Il lavoratore domestico che rifiuta il vaccino anticovid può essere licenziato
A cura della redazione
Assindatcolf, sul proprio sito internet, ha reso noto che il datore di lavoro domestico può recedere dal rapporto di lavoro con la colf o la badante, anche nel caso in cui quest’ultima si rifiuti di sottoporsi alla vaccinazione anticovid.
Più in generale, l’Associazione ha ricordato che la famiglia datrice di lavoro domestico è sempre libera di recedere dal rapporto con la propria colf, badante o baby sitter assunta a tempo indeterminato anche senza che vi sia una giusta causa o un giustificato motivo per farlo. In ogni caso è sempre necessario rispettare i dovuti termini di preavviso.
A disciplinare la questione è l’articolo 40 del nuovo Ccnl domestico che stabilisce che per i rapporti di lavoro superiori alle 25 ore settimanali il preavviso sia di 15 giorni fino a 5 anni di attività presso lo stesso datore, che diventano 30 oltre i 5 anni di anzianità. Nel caso di rapporti di lavoro inferiori alle 25 ore settimanali il termine di preavviso da rispettare in caso di licenziamento è di 8 giorni fino a 2 anni di attività presso lo stesso datore, che diventano 15 quando aumenta la soglia di anzianità.
Anche la lavoratrice può liberamente recedere, rassegnando le sue dimissioni e sempre nel rispetto del dovuto preavviso, un termine che va da 8 a 15 giorni a seconda delle ore lavorate e dell’anzianità di servizio.
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