Assindatconf, sul proprio sito internet, ha pubblicato una guida sull’utilizzo della domotica tra le mura di casa ed i vantaggi che la stessa può riconoscere non solo ai proprietari ma anche ai lavoratori domestici (colf, badanti e baby sitter) che prestano quotidianamente la loro attività.

Va ricordato che la domotica è l’insieme di soluzioni per gestire impianti, elettrodomestici ed oggetti casalinghi connettendoli a sistemi digitali o elettronici che ci permettono di automatizzarli o controllarli da remoto.

Le applicazioni sono infinite, tutte finalizzate a rendere più facile ed economica la gestione quotidiana della casa. Per questo motivo, infatti, si usa spesso il sinonimo smart home in quanto la semplicità d’uso è alla base delle innovazioni tecnologiche di questo settore.

Accendere e spegnere le luci con il cellulare ovunque ci troviamo; impostare l’avviamento dei termosifoni della casa in montagna prima di partire per il weekend; verificare da remoto eventuali effrazioni con l’ausilio di telecamere e fotocellule… sono tutti esempi pratici di quello che può fare la tecnologia domotica.

E’ proprio sul controllo a distanza che la Guida si sofferma evidenziando criticità.

 Infatti il tema della video sorveglianza viene associato normalmente alla sicurezza della casa. Però nel caso di collaboratrici domestiche che lavorano in casa può generare problematiche associate al controllo del lavoro e alla tutela della riservatezza dei dipendenti.

Il lavoro domestico si basa su un rapporto fiduciario e che nella stragrande maggioranza dei casi viene onorato e rispettato in quanto tale da entrambe le parti. Tuttavia in alcuni, si legge nella Guida, si può verificare un problema di fiducia che porta la famiglia a considerare l’installazione di sistemi di video-sorveglianza controllati da remoto, cosa che ovviamente ogni cittadino è libero di fare.

In questi casi quali sono le regole da rispettare?

È fondamentale che il datore di lavoro rispetti i vincoli posti dalla normativa sul trattamento dei dati personali a tutela della riservatezza e quelli a tutela della libertà e integrità morale del lavoratore. Quindi, in altre parole, è necessario che il lavoratore sia sempre informato del fatto che si trova ad operare in aree video sorvegliate e che le telecamere non siano installate in aree di pertinenza esclusiva del domestico, come la sua camera da letto, gli spogliatoi o i servizi igienici.