Le polveri sul posto di lavoro possono essere pericolose per la salute dei lavoratori. Possono essere generate da una varietà di processi, tra cui la macinazione di minerali, la manipolazione di prodotti polverosi e la lavorazione del legno. Soprattutto le polveri possono essere inalate e penetrare nell'apparato respiratorio, dove possono causare danni. I rischi per la salute associati alle polveri variano a seconda della loro natura e dimensione. Le polveri si distinguono tra quelle senza effetto specifico, che possono causare “solo” sovraccarico polmonare, e polveri con effetto specifico che invece possono causare patologie più gravi, come la silicosi e il cancro ai polmoni. In ogni caso, la prevenzione dei rischi legati alle polveri è sempre più importante per proteggere la salute dei lavoratori.

Cosa tratta :

In ambiente di lavoro, le polveri possono essere provocate da numerose cause e lavorazioni: trasformare prodotti minerali, macinare prodotti alimentari, utilizzare e manipolare polveri nei processi. Le polveri sono costituite da particelle solide disperse in aerosol presenti sul posto di lavoro. Vengono generati principalmente durante la manipolazione di materiali polverosi (polveri, minerali, ecc.), durante lavorazioni principalmente meccaniche (frantumazione, macinatura, perforazione, levigatura, lucidatura, ecc.) che utilizzano materiali in origine solidi. Possono anche derivare dalla risospensione (a causa di flussi d'aria, vibrazioni, transiti, ecc.) di particelle depositate sulle superfici.  Il termine “polvere” si applica a tutti i materiali, compresi i nanomateriali. In ambiente di lavoro troviamo polveri minerali (calcare, silice, vetro, amianto, marmi e graniti, ossidi e altri composti di metalli diversi, ecc.), polveri metalliche (acciaio al carbonio, acciaio inossidabile, zinco, rame, bronzo, ecc.) o polveri organiche (legno, farina , cotone, materiali plastici, escrementi di pollame, ecc.).Altre categorie di aerosol presenti negli ambienti di lavoro sono, ad esempio, i fumi (emissioni di motori diesel, altiforni, bitume, ecc.), nebbie (olio, fluidi da taglio, ecc.) e bioaerosol (batteri, muffe, virus, composti e frammenti microbici).La gamma dimensionale delle particelle di polvere va da poche decine di nanometri (10 -2 µm) fino a 100 µm che è il limite superiore per definire un aerosol.Come tutte le categorie di aerosol, le polveri possono essere inalate e penetrare più o meno profondamente nelle vie respiratorie.

E’ importante distinguere, in relazione ai potenziali effetti sulla salute, le tre frazioni di aerosol:

  • La frazione inalabile : frazione di particelle di aerosol presenti nella zona respiratoria con la probabilità di essere inalate attraverso il naso o la bocca;
  • La frazione toracica : frazione di particelle di aerosol che vengono inalate e che penetrano nell'albero respiratorio oltre la laringe. Le particelle con diametro aerodinamico di 10 µm hanno una probabilità di penetrazione del 50%;
  • La frazione alveolare : frazione di particelle di aerosol che vengono inalate e che penetrano nell'albero respiratorio oltre i bronchioli non ciliati. Le particelle con un diametro aerodinamico di 4 µm hanno una probabilità di penetrazione del 50%.

Le polveri, una volta inalate, possono provocare rischi più o meno gravi per la salute dei lavoratori esposti, anche in tempi relativamente rapidi. Le soluzioni per prevenire impatti significativi sulla salute dei lavoratori, devono tenere conto del tipo e della natura delle polveri in questione. In base al tipo, alla composizione, ma anche delle dimensioni delle particelle che costituiscono le polveri, possono essere inalate e penetrare più o meno profondamente nell’ apparato respiratorio e depositarsi. Una volta in sede polmonare, possono provocare effetti nocivi sulla salute, indipendentemente dalla loro natura.

In linea generale le polveri si possono attualmente distinguere in due macro categorie :         

  1. Polveri senza effetto specifico.
  2. Polveri che provocano patologie specifiche.


È importante notare che la prevenzione dei rischi legati alle polveri deve essere attuata per proteggere la salute dei lavoratori, anche se alcune polveri ad oggi, non sembra che possano provocare patologie specifiche. Gli studi e le conoscenze mediche di igiene ambientale, sono in costante e continua evoluzione. Quello che non era pericoloso anche solo dieci anni fa, ad oggi in alcuni casi può essere classificato come tale. Il pensiero corre subito alle polveri di metalli pesanti, come il piombo, il mercurio e il cadmio, sono sempre state considerate pericolose, ma negli ultimi anni sono state riconosciute come ancora più dannose di quanto si pensasse in precedenza. Queste polveri possono essere inalate o ingerite e possono causare una serie di problemi di salute, tra cui danni al sistema nervoso, al sistema riproduttivo e ai reni.

Approfondiamo le due macrocategorie.

1.Le polveri senza effetto specifico (PSES)

Sono polveri che, allo stato attuale delle conoscenze, possono provocare solo sovraccarico polmonare. Il sovraccarico polmonare è una condizione in cui i polmoni si infiammano e si rigonfiano a causa dell'esposizione a polveri. Intervengono sintomi come tosse, difficoltà respiratorie e dolore al petto. Le PSES sono generalmente polveri di natura minerale o organica. Alcuni esempi di PSES includono:

  1. Polveri di calce, gesso e cemento
  2. Polveri di farina, zucchero e altri alimenti
  3. Polveri di legno, cotone e altri materiali organici

La prevenzione dei rischi legati alle PSES si basa principalmente sull'eliminazione o la riduzione della generazione di polvere alla fonte. Questo può essere fatto utilizzando attrezzature e processi che riducono la generazione di polvere, come sistemi di aspirazione o chiusure per le apparecchiature. Inoltre, è importante fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati, come maschere antipolvere. I DPI possono aiutare a ridurre l'esposizione dei lavoratori alle polveri. La valutazione dei rischi polvere è un passaggio importante per identificare le misure di prevenzione appropriate, e deve prendere in considerazione la natura e la quantità di polvere generata, la durata e l'intensità dell'esposizione dei lavoratori, e i fattori individuali di rischio dei lavoratori. Può essere coadiuvata da indagini ambientali sul campo, tese a misurare le concentrazioni. Gli esiti della valutazione dei rischi e delle misurazioni, decidono le misure di prevenzione e protezione che devono essere implementate per ridurre l'esposizione dei lavoratori alle polveri, sulla base del livello di rischio identificato e valutato.

2. Le polveri che provocano patologie specifiche

Sono polveri che, oltre al sovraccarico polmonare, possono causare altre patologie, come la silicosi, l'asbestosi e/o il cancro ai polmoni. Gli esempi sono tristemente noti e ben conosciuti : silice, amianto, polveri di carbone attivo o meno, polveri di metalli pesanti (piombo, arsenico, cadmio), polveri di fibre inorganiche (lana di vetro, lana di roccia, fibre ceramiche). La prevenzione dei rischi legati alle polveri che provocano patologie specifiche si basa principalmente sull'eliminazione o la riduzione della generazione di polvere alla fonte. Questo può essere fatto utilizzando attrezzature e processi che riducono la generazione di polvere, come sistemi di aspirazione e/o chiusure/confinamenti per le apparecchiature più polverulente. Inoltre, rimane di primaria importanza fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati al rischio residuo presente. I DPI possono aiutare a ridurre l'esposizione dei lavoratori alle polveri, se ben scelti, distribuiti, manutenuti ed usati regolarmente. Anche in questo caso, la valutazione dei rischi polveri è un passaggio obbligatorio e importante per identificare le misure di prevenzione appropriate e prendere in considerazione la natura e la quantità di polvere generata, la durata e l'intensità dell'esposizione dei lavoratori, e i fattori individuali di rischio. In questi casi sono necessarie indagini ambientali e misurazioni personali sugli operatori, mirate a quantificare i livelli di inquinante presente. Il risultato del processo valutativo e delle indagini in campo, guida la scelta delle misure di prevenzione e protezione che devono essere necessariamente implementate sulla base del livello di rischio identificato e ponderato. La normativa appare stratificata nel corso degli anni e prevede disposizioni che man mano si sono accumulate, con l’aumentare delle conoscenze e delle evidenze scientifiche in materia. Di recente revisione risulta infine tutta la dottrina delle polveri degli agenti chimici cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione (CMR), come la polvere di piombo, e per quelle derivanti da processi cancerogeni, come la polvere di legno o la silice. Più le polveri sono pericolose, e più severe e restrittive sono le norme di prevenzione da seguire a tutela dei lavoratori. Gli aggiornamenti normativi in questo senso, sono numerosi.

Prevenzione e rischi

Le polveri senza effetti specifici (PSES) allo stato attuale delle conoscenze, quando inalate soprattutto ad alte concentrazioni, possono saturare le capacità depurative dei polmoni e sul lungo termine si possono riscontrare patologie ostruttive come la BCPO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) o la fibrosi polmonare. Le polveri che invece possono causare patologie, possono colpire sia le vie respiratorie che altri organi. Spesso si dimentica che le particelle inalate possono entrare nell’ organismo, ad esempio il piombo e i suoi composti che passano direttamente nel sangue causando saturnismo. Le polveri infine spesso sono combustibili e polveri ritenute innocue e/o PSES (farina, zucchero, legno, metalli, ecc) possono formare nubi esplosive a concentrazioni elevate. Peraltro livelli di concentrazione elevati, sono facilmente riscontrabili in operazioni molto comuni come lo scarico dei prodotti oppure la pulizia dei filtri.

Indicazioni operative

Valutare i rischi causati dalla polvere 

Come per qualsiasi approccio preventivo, la prevenzione dei rischi legati alla polvere inizia con una valutazione del rischio. Ciò deve tenere conto in particolare:

  • La pericolosità delle polveri eventualmente presenti nelle diverse postazioni di lavoro;
  • I livelli di esposizione alle polveri nei posti di lavoro interessati
  • Eliminare i rischi causati dalla polvere

Occorre innanzitutto cercare di sostituire i prodotti pericolosi con altri meno pericolosi o che emettono meno polveri.

  • Ciò può essere ottenuto, ad esempio, quando si fabbricano prodotti (ad esempio vernici) utilizzando polveri sospese in acqua anziché polveri secche.

Ridurre l’esposizione al livello più basso possibile utilizzando mezzi di prevenzione collettiva Questo può essere fatto:

  • Catturando le polveri alla fonte su macchine per la lavorazione del legno, piallatrici stradali, macchine portatili come seghe circolari per il taglio del legno in cantiere, ecc.;
  • Abbattendo la polvere : spruzzando acqua, ad esempio sulle motoseghe utilizzate per tagliare i cordoli.


Ecco alcuni suggerimenti per la prevenzione dei rischi legati alle PSES:

  1. Eliminare o ridurre la generazione di polvere alla fonte.
  2. Isolare le fonti di polvere.
  3. Utilizzare attrezzature e processi che riducono la generazione di polvere.
  4. Fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati.
  5. Effettuare una valutazione del rischio polveri e implementare misure di prevenzione adeguate.

Ecco alcuni suggerimenti per la prevenzione dei rischi legati alle polveri che provocano patologie specifiche

  1. Eliminare o ridurre la generazione di polvere alla fonte.
  2. Isolare le fonti di polvere.
  3. Utilizzare attrezzature e processi che riducono la generazione di polvere.
  4. Fornire ai lavoratori dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati.
  5. Effettuare una valutazione del rischio polveri, effettuare indagini e misurazioni ambientali e implementare misure di prevenzione adeguate.