Lo stress psicologico dei soccorritori - emergenza e narrazione
A cura della redazione
Il racconto del convegno svoltosi a Roma, in cui i Vigili del Fuoco hanno parlato di alcune esperienze professionali e sottolineato l’importanza del parlarne
Cosa tratta?
Presso la sala conferenze dell'Istituto Superiore Antincendi di Roma, alla presenza del Capo Dipartimento Prefetto Renato Franceschelli, si è svolto il convegno dal titolo “Lo stress psicologico del soccorritore, Racconti di esperienze”.
Nella prima parte alcuni vigili del fuoco in congedo provenienti da diverse parti d’Italia hanno raccontato le proprie esperienze professionali più significative vissute in situazioni ad alto coinvolgimento emotivo, quali la strage della stazione di Bologna, quella di stampo mafioso di Giovanni Falcone, la strage di corso Palestro a Milano, la valanga distruttiva di Rigopiano (PE), la tragedia del Cinema Statuto a Torino, il disastro della Costa Concordia (GR) e il disastro ferroviario di Viareggio (LU), per confrontarsi con altri operatori dell’emergenza e condividere il proprio vissuto.
Nella seconda parte esperti del settore del Corpo Nazionale ed esterni, hanno approfondito alcune tematiche relative all’argomento e, soprattutto, al valore che la “narrazione” ha, per i soccorritori, nel portare a consapevolezza il vissuto emotivo e nel poterlo condividere con i propri colleghi e i propri affetti.
Il convegno ha, dunque, stimolato un’interessante e costruttiva riflessione sulla centralità della narrazione anche nella formazione e nella costituzione e trasmissione del know-how all’interno dell’organizzazione.
Quando entra in vigore?
Il convegno si è svolto giovedì 18 aprile.
Indicazioni operative
Con le dovute differenze, in fatto di frequenza di interventi e gravità delle situazioni, possiamo paragonare la figura del soccorritore dei Vigili del fuoco, con quella degli addetti antincendio e primo soccorso nei luoghi di lavoro, anche questi, soprattutto di fronte situazioni emergenziali gravi, potrebbero risentire di uno stress psicologico importante.
Negli addetti, essendo lavoratori e colleghi dei possibili feriti o nei casi più gravi deceduti, entra in gioco anche il coinvolgimento affettivo. Per questo vanno tutelati dallo stress indotto dalle attività di soccorso nelle situazioni che causano una forte ripercussione somatica ed emotiva.
Un training adeguato, una discreta consapevolezza delle proprie motivazioni, una chiara definizione dei ruoli e precedenti esperienze di intervento in emergenze, sembrano essere i principali fattori di prevenzione dei disturbi emozionali.
Il datore di lavoro deve porre massima attenzione nel caso in cui un addetto, a seguito di una situazione grave, mostri queste reazioni:
- psicosociali come l’alienazione, ritiro sociale, aumento di stress nelle relazioni interpersonali;
- fisiche come nausea, problemi gastro-intestinali, tremori muscolari, aumento del ritmo respiratorio e della pressione sanguigna, alternanza di iperattività e spossatezza, disturbi del sonno, alimentari e sessuali;
- emotive come l’incredulità, il terrore, il disinteresse nelle attività, il senso di impotenza, la colpa, il dolore, l’irritabilità, la regressione ad una fase evolutiva precedente;
- cognitive come la difficoltà di concentrazione, il calo dell’autostima, pensieri intrusivi, calo dell’autoefficacia.
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