Siamo fra le regioni più virtuose al mondo in fatto di uso circolare dei materiali, frutto di un chiaro impegno espresso nelle politiche dell’UE e ormai nella cultura di molte imprese: lo evidenziano i dati pubblicati a dicembre dall’EEA, raccolti nell’ambito di un progetto di definizione delle metriche e supporto per l’economia circolare.

Come stiamo andando

Il Circularity Metric Lab, all’interno dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, si occupa di raccogliere e statistiche fornite dai paesi membri per verificare a che punto siamo nel progresso di un modello di economia circolare.

Vediamo i numeri emersi dallo studio:

  • il tasso di uso circolare dei materiali (CMUR circular material use rate) in Europa nel 2023 è dell’11,8%. Questo rappresenta la quota di materiali utilizzati che ha origine da prodotti riciclati;
  • mediamente, ogni cittadino europeo consuma ogni anno 14 tonnellate di materiali e produce 5 tonnellate di rifiuti, fra i più alti numeri nel mondo e ben oltre i livelli di sostenibilità;
  • dall’altro lato, l’Europa dimostra di utilizzare efficientemente le risorse, con una produttività delle stesse calcolata intorno ai 2€/kg e riciclando circa la metà dei rifiuti prodotti.

Cosa si può fare

I dati raccolti esprimono la necessità che l’Europa continui con l’impegno a rendere i propri consumi più sostenibili, anche tramite una conversione più decisa verso un modello di economia circolare, uno delle soluzioni individuate per ridurre l’impatto, senza sacrificare eccessivamente sviluppo economico e abitudini dei cittadini. Tutto ciò, converge nel progetto CEAP (piano d’azione per l’economia circolare).

Il progetto promuove una serie di azioni per incrementare il livello di sostenibilità:

  • avvicinarsi a un modello di economia di minore sfruttamento delle risorse;
  • sfruttare maggiormente i prodotti già disponibili e prolungando la loro vita;
  • dare valore ai rifiuti prodotti attraverso un processo di riciclaggio migliorato, che permetta di ottenere materiali di seconda mano di alta qualità.

Tutto ciò ridurrebbe l’impatto ambientale anche diminuendo la produzione di inquinanti, fra cui la CO₂.

Per fare passi avanti nella transizione all’economia circolare, la EEA evidenzia la necessità di muoversi su più livelli:

  • a livello istituzionale, promuovendo politiche sempre più impattanti, anche con finanziamenti, che devono pervenire sia da fondi pubblici sia privati e che supportino soprattutto la ricerca e lo sviluppo di questo settore;
  • da parte delle imprese, servirà un impegno maggiore nell’adottare modelli circolari nella produzione e della catena di fornitura, riducendo lo sfruttamento di risorse e mettendo sul mercato prodotti facilmente riciclabili a loro volta;
  • i consumatori, sia privati cittadini, sia le imprese e le istituzioni, dovranno essere incoraggiati a scegliere opzioni più sostenibili, prodotti provenienti da materiali riciclati, ma anche a dare maggiore valore ai prodotti utilizzandoli di più e per tempi più lunghi.

Secondo le statistiche e i sondaggi raccolti dal Circularity Metric Lab, sia le imprese sia i cittadini mostrano la volontà di perseguire un modello di sviluppo economico più sostenibile: le organizzazioni sempre più adottano piani di azioni in ottica ESG, riconoscendone il valore aggiunto, mentre la popolazione dimostra interesse e timore per le problematiche ambientali, fra cui la produzione di rifiuti, che preoccupa circa il 60% degli europei.  

Conclusioni

L’economia europea è ancora prevalentemente lineare, tuttavia le tendenze dimostrano che gli sforzi per il raggiungimento di un modello più sostenibile arrivano da tutti i livelli. Risulta quindi auspicabile dare una spinta più decisa per ridurre sensibilmente l’impatto, promuovendo trasversalmente il modello di economia circolare attraverso finanziamenti mirati e un cambiamento delle scelte nel pubblico e nel privato, dalle grandi organizzazioni ai singoli cittadini.