Nel settembre 2021, nel corso di un importante evento organizzato da International Organization for Standard ISO e ONU è stata approvata e firmata la cosiddetta Dichiarazione di Londra, un impegno formale e sostanziale finalizzato a contrastare il cambiamento climatico anche attraverso gli standard ISO con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione dell’agenda climatica entro il 2050. Quell’evento ha segnato in modo ufficiale l’impegno di ISO come promotrice di operazioni e iniziative in tema di impatto sul clima.

Recente è infatti l’annuncio dell’International Organization for Standard di un emendamento che impone a tutti gli schemi di certificazione l’analisi dell’impatto climatico.

Concretamente le aziende che dispongono, solo per fare un esempio, di certificati ISO 9001 o 14001 saranno obbligate a compilare anche un’analisi dell’impatto climatico. Non solo in fase di rinnovo del certificato, ma anche sui primi mantenimenti. Da giugno invece l’obbligo per tutti (circa 4 milioni di aziende) di addizionare nell’analisi del contesto anche la valutazione dell’impatto sul clima.

Di fatto l’emendamento chiede la realizzazione e l’ integrazione delle analisi legate all’impatto sui cambiamenti climatici nelle analisi del contesto e nelle stakeholder analisys già adottate per gli standard. Si tratta di informazioni che si possono attuare in varie modalità, ad esempio con una SWAT analisi nella quale si aggiunge l’impatto sul clima e l’impatto che possono avere le esigenze degli stakeholder. In altri casi si può agire con un’analisi che rispetti lo standard internazionale dettato dal GHG Protocol.

Aziende già strutturate potranno quindi utilizzare i modelli e gli action plan che già hanno realizzato e altre (per diverse ragioni, per sensibilità e per posizionamento sul mercato) potrebbero invece scegliere di fare qualcosa di più, altre dovranno partire da zero. 

Si andrà ad arricchire quindi la necessità delle aziende di raccogliere dati delle proprie emissioni.
Le imprese si dovranno preparare, seppur gradualmente, e dovranno strutturare un modello per tracciare le evidenze relativa al loro rapporto con i temi dei cambiamenti climatici. Dovranno poi tenere aggiornato il modello che avranno adottato e dovranno strutturarsi per presentare i risultati di queste attività di verifica agli enti certificatori.

Per questo il mercato IT si sta preparando alla sempre più crescente richiesta di calcolare le emissioni dei vari ambiti di business: dalla produzione ai reparti energy, dall’HR all’area mobility (business travel, corporate fleet e employee commuting). Attraverso prodotti certificati e compliant con gli standard internazionali sarà più facile ottenere informazioni immediate e pronte all'analisi, con l'obiettivo di attuare strategie concrete di riduzione.

L’emendamento è un passaggio importante che può contribuire in modo significativo a stimolare, incentivare e accelerare il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità da parte delle imprese.