Il 25 luglio 2024, la Commissione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per il non corretto recepimento della direttiva 2018/851/Ue sui rifiuti, una componente chiave del "pacchetto economia circolare". Tale direttiva mira a promuovere una gestione sostenibile dei rifiuti attraverso misure come la responsabilità estesa del produttore, il riciclaggio di alta qualità, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e l'attuazione di un sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti.

Di cosa si tratta:

Le norme europee sono state integrate nel nostro ordinamento tramite il Decreto Legislativo 116/2020, che modifica il precedente Decreto Legislativo 152/2006. Tuttavia, secondo quanto comunicato dalla Commissione europea, l'Italia non ha recepito correttamente le disposizioni chiave della direttiva. In particolare, le carenze riguardano:

Responsabilità estesa del produttore: questo principio impone ai produttori di essere responsabili per l'intero ciclo di vita dei loro prodotti, compresa la fase di smaltimento finale. La direttiva richiede che i produttori finanzino e organizzino il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti derivanti dai loro prodotti;

Riciclaggio di alta qualità: risulta essenziale che i materiali raccolti siano riciclati in modo tale da poter essere riutilizzati in prodotti nuovi di qualità equivalente o superiore. Questo richiede infrastrutture adeguate e processi rigorosi di selezione e trattamento;

Raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi: la direttiva impone la raccolta separata di rifiuti come batterie, prodotti chimici e apparecchiature elettroniche per evitare contaminazioni e facilitare il loro trattamento sicuro;

Sistema elettronico di tracciabilitàer garantire una gestione trasparente e monitorabile dei rifiuti, la direttiva prevede l'implementazione di un sistema elettronico che consenta di tracciare il percorso dei rifiuti dalla produzione allo smaltimento.

L'Italia ha ora due mesi per rispondere alle carenze segnalate dalla Commissione europea e mettere in atto le misure necessarie per conformarsi alle direttive. Se entro questo termine non verranno fornite risposte o azioni soddisfacenti, la Commissione potrà procedere inviando un parere motivato, il secondo step della procedura di infrazione.

Conclusione:

In aggiunta, sempre il 25 luglio 2024, è stato contestato all'Italia, insieme agli altri Stati membri dell'UE, il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi specifici in materia di riciclo dei rifiuti. In particolare, l'Italia non ha rispettato l'obiettivo del 50% di preparazione al riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti urbani fissato per il 2020, né l'obiettivo di riciclo del 65% dei rifiuti elettronici (Raee).

Anche in questo caso, l'Italia ha due mesi per fornire risposte soddisfacenti e intraprendere le azioni necessarie per raggiungere gli obiettivi previsti. In mancanza di risposte adeguate, la Commissione potrebbe nuovamente decidere di inviare un parere motivato.

Questa situazione evidenzia la necessità per l'Italia di rafforzare le proprie politiche e infrastrutture per la gestione dei rifiuti, adottando misure concrete e tempestive per allinearsi agli standard europei. Solo così sarà possibile evitare ulteriori sanzioni e contribuire efficacemente alla transizione verso un'economia circolare sostenibile, in linea con gli obiettivi ambientali dell'Unione Europea.