Modifiche al Regolamento CLP, stretta sugli interferenti endocrini!
A cura della redazione
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE L 093, il “Regolamento delegato (UE) 2023/707 della Commissione, del 19 dicembre 2022, che modifica il regolamento (CE) n. 1272/2008 per quanto riguarda i criteri e le classi di pericolo per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele”
Cosa tratta?
Il Regolamento 2023/707, pubblicato il 31 marzo 2023, introduce all’Allegato I del regolamento CLP nuove classi di pericolo e corrispondenti criteri di classificazione per sostanze e miscele con proprietà capaci di alterare il sistema endocrino (ED) per la salute umana e per l'ambiente, così come le proprietà persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT), molto persistenti e molto bioaccumulabile (vPvB), persistenti, mobili e tossiche (PMT) e molto persistenti e molto mobili (vPvM).
Il sistema endocrino partecipa al controllo e alla regolazione di numerose funzioni fisiologiche dell'organismo quali la riproduzione, l'immunità, il metabolismo e il comportamento. È costituito da tre componenti principali collegate tra di loro: le ghiandole (localizzate in varie parti del corpo che producono gli ormoni), gli ormoni (circolano nel corpo e vanno a influenzare la funzione di organi e tessuti) e i recettori (legano gli ormoni e sono presenti sulle cellule).
L'equilibrio ormonale è fondamentale per mantenere il funzionamento dell'organismo, ad esempio gli estrogeni e il testosterone promuovono il corretto sviluppo sessuale e regolano il passaggio alla pubertà; gli ormoni tiroidei controllano lo sviluppo e il metabolismo.
Gli interferenti endocrini sono delle sostanze chimiche che possono alterare il normale equilibrio ormonale accendendo, spegnendo oppure modificando i segnali inviati dagli ormoni, causando effetti avversi in un organismo, nella sua discendenza o in un sotto gruppo di popolazione.
Le sostanze con caratteristiche di interferenti endocrini sono molte, tra cui sostanze chimiche di sintesi, come:
- pesticidi (insetticidi, fungicidi)
- prodotti medicali e di consumo (esempio, additivi nelle plastiche quali ftalati e bisfenolo A)
- prodotti industriali (ad esempio, policlorobifenili, perfluorurati, polibromodifenileteri)
- prodotti di combustione (ad esempio diossine)
- elementi in traccia (mercurio, arsenico).
Le sostanze e le miscele con proprietà di interferenza con il sistema endocrino rappresentano un rischio per la salute pubblica e per l’ambiente.
Alcuni aspetti tipici che caratterizzano gli interferenti endocrini sono:
- provocano effetti anche a dosi più basse di quelle che causano tossicità generale
- possono dare risposte diverse a dosi diverse, ovvero non necessariamente al crescere della dose aumenta la gravità dell'effetto
- effetto più marcato a seconda del periodo della vita in cui l’organismo è esposto, ad esempio nei periodi critici in cui il sistema endocrino svolge ruolo chiave come la gravidanza, lo sviluppo, l'accrescimento
- comparsa degli effetti anche in periodi della vita diversi da quelli in cui è avvenuta l’esposizione, ad esempio per una esposizione durante la vita fetale potrebbero manifestarsi effetti nel periodo della pubertà
- trasmissione dell’effetto anche alle generazioni future.
È stato dimostrato che l’interferenza con il sistema endocrino può causare determinati disturbi negli esseri umani, tra cui malformazioni congenite, disturbi dello sviluppo, della riproduzione o dello sviluppo neurologico, tumori, ecc., con un’incidenza elevata e in aumento sia nei bambini che negli adulti. In particolare effetti sulla salute relativi a:
- struttura e funzione degli organi dell’apparato riproduttivo:
o femminile, sviluppo puberale, irregolarità del ciclo, ridotta fertilità, infertilità, sindrome dell'ovaio policistico, endometriosi, nascita prematura, cancro al seno
o maschile, ipospadia (malformazione dell'apparato urogenitale), criptorchidismo (mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nel sacco scrotale), scarsa qualità del seme, cancro alla prostata
- omeostasi tiroideo
- sistema immunitario
- sistema neuro endocrino, neurosviluppo e comportamento
- metabolismo e sindrome metabolica (obesità, diabete e patologie cardiovascolari)
- controllo energetico.
È stato anche dimostrato che le proprietà di interferenza con il sistema endocrino possono influire negativamente sulle popolazioni animali, infatti è stato osservato che gli interferenti endocrini possono causare anomalie nella riproduzione di alcune specie, associate a cambiamenti nel comportamento e alterazioni del sistema immunitario.
Il chiaro obiettivo del Regolamento è stabilire un’identificazione giuridicamente vincolante dei pericoli legati agli interferenti endocrini. Il regolamento (CE) n. 1272/2008 è così modificato:
- Allegato I: alla parte 3 inserito il punto «3.11. Interferenza con il sistema endocrino per la salute umana»
- Allegato II: modifiche testuali parte 2, punto 2.10
- Allegato III: modificata la parte 1 con l’aggiunta delle lettere c) e d)
- Allegato VI: modifica nella parte 1, punto 1.1.2.1.1, modificata la tabella 1.1
Quando entra in vigore?
Il Regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, dunque il 20 aprile 2023.
Indicazione operative
Nell'utilizzo professionale di sostanze che possono influire negativamente sul sistema ormonale, in base allo stato delle conoscenze, devono essere rispettati i valori limite per determinate sostanze, al fine di proteggere adeguatamente i lavoratori.
Il datore di lavoro deve prendere tutte le misure necessarie per esperienza, tecnicamente applicabili e adatte alle circostanze per proteggere i lavoratori dall'esposizione inammissibile a sostanze nocive.
Nella valutazione del posto di lavoro, in riferimento alle sostanze attive a livello endocrino deve essere posta particolare attenzione alla situazione delle donne incinte, allattanti e degli adolescenti, poiché queste categorie di lavoratori e lavoratrici (e il bambino nel grembo materno) sono molto sensibili ai perturbatori endocrini.
Uno stesso interferente endocrino può causare effetti diversi in relazione al sesso, da qui la necessità di valutarli in maniera distinta nei maschi e nelle femmine, anche in termini di maggiore o minore vulnerabilità.
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