Lavoro notturno e salute riproduttiva
A cura della redazione
INAIL pubblica una scheda informativa inerente al tema del lavoro notturno e i risvolti che questo ha nella salute riproduttiva dei lavoratori
Cosa tratta?
Il lavoro notturno si inserisce nell’ambito dell’organizzazione del lavoro e richiede specifiche accortezze poiché può rappresentare uno specifico rischio professionale. Diversi sono i settori coinvolti, tra questi: sanità, vigilanza, industria alimentare, trasporti, logistica e metalmeccanica, turistico/alberghiero; dai dati Eurispes sono circa 2,5 milioni i lavoratori notturni in Italia.
Alcuni processi fisiologici sono regolati dai ritmi circadiani e questa sincronizzazione, in larga parte controllata dall’alternanza luce/buio, incide sui livelli di melatonina, secreti dalla ghiandola pineale. Alterazioni in questa sincronizzazione comportano variazioni ormonali e cellulari.
Recenti studi di letteratura hanno individuato la possibilità che una modificazione dei ritmi circadiani, particolarmente su una popolazione femminile, possa andare ad incidere sui livelli di concentrazione, oltre che della melatonina, anche degli ormoni sessuali (LH, FSH e PRL), ipotizzando una soppressione della funzione ovarica potenzialmente dipendente dal lavoro notturno, e questo può contribuire indirettamente allo sviluppo di tumori ormone-dipendenti, oltre a una irregolarità nel ciclo mestruale significativamente maggiore.
Anche gli uomini non sono immuni dagli effetti negativi del lavoro notturno sulla salute riproduttiva, infatti, gli studi, identificano, come possibile rischio, la riduzione della qualità del liquido seminale, in modo particolare per la concentrazione spermatica e la motilità degli spermatozoi.
Il sistema endocrino e la funzione riproduttiva sono stati indagati come nuovo target di una esposizione protratta a lavoro notturno.
Quando entra in vigore?
Fact sheet pubblicata il 23 novembre 2023.
Indicazioni operative
Specifiche misure di prevenzione e protezione possono andare a ridurre le alterazioni circadiane e quindi i possibili eventi avversi, il consenso e il coinvolgimento dei lavoratori notturni sono essenziali nell’organizzazione di questi orari.
L’organizzazione del lavoro gioca, quindi, un ruolo centrale nella gestione del rischio da lavoro notturno e nell’adozione di turni e tempistiche che consentano di minimizzare i possibili rischi per la salute e la sicurezza. Le linee guida emanate da organismi nazionali e internazionali contribuiscono a suggerire schemi di comportamento che consentono di aumentare il benessere dei lavoratori stessi. Gli elementi principali da tenere in considerazione per la valutazione del rischio sono: genere, età, lunghezza frequenza e regolarità del turno, direzione della rotazione, numero di notti consecutive, orario di inizio e fine turno, modalità di inserimento dei giorni di riposo, presenza di turni nel weekend, orario prolungato. Interventi compensativi riguardano ad esempio:
- la riduzione delle ore di lavoro notturno;
- l’incremento del numero dei riposi compensativi;
- la possibilità di passaggio al lavoro diurno ad intervalli periodici o in modo stabile dopo un determinato numero di anni;
- garantire un adeguato training per i lavoratori;
- messa a disposizione di appositi spazi/stanze tali da consentire il godimento di brevi pisolini in rapporto al tipo di lavoro.
Fondamentale risulta anche il ruolo del medico competente, che dovrà valutare lo stato di salute del lavoratore, accertando l’idoneità alla mansione specifica che prevede lavoro notturno.
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