Il monitoraggio delle morti sul lavoro in Italia dal 2021 al 2024 rivela un aumento dell’incidenza, con il Trentino-Alto Adige come regione più a rischio e la Sardegna come la più sicura. Le donne risultano meno colpite rispetto agli uomini, ma i lavoratori stranieri mostrano un’incidenza crescente. I giovani e gli ultrasessantacinquenni sono le fasce d’età più vulnerabili, con il settore delle costruzioni particolarmente colpito. L’analisi sottolinea l’importanza di interventi mirati per migliorare la sicurezza sul lavoro.

Cosa tratta:

La tragedia delle morti sul lavoro continua a colpire l'Italia, con un nuovo monitoraggio che mette in luce l'insicurezza dei lavoratori italiani e stranieri. L'Osservatorio Vega Engineering di Mestre ha elaborato un confronto tra i primi semestri degli ultimi quattro anni, rivelando dati preoccupanti. L'incidenza delle morti sul lavoro rispetto alla popolazione lavorativa è un indicatore cruciale per comprendere la gravità della situazione.

A livello nazionale, l'incidenza è passata da 14,7 morti per milione di occupati nel 2023 a 15,4 nel 2024. Questo aumento segue un decremento significativo dal 2021 al 2022, quando l'incidenza era scesa da 19,7 a 14,8, complice la risoluzione dell'emergenza Covid.

Mappatura del rischio

Il Trentino-Alto Adige si conferma la regione più insicura, finendo in "zona rossa" per quattro anni consecutivi. Seguono l'Umbria, in zona rossa per tre anni su quattro, e altre regioni come Valle d'Aosta, Sicilia, Campania, Emilia-Romagna. Al contrario, la Sardegna si distingue come la regione più sicura, rimanendo in "zona bianca" per tutto il quadriennio.

Le donne risultano meno a rischio rispetto agli uomini, con un'incidenza che passa da 4,2 nel 2021 a 2,8 nel 2024, mentre per gli uomini l'incidenza scende da 31 a 24,7.

Tuttavia, i lavoratori stranieri mostrano un'incidenza crescente, passando da 25,7 nel 2021 a 34,1 nel 2024, a fronte di una diminuzione per gli italiani da 19,0 a 13,3.

I giovani tra i 15 e i 24 anni sono particolarmente vulnerabili, con un'incidenza che aumenta da 11,9 nel 2021 a 13,6 nel 2024.

Anche gli ultrasessantacinquenni mostrano un dato allarmante, con un'incidenza che sale da 61,0 a 65,8.

I settori più colpiti sono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere, i Trasporti e il Commercio, con un aumento significativo delle vittime nel settore delle Costruzioni nell'ultimo semestre.

Infortuni mortali e denunce di infortunio

Le vittime in occasione di lavoro sono passate da 444 nel primo semestre 2021 a 364 nel 2024, con un aumento degli infortuni mortali in itinere da 94 a 105 nello stesso periodo.

Le denunce di infortunio sono cresciute del 12,2%, passando da 266.804 nel 2021 a 299.303 nel 2024. Gli uomini registrano un'incidenza maggiore nelle denunce di infortunio, mentre le donne mostrano un'incidenza più alta negli infortuni in itinere.

L'analisi dei dati evidenzia la necessità di interventi mirati per migliorare la sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione alle regioni e ai settori più a rischio.

La prevenzione e la formazione continua sono strumenti fondamentali per ridurre il numero di incidenti e salvaguardare la vita dei lavoratori.