Perché muoiono soprattutto i lavoratori più anziani
A cura della redazione
I dati sono molto chiari. L’Italia è un paese che invecchia molto più velocemente di altri, anche nel mondo del lavoro. I lavoratori over 55 sono praticamente raddoppiati negli ultimi venti anni, passando a 1,8 milioni a 3,7 mil. In pratica siamo passati da 1 lavoratore aged (che ha superato i 55 anni) su 8, all’ attuale 1 su 4. L’innalzamento è dovuto alle modifiche del sistema pensionistico introdotte a partire dagli anni Novanta e in tutti i decenni successivi. Il dato più allarmante in generale sono gli incidenti mortali del 2022 in cui i lavoratori aged sfiorano la metà del totale (46,8%). Peccato che parliamo di 5,3 milioni di lavoratori su un totale di 22,5.
Con l'invecchiamento della forza lavoro, e la attuale mancanza di manodopera, i datori di lavoro europei cercano modi per accogliere e sfruttare al meglio queste risorse. In sintesi, i lavoratori più anziani rappresentano una risorsa preziosa per le aziende e possono contribuire in modo significativo all'efficienza e al successo organizzativo. I datori di lavoro dovrebbero considerare l'adozione di misure per supportare e valorizzare questi lavoratori, compresa l'attenzione alla loro salute e sicurezza sul lavoro.
Cosa tratta :
Le statistiche ci ricordano ogni giorno che i numeri sono allarmanti. La metà dei morti sul lavoro in Italia ha più di 55 anni. Quasi il 10 % del totale dei morti ha superato i 65 anni. Mancano politiche attive per i lavoratori anziani. La banca dati INAIL così come quella dei dipartimenti di prevenzione ASL/ATS, riportano che con l’invecchiamento dei lavoratori sono aumentate le denunce di malattie professionali, in particolare per le donne, e i casi di inidoneità alla mansione totali o parziali.
Dal 2010 ad oggi, le denunce dei lavoratori aged sono passate dal 40% al 58 % delle denunce totali. In ottica di genere c’è un aumento del 20% sia negli uomini che nelle donne, ma il numero di segnalazioni per le lavoratrici è raddoppiato, passando da 844 a 1519, segnando quindi un significativo +56%. Le malattie in linea di massima non presentano novità di rilievo. Il numero più alto riguarda le sindromi tendinee, seguite da patologie discali e perdita dell’ udito. Seguono le malattie tumorali, anch’esse in deciso aumento specie tra i lavoratori più anziani.
Cosa fanno oltreoceano ?
Il NIOSH, che è l’ente statunitense per la sicurezza sul lavoro, ha creato una divisione apposita per studiare il fenomeno che si chiama Centro nazionale per l’invecchiamento produttivo e il lavoro, perché anche in USA si riscontrano problemi simili ai nostri in termini occupazionali e numeri del tutto paragonabili sia in termini assoluti che in termini di infortuni e malattie professionali.
Il centro conduce ricerche, promuove collaborazioni e offre guide per supportare la forza lavoro che invecchia. Le normative sono diverse per cui anche le ragioni che spingono i lavoratori USA a continuare a lavorare sono parzialmente diverse (chi lavora ha diritto all’ assicurazione sanitaria), ma è possibile raggrupparle in un'unica e grande macro esigenza di tipo finanziario.
Le aziende USA traggono vantaggi da questa fascia demografica : i lavoratori aged portano esperienza, know-how, affidabilità, etica del lavoro, professionalità e lealtà. I numeri NIOSH dicono che possono aiutare l’azienda a funzionare in maniera più efficiente, a risparmiare denaro e ad addestrare i più giovani. Assumere e trattenere i lavoratori più anziani, può ridurre le carenze di manodopera previste nei prossimi anni, nella maggior parte dei settori produttivi.
Tra le tante pubblicazioni NIOSH sul tema, una tenda a sfatare “i miti” sui lavoratori anziani e che non corrispondono alla realtà, soprattutto di oggi. La campagna è pensata per evitare che i datori di lavoro siano portati a credere che i lavoratori più anziani presentino più inconvenienti in un mondo che come abbiamo già detto, cambia molto in fretta, anche dal punto di vista dell’ offerta di manodopera. Proviamo a riassumere.
- Non è vero che i lavoratori anziani sono spesso più malati. Anche se possono avere problemi di salute, (ipertensione, colesterolo, dolori) raramente influiscono sulle prestazioni lavorative. Il risultato è meno assenze rispetto ai colleghi più giovani.
- Non è vero che i lavoratori più anziani, non pensino più chiaramente come in passato. Man mano che l’esperienza si accumula, di solito l’intelligenza migliora ed aumenta le prestazioni lavorative. Questo particolare tipo di intelligenza definita “cristallizzata” diventa importante per le aziende, quando i lavoratori si concentrano su servizi e informazioni, ma aiuta molto i lavoratori stessi a mantenere la memoria e le funzioni celebrali.
- Non è vero nemmeno (secondo NIOSH) che sono meno sicuri sul lavoro. I lavoratori più anziani di norma seguono le norme di sicurezza e subiscono meno infortuni rispetto ai giovani. Comprendono il valore della sicurezza e sono propensi a seguirla. Permane una maggiore probabilità di morire sul lavoro per gravi incidenti sul lavoro, su cui lavorare e approfondire.
- Non è vero che costino di più. Sebbene possano costare di più in termini di stipendio, l’impatto appare limitato. Si riducono molto i costi di formazione e di reclutamento dovuto al turn over. I lavoratori più anziani, tendono a rimanere nel posto di lavoro, ed i risparmi anche grazie alla garanzia di continuità operativa, possono controbilanciare le retribuzioni più elevate.
- Non è vero che resistano al cambiamento. I lavoratori più anziani hanno spesso più esperienza per affrontare i cambiamenti organizzativi, molti li hanno già vissuti in prima persona, il che li rende più capaci di adattarsi, ed in linea di massima hanno meno esigenze.
- Non è vero che sono meno produttivi. La produttività è un concetto individuale ed è indipendente dall’ età. L’età non influisce sulle attività lavorative principali. I lavoratori più anziani spesso, aiutano, addestrano, collaborano maggiormente. Hanno meno probabilità di distrarsi, e abusare del tempo e delle risorse aziendali.
Indicazioni operative
Formazione continua
- Pratiche di lavoro sicure e programmi di sicurezza sul posto di lavoro possono aiutare i lavoratori a preservare la salute diminuendo il rischio di infortuni.
- I programmi incentrati sul benessere sul lavoro possono aiutare tutti i lavoratori a rimanere più sani, in particolare quelli più anziani.
- Formare per avere una forza lavoro sana, con programmi che integrino attività sportive e di benessere, ha ritorni anche economici, nel medio e nel lungo termine.
Flessibilità del lavoro e progettazione delle attività
- Consentire opzioni di lavoro flessibili oter scegliere orari di lavoro, attività, organizzazione e luoghi di lavoro, quando possibile, viene vissuto come un benefit importante.
- Adattare i compiti alle competenze e alle capacità dei lavoratori.
- Utilizzare attività e pause autogestite.
- Limitare il lavoro ripetitivo.
Salute e sicurezza sul lavoro
- Rendere lo spazio di lavoro ergonomico.
- Adeguare la regolazione dei posti a sedere, l'illuminazione e la riduzione dell'abbagliamento dello schermo.
- Ridurre i lunghi periodi di seduta.
- Offrire scrivanie sit/stand (altezza regolabile) e postazioni di lavoro per chi è abituato a sedersi.
- Sollecitare i lavoratori a muoversi e fare stretching durante il giorno.
- Fornire opzioni per esercitarsi fisicamente in loco o suggerire attività comunitarie a prezzi accessibili.
- Affrontare i rischi che notoriamente colpiscono i lavoratori anziani, come rumore, scivolamenti, inciampi e rischi fisici. Questi rischi possono essere più gravi per una forza lavoro anziana.
Dinamiche di gruppo e sviluppo delle competenze
- Formare squadre di età diverse. Ciò aggiunge un insieme più completo di competenze e punti di vista e può sfidare gli stereotipi legati all’età.
- I team di diverse età possono essere in grado di identificare i problemi associati all’età e suggerire soluzioni sul posto di lavoro.
- Investire nella formazione continua per tutte le età. Ciò migliora i livelli di competenza e aiuta i lavoratori ad adattarsi alle nuove tecnologie.
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