Lavoratori con disturbi mentali in un mondo digitalizzato: problematiche, opportunità ed esigenze
A cura della redazione
L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA) ha pubblicato una relazione in cui propone una panoramica dei vari modi in cui i lavoratori con disturbi mentali, diagnosticati e non diagnosticati, reagiscono di fronte alle sollecitazioni legate all’attività lavorativa, alla tecnologia/digitalizzazione e alle relazioni interpersonali
Cosa tratta?
Il numero esatto di persone con disturbi mentali è difficile da calcolare, così come il numero di lavoratori con disturbi mentali, poiché ci sono molti fattori confondenti. Innanzitutto, i lavoratori portatori di disturbi mentali non sono tenuti a rivelare la propria condizione per motivi di privacy. Inoltre, lo stigma ancora esistente riguardo alla diagnosi di disturbi mentali nella popolazione generale può impedire loro di rivelare la loro condizione. Gli atteggiamenti nei confronti delle persone con disturbi mentali sul posto di lavoro sono migliorati, ma sembra prevalere una cultura pervasiva del silenzio intorno al tema.
Oltre il 44% degli occupati di età compresa tra 15 e 64 anni ha riferito di affrontare fattori di rischio per il proprio benessere mentale sul lavoro (Eurostat, 2021). Il fattore di rischio più spesso menzionato è stato la pressione del tempo o il sovraccarico di lavoro, seguito dal rapporto con il pubblico e dalla precarietà del lavoro.
In alcuni Stati membri la maggioranza degli intervistati concorda sul fatto che rivelare una condizione di disturbo mentale avrebbe un impatto negativo sulla loro carriera, ad esempio in Italia (63%), Cipro (66%), Grecia (66%) e Francia (68%). D’altro canto, tale rivelazione, in un ambiente lavorativo non pronto alla gestione dei lavoratori con disturbi mentali, potrebbe essere svantaggiosa nei confronti di quest’ultimi, in quanto potrebbe portare a comportamenti discriminatori da parte di manager e colleghi, mancanza di avanzamento di carriera ed esclusione sociale.
I manager dovrebbero vedere in essi un’opportunità e sostenere l'occupazione delle persone con disturbi mentali con programmi che li aiutano a ottenere, mantenere ed eccellere nel lavoro. In questo modo, i datori di lavoro potrebbero sostenere una forza lavoro competente, capace, diversificata e allo stesso tempo produttiva. Ad esempio, le persone con disturbo bipolare sono note per essere altamente creative e innovative, mentre le persone con disturbo d’ansia sono spesso molto precise e scrupolose.
I lavoratori con disturbi mentali si trovano in un mondo del lavoro in continua evoluzione, che si dirige sempre di più verso la digitalizzazione, questo aspetto da un lato crea sfide per i suddetti lavoratori, come la necessità di elevate capacità cognitive, aumento del carico di lavoro, aggiornamento continuo, ecc.., ma dall’altro, la digitalizzazione facilita i lavoratori con disturbi mentali, fornendo maggiore flessibilità e autonomia e un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata.
Quando entra in vigore?
Relazioni pubblicata il 23 novembre 2023.
Indicazioni operative
È importante tenere in considerazione la delicatezza dell'argomento, a livello pratico, è fondamentale essere in grado di riconoscere precocemente i problemi di salute mentale tra i lavoratori, in questo compito il ruolo del medico competente è basilare.
Sarebbe quindi opportuno che il medico competente fosse in grado di cogliere segnali indiretti di disturbi mentali come disturbi della qualità del sonno, dipendenza da qualsiasi tipo di sostanza e segni di somatizzazione di stati d'ansia. Una volta intercettato il problema, lo specialista deve essere supportato nell’attuazione di adeguate misure preventive e di reinserimento.
Potrebbe essere utile, poi, una collaborazione coordinata tra gli ambiti della medicina del lavoro e della psicologia clinica e la revisione dei protocolli di sorveglianza che facciano più luce sui rischi psicosociali, in particolare quelli legati all’uso delle nuove tecnologie e alla loro gestione.
Anche l’organizzazione del lavoro ha un ruolo importante nel migliorare la salute mentale sul lavoro o nel mitigarne le conseguenze. Per un approccio efficace sono necessarie misure a livello organizzativo e individuale, adattate alle esigenze dei lavoratori.
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