L'INAIL ha recentemente pubblicato un opuscolo con i dati aggiornati sulle malattie asbesto-correlate, evidenziando il numero di rendite riconosciute a favore delle persone colpite da queste patologie.

Di cosa si tratta:

L'amianto continua a essere un tema di grande rilevanza nelle discussioni sanitarie pubbliche, a causa dei gravi impatti sulla salute. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), oltre il 70% dei decessi per tumori di origine professionale a livello globale sono attribuibili all'esposizione all'amianto. Questo dato sottolinea la necessità di politiche di protezione efficaci per coloro che, specialmente nei contesti lavorativi, sono stati esposti a questo materiale altamente pericoloso.

In Italia, per tutelare le vittime di esposizione professionale all’amianto, è stato istituito un fondo apposito. I lavoratori che ottengono il riconoscimento dell'origine lavorativa della loro patologia asbesto-correlata possono accedere a questo fondo per ricevere rendite e risarcimenti. La Legge di Stabilità del 2015 ha ampliato la portata di questa protezione, estendendo le prestazioni del fondo anche a coloro che soffrono di mesotelioma a causa di esposizione ambientale o familiare all'amianto. Successivamente, la Legge 30 dicembre 2020, n.178, ha stabilizzato questi benefici, incrementando le prestazioni a partire dal 2023. I benefici sono ora rivolti sia ai malati professionali che a quelli non professionali, e anche agli eredi delle vittime.

I dati relativi alle malattie asbesto-correlate riconosciute dall’INAIL nel quinquennio 2019-2023 offrono uno spunto importante per analizzare l'incidenza e la gravità di queste patologie:

  1. In media, 19.918 lavoratori hanno ottenuto il riconoscimento dell'origine lavorativa della loro patologia, con un tasso di mortalità del 2,8% a causa della malattia;
  2. Ogni anno, circa 1.269 lavoratori risultano affetti da patologie asbesto-correlate di origine professionale. Il 6% del complesso dei tecnopatici;
  3. La gravità delle malattie è preoccupante: nel 2023, il 25% dei lavoratori con patologie asbesto-correlate è deceduto a causa della malattia. Tra il 2019 e il 2021, solo il 4% dei riconoscimenti ha riguardato donne, ma la mortalità tra le lavoratrici è stata particolarmente alta, con il 67% di loro deceduto nel 2019.

Le malattie più frequentemente riconosciute nell'ultimo triennio includono:

  • Tumore maligno di tessuto mesoteliale e dei tessuti molli (526 casi annui);
  • Altre malattie delle pleure (429 casi annui);
  • Malattie polmonari causate da agenti esterni (256 casi annui);
  • Tumori maligni dell’apparato respiratorio e degli organi intratoracici (208 casi annui).

A livello territoriale, la distribuzione dei casi di malattie asbesto-correlate mostra una concentrazione maggiore nelle seguenti aree:

  • 32% nel Nord-Ovest;
  • 29% nel Mezzogiorno;
  • 27% nel Nord-Est;
  • 12% nel Centro Italia.

Conclusioni

I dati evidenziano una persistente e preoccupante incidenza di malattie legate all'esposizione all'amianto, con un impatto significativo nelle professioni del settore industriale e delle costruzioni. Nonostante gli sforzi legislativi per migliorare la protezione e offrire risarcimenti alle vittime, l’andamento dei casi di tumore da amianto rimane una questione urgente di salute pubblica. È fondamentale rafforzare le misure di prevenzione e garantire un monitoraggio costante per ridurre ulteriormente l’esposizione e i danni legati all’amianto.