È stata approvata, nel Consiglio dei Ministri del 4 dicembre 2011, la bozza del nuovo decreto legge anti-crisi (c.d. Manovra Monti). In sintesi, si riportano, di seguito, le principali novità in materia di lavoro:

- Per ciò che concerne le pensioni, viene previsto, per tutti, il metodo contributivo pro-rata. Viene istituita una fascia di flessibilità che premia, con assegni più elevati, chi sceglierà di andare in pensione più tardi. Chi, invece, andrà in pensione “anticipata”, prima della soglia dei 62 anni, dall’1.1.2012, avrà una penalizzazione sulla quota liquidata con il retributivo, del 2% ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento prima della suddetta soglia.

Viene cancellata, in pratica, la pensione di anzianità, sostituita dalla c.d. pensione anticipata: si potrà andare in pensione solo se si avrà maturato un’anzianità contributiva di 42 anni e un mese nel 2012, 42 anni e due mesi nel 2013 e 42 anni e 3 mesi nel 2014.

I lavoratori autonomi andranno in pensione a 66 anni a partire dal 1° gennaio 2012. Le lavoratrici autonome andranno, invece, in pensione a 63 anni a 6 mesi dal 1° gennaio 2012, a 64 anni e 6 mesi dal 1° gennaio 2014, a 65 anni e 6 mesi dal 1° gennaio 2016 e a 66 anni dal 1° gennaio 2018.

Aumentano le aliquote contributive per i lavoratori artigiani e i commercianti iscritti alla gestione autonoma dell’Inps (+ 0,3 punti percentuali ogni anno, fino a raggiungere il 22%);

- Aumenta, ancora una volta, l’IVA, che passerà dal 21% al 23% nel corso del secondo semestre del 2012;

- È previsto il potenziamento del Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese;

- Le imprese potranno dedurre l’Irap, per la quota relativa alle spese per il personale dipendente e assimilato, dall’Ires e dall’Irpef. L’Irap verrà sgravata anche in caso di assunzione di giovani e donne;

- Per ciò che concerne professioni e liberalizzazioni, viene ribadito quanto tracciato dal decreto di Ferragosto (in attesa di attuazione) in materia di tariffe minime e riforma degli ordini. Viene, inoltre, liberalizzata la vendita dei farmaci di classe C (cioè quelli a pagamento), che entro certi limiti potranno essere venduti anche nelle parafarmacie.