La Corte di Cassazione, con sentenza n. 2836/2009, ha accolto il ricorso di un datore di lavoro nei confronti di alcuni dipendenti, i quali si erano rivolti al giudice chiedendo il riconoscimento del loro diritto all'inquadramento nell'area quadri ed il pagamento delle differenze retributive, poiché, nel corso di un anno, gli stessi erano stati assegnati in modo reiterato e sistematico a mansioni superiori.
L'azienda ha sostenuto di aver assegnato a turno i dipendenti allo svolgimento di mansioni superiori solo per far fronte ad una mancanza temporanea di organico, nell'attesa che venisse espletata la procedura selettiva prevista dal contratto collettivo per la copertura del posto vacante.
La Cassazione nell'accogliere il ricorso, ha sostenuto che in assenza di una reale esigenza organizzativa, l'assegnazione reiterata, sistematica e strumentale di un dipendente a mansioni superiori, costituisce una condotta "oggettivamente elusiva della legge".
Tuttavia, secondo i giudici, l'esigenza organizzativa si deve ritenere soddisfatta quando le revoche reiterate da mansioni superiori "siano funzionali all'assegnazione del posto all'esito delle procedure di selezione rese obbligatorie da impegni negoziali collettivi assunti dal datore di lavoro".