Parità di genere: definiti i parametri per ottenere la certificazione
A cura della redazione
Sulla G.U. n. 152/2022 è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle pari opportunità 29/04/2022 che attua la disposizione dell’art. 1, c. 147 della L. 234/2021 contenente la delega per stabilire i parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nonché le modalità di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e del consigliere di parità per il controllo e la verifica del rispetto dei requisiti necessari al loro mantenimento.
Al fine di comprendere la portata del provvedimento ministeriale, è necessario fare un passo indietro fino al progetto del PNRR, il cui obiettivo è la definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre le differenze di genere.
A questo si aggiunga che l’art. 46-bis del D.lgs. 198/2006 ha previsto che debbano essere stabiliti i parametri minimi per il conseguimento della parità di genere da parte delle aziende con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta, alle opportunità di progressione di carriera e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche con riguardo ai lavoratori occupati di sesso femminile in stato di gravidanza.
La Legge di Bilancio 2022, a sua volta, ha inoltre previsto che vi sia il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e del consigliere di parità territoriale e nazionale al fine di esercitare il controllo e la verifica del rispetto dei requisiti necessari al mantenimento della certificazione della parità di genere.
Secondo il Ministero delle pari opportunità (Decreto 29/04/2022) i parametri minimi per il conseguimento della citata certificazione sono quelli di cui alla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, contenente le Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere, che prevede l’adozione di specifici indicatori chiave di prestazione (c.d. KPI) inerenti le politiche di genere nelle organizzazioni.
Entrando nel dettaglio sono state individuate 6 Aree di indicatori attinenti alle differenti variabili che possono contraddistinguere un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere quali: Cultura e strategia, Governance, Processi HR, Opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda (5.5), Equità remunerativa per genere e Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
La certificazione viene rilasciata dagli organismi deputati alla valutazione della conformità, accreditati ai sensi del Regolamento (CE) n. 765/2008, e deve rispettare i parametri di cui alla norma UNI CEI ISO/IEC 17021-1 specificamente per la UNI/PdR 125:2022.
Riguardo al controllo che le rappresentanze sindacali aziendali e il consigliere delle pari opportunità devono esercitare, viene stabilito che lo stesso deve essere effettuato prendendo in considerazione l’informativa aziendale sulla parità di genere rilasciata annualmente dal datore di lavoro e i dati risultanti dal Rapporto biennale sulla situazione maschile e femminile per le aziende con almeno 50 dipendenti tenute a presentarlo.
Nel caso in cui vengano rilevate anomalie o criticità, queste dovranno essere segnalate all’organismo di valutazione della conformità che ha rilasciato la certificazione, assegnando all’impresa 120 giorni affinché provveda alla rimozione delle stesse.
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