale su scala mondiale. L’ILO si impegnerà nella promozione di una coalizione mondiale per la giustizia sociale a supporto di politiche che ci preparino al futuro del lavoro". 

 

Si rimanda alla pubblicazione ILO in allegato “World Employment and Social Outlook: Trends 2023” per tutti i dettagli.