INAIL pubblica una nuova fact sheet che pone l’attenzione sui nanomateriali e sui possibili effetti nocivi sulla salute dell’uomo e dell’ambiente

Cosa tratta?

Con il termine nanomateriale si intende un materiale naturale, derivato o fabbricato, costituito da particelle solide isolate o come particelle costituenti identificabili in aggregati o agglomerati, e in cui il 50% o più delle particelle nella distribuzione dimensionale numerica soddisfi almeno una delle seguenti condizioni:

  • una o più dimensioni esterne della particella si collocano nell’intervallo da 1 a 100 nm;
  • la particella ha una forma allungata - bastoncello, fibra o tubo - e le sue due dimensioni esterne sono inferiori a 1 nm, mentre l’altra dimensione è superiore a 100 nm;
  • la particella è piastriforme e una delle dimensioni esterne è inferiore a 1 nm mentre le altre dimensioni sono superiori a 100 nm.

Negli ultimi anni le nanotecnologie hanno avuto un rapido sviluppo, sfruttando le caratteristiche innovative dei materiali alla scala nanometrica (1 – 100 nm). Tuttavia, la produzione e l’uso diffuso di tali nanomateriali (NM) hanno evidenziato potenziali effetti nocivi sulla salute dell’uomo e dell’ambiente. Infatti, le stesse proprietà chimico-fisiche e la reattività superficiale che li rendono più performanti, possono d’altro canto influenzare la tossicità dei NM, rappresentando così un rischio emergente in particolare per i lavoratori esposti nelle varie fasi del loro ciclo di vita.

Attualmente i NM sono inseriti nel più ampio gruppo dei cosiddetti materiali avanzati, intesi come materiali razionalmente progettati per avere proprietà nuove o migliorate e/o caratteristiche strutturali mirate o potenziate, con l’obiettivo di raggiungere prestazioni funzionali specifiche e benefici attesi per l’economia, la società e l’ambiente. Ad essi è riconosciuto un grande potenziale abilitante in vari settori come ad esrmpio le energie rinnovabili, la mobilità sostenibile, l’uso efficiente/risparmio delle risorse, la digitalizzazione, l’industria 4.0, la robotica e la manifattura additiva.

Quando entra in vigore?

Scheda informativa pubblicata il 5 ottobre 2023.

Indicazioni operative

Poiché permangono ancora incertezze sugli effetti sulla salute correlati alle dimensioni dei NM e finché non saranno normati i valori limite di esposizione professionale (VLEP) per la valutazione del rischio, le raccomandazioni convergono verso l’implementazione di un approccio preventivo per l’utilizzo sicuro e sostenibile nei luoghi di lavoro. A tal proposito, il Niosh statunitense ha definito Prevention-through-design (PTD) l’approccio che include i principi di prevenzione e mitigazione del rischio nella progettazione di tutte le fasi di realizzazione di un nuovo prodotto.

La strategia si basa sull’applicazione della gerarchia dei controlli tradizionale, suddivisa per efficacia decrescente:

  1. eliminazione, sostituzione o modifica del fattore di rischio;
  2. uso di processi ingegneristici per minimizzare o eliminare l’esposizione;
  3. attuazione di controlli amministrativi che limitino la quantità o la durata dell’esposizione;
  4. uso dei dispositivi di protezione collettiva e/o dei DPI.

Le misure di gestione del rischio in ottica PTD devono essere adattate al tipo di processo o attività. Come principio generale, dovrebbe essere evitato l’utilizzo di NM in forma di polvere. È preferibile produrli e conservarli sospesi in liquido o legati ad una matrice solida. Quando questo non è realizzabile, per la manipolazione devono essere utilizzati sistemi chiusi con ventilazione controllata. I sistemi di aspirazione locali agiscono sulla trasmissione dalla sorgente all’operatore, riducendo l’esposizione dopo che c’è stata un’emissione.