Novità nella metodologia di valutazione del rischio Stress Lavoro Correlato del settore sanitario
A cura della redazione
Da sempre il settore sanitario è più esposto degli altri comparti al rischio stress lavoro-correlato (SLC). La recente pandemia ha richiesto sostanziali cambiamenti nell’organizzazione del lavoro e turni impegnativi, impattando sulla quantità e sulla qualità delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. In questi contesti una gestione efficace del rischio SLC ha acquistato maggiore rilevanza per la tutela della salute e sicurezza degli operatori sanitari, ma anche per contribuire al miglioramento dei servizi erogati e può essere di esempio per tutti gli altri comparti meno sottoposto a SLC. INAIL dopo anni di ricerche ha pubblicato un metodo di valutazione dedicato al mondo sanitario che è una revisione del metodo del 2017.
Cosa tratta ?
Moltissime evidenze della letteratura scientifica internazionale hanno da sempre confermato che il settore sanitario, più di altri, risente in maniera pesante delle problematiche afferenti allo stress lavoro correlato. La pandemia ha di fatto amplificato, l’impatto dei rischi psicosociali su un comparto da sempre esposto a problematiche simili. I numeri delle sole aggressioni, che sono uno dei tanti problemi relativi ai rischi psicosociali, (ma non certo l’unico), rendono meglio idea della situazione.
- Nel quinquennio 2015-2019, nella Sanità sono stati quasi 11 mila i casi di aggressione una media di oltre 2 mila casi l’anno
- il 41% dei casi concentrato nell’Assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi medici),
- il 31% nei Servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica.
Gli eventi hanno riguardato donne:
- nell’assistenza sanitaria per il 61%
- nei servizi di assistenza sociale residenziale per l’81,5%
- nell’assistenza sociale non residenziale per il 78,6%
Nelle aggressioni, nove casi su dieci provengono da persone esterne alla struttura di appartenenza e il restante 10% tra dipendenti della stessa.
- Infermieri (45,2%),
- Professioni qualificate nei servizi sanitari (16,3%, Portantini professioni assimilate (6,7%)
sono le prime tre qualifiche professionali interessate dalle aggressioni. [1]
Dal 2011 l’INAIL, in ottemperanza a quanto previsto dal Testo Unico 81/2008, ha predisposto e pubblicato una metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato, nel rispetto delle indicazioni della Commissione Consultiva Permanente e volto ad offrire alle aziende un percorso di semplice utilizzo, sistematico, e scientificamente valido e contestualizzato al D.lgs. 81/08 e s.m.i. Nel 2017 il metodo è stato aggiornato e corretto alla luce degli studi di monitoraggio realizzati e nell’ottica di un processo di auto-miglioramento finalizzato a fornire indicazioni e strumenti sempre più aggiornati e validi nel tempo e sulla base quindi degli sviluppi della ricerca effettuata dall’ istituto stesso.
Viste le problematiche sopra accennate e la peculiarità con cui questo rischio si manifesta nel settore sanitario e alla sua frequenza e gravità, il Laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto, ha sviluppato una ricerca specifica e creato un “modulo contestualizzato al settore sanitario”, coerente con la metodologia INAIL del 2017 ma del tutto specifico per il comparto.
Alcune ricerche effettuate da INAIL a livello nazionale dal 2014 al 2021, hanno evidenziato la presenza di percezioni di esposizione ai rischi estremamente differenziate nei vari settori di attività, che hanno peculiarità, esigenze e realtà estremamente differenziate tra loro.
Negli ultimi anni infatti, gli sviluppi di ricerca sul tema si stanno orientando nella definizione di settori e target di lavoratori maggiormente a rischio, al fine di identificare le aree di rischio psicosociale specifiche ed integrare gli strumenti esistenti con misure contestualizzate e risorse operative rispondenti alle specifiche necessità delle aziende utilizzatrici.
Tutti i dati però hanno confermato che sia proprio il settore sanitario, quello con una maggiore esposizione a tutte le varie forme di Stress Lavoro Correlato (SLC).
Per svolgere questo tipo di attività di ricerca e sperimentazione l’INAIL Dimeila, ha collaborato attivamente con tre grandi realtà del panorama nazionale, di dimensioni analoghe (circa 3000 dipendenti cad.) grazie alle quali è stato possibile effettuare una sperimentazione sul campo e definire le misure integrative specifiche per tale settore:
- l’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali riuniti di Ancona,
- l’Azienda sanitaria locale di Collegno e Pinerolo Torino 3,
- l’Azienda socio-sanitaria territoriale di Cremona.
Il metodo, nelle sue fasi e con i limiti imposti dal riferimento legislativo, rimane quello proposto nella versione del Manuale del 2017, che di fatto non viene modificato nella sua struttura ma solo integrato. Tutte le valutazioni effettuate fino ad oggi rimangono valide, e saranno integrate.
La contestualizzazione al settore sanitario ha riguardato “specificatamente l’integrazione degli strumenti di valutazione e le relative modalità di calcolo, l’adattamento delle fasce di rischio, la contestualizzazione lessicale delle spiegazioni degli indicatori e degli esempi di intervento”.
La Lista di controllo del metodo 2017, è stata integrata con indicatori aggiuntivi giudicati importanti e sensibili per il settore sanitario. Le misure aggiuntive proposte hanno l’obiettivo di ottimizzare la valutazione e gestione del rischio SLC includendo fattori di rischio specifici. Sono stati quindi aggiunti nuovi indicatori nei settori :
- Eventi sentinella
- Aree di Contenuto
- Contesto del lavoro.
Nel caso degli eventi sentinella, ai dieci indicatori standard, sono stati aggiunti sei indicatori aggiuntivi.(mortalità pazienti, denunce dall’ utenza, aggressioni dall’ utenza, trasferimenti interni gestiti dall’ amministrazione, presenza lavoratori precari, presenza di lavoratori acquisiti da strutture esterne)
Per quanto riguarda l’area Contenuto del lavoro la dimensione Orario di lavoro è stata integrata con due indicatori aggiuntivi; (reperibilità notturne e festive, passaggio consegne)
Mentre nell’area Contesto del lavoro, la dimensione Funzione e cultura organizzativa ha visto una aggiunta di tre indicatori (presenza procedure di affiancamento/addestramento nuovi arrivati, analisi periodica fabbisogni formativi, cambiamenti organizzativi)
Sempre nell’ area Contesto del lavoro la dimensione Rapporti interpersonali sul lavoro sono state integrate rispettivamente e due indicatori. (presenza procedure risoluzione conflitti in azienda, presenza gestione conflitti con pazienti/familiari.).
Ampio spazio viene infine dedicato ai nuovi strumenti di valutazione approfondita.
Anche
in questo caso, la scelta è stata quella di confermare la parte standard dei 35
item del Questionario Strumento Indicatore Management Standard incluso nella revisione del 2017 ed a questo aggiungere
una seconda parte per la misura dei rischi specifici del settore sanitario.
Gli strumenti contestualizzati inoltre sono stati ulteriormente divisi in due versioni,
una per il gruppo omogeneo riferibile al personale sanitario (30 item) ed una per
il gruppo omogeneo riferibile al personale amministrativo (15 item).
Sono stati inoltre inseriti strumenti per la conduzione dei focus group (Appendici 5 e 6), ed una scheda (appendice 7) pensata per aiutare il gruppo di gestione nella individuazione di misure correttive e degli interventi di miglioramento, applicando criteri di fattibilità.
La pubblicazione è uno strumento di supporto operativo importante per le aziende sanitarie, anche se diversi indicatori, potranno essere integrati alla valutazione dei rischi SLC di qualsiasi comparto. Si pensi alla presenza di lavoratori precari, oppure alla presenza di lavoratori acquisiti da strutture esterne, così come alla presenza procedure di affiancamento/addestramento nuovi arrivati, all’ analisi periodica fabbisogni formativi, e soprattutto alla gestione dei cambiamenti organizzativi
Il contesto sanitario sarà inoltre interessato nel prossimo futuro, da ulteriori trasformazioni e cambiamenti, grazie ai fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzati a potenziarne la capacità di assistenza, prevenzione e cura a beneficio della collettività.
In questo scenario, la gestione efficace dei rischi psicosociali acquista oggi un ruolo ancor più strategico, delineandosi come strumento cruciale per la tutela della salute e sicurezza dei professionisti sanitari e per contribuire al miglioramento dei servizi erogati alla comunità.
Quando entra in vigore ?
La metodica è subito applicabile a tutto il settore sanitario
Indicazioni operative
Il metodo fornisce strumenti pratici e applicabili subito.
Essendo molto specifico al settore sanitario, affronta criticità riscontrate nella ricerca e che forse in passato erano state sottovalutate o poco evidenziate.
Consigliabile l'applicazione e/o la revisione della attuale valutazione, in tempi rapidi.
[1] Fonte: “La valutazione dei fattori di rischio lavorativo nel settore sanitario e il loro impatto sulla salute e sicurezza degli operatori: il progetto CCM” , intervento di Giuseppe Campo, ricercatore INAIL.
Riproduzione riservata ©