La recente pubblicazione INAIL è incentrata sul settore delle lavanderie industriali e analizza da una parte i dati statistici e le caratteristiche relative a infortuni e malattie professionali dal 2016 al 2021, dall’altra i rischi specifici a cui possono essere esposti i lavoratori, al fine di individuare le principali misure di prevenzione e/o di protezione (collettiva e individuale) da adottare in tale comparto produttivo.

Cosa tratta

La pubblicazione riguarda tutte le lavanderie industriali che si occupano di noleggio di materiali tessili, lavaggio degli stessi e della loro sterilizzazione, quando necessaria, per attività sanitarie o di alloggio e ristorazione. Le lavanderie più moderne e tecnologicamente più avanzate hanno ampliato l’attività anche con la fornitura e manutenzione degli abiti da lavoro e dei kit sterili per le sale operatorie.

Nella prima parte del documento vengono descritte nel dettaglio le fasi che compongono il ciclo lavorativo, e successivamente i rischi presenti quali:

  • Rischio biologico: legato ai tessili contaminati e ai taglienti o aghi contaminati da fluidi biologici lasciati accidentalmente all’interno della biancheria sporca di provenienza sanitaria; pertanto tale rischio può essere presente nella fase di ricezione della biancheria sporca, cernita, reparto materassi e sterilizzazione dello strumentario chirurgico;
  • Rischio chimico: Alcuni agenti chimici utilizzati per il lavaggio, la decontaminazione e la sterilizzazione possono provocare gravi ustioni (se concentrati), irritazioni (cutanee, oculari e/o delle vie respiratorie), incendi e/o esplosioni; inoltre sono nocivi se ingeriti o inalati e possono liberare gas tossici se mescolati erroneamente con acidi. Le fasi di lavorazione interessate dal rischio chimico sono il lavaggio in generale, la decontaminazione degli strumenti chirurgici e la sterilizzazione;
  • Rischio cancerogeno: l’ossido di etilene, gas impiegato per sterilizzare materiali chirurgici termolabili, oltre a essere infiammabile e tossico, è classificato cancerogeno, mutageno e reprotossico di categoria 1B ai sensi del regolamento CLP;
  • Rischio da movimentazione manuale dei carichi: alcune delle fasi più critiche sono correlate all’attività di traino e spinta dei carrelli di biancheria pulita, ai movimenti ripetitivi e alle posture incongrue durante la cernita manuale della biancheria asciutta, il carico delle lavatrici, il caricamento della calandra, l’asciugatura e lo stiro;
  • Rischio da esposizione a campi elettromagnetici: i sistemi di tracciabilità del materiale a radiofrequenza (RFID), che utilizzano transponder-chips, riportano valori inferiori ai valori limite di azione;
  • Rischio nelle operazioni di manutenzione delle attrezzature di lavoro: Durante gli interventi di manutenzione effettuati su macchine che eseguono il lavaggio e la sterilizzazione del materiale infetto proveniente dagli ospedali o dalle RSA, il rischio prevalente è quello biologico oltre ai rischi di natura psicosociale, legati ad attività che richiedono il montaggio e il rimontaggio di macchine di tecnologia complessa in tempi di intervento ridotti o in spazi ristretti.

Il documento si sofferma infine sull’analisi infortunistica e del fenomeno tecnopatico rilevabile all’interno del settore. La premessa è che tra il 2016 e il 2020, le aziende del comparto delle lavanderie industriali si sono progressivamente ridotte scendendo già nel 2019 sotto le mille unità (contrazione del 22,9%), la cui motivazione può risiedere nel calo occupazionale generale e le chiusure di molte attività a causa della pandemia.

Anche gli infortuni denunciati all’INAIL nel 2020 hanno registrato un calo di circa il 30% rispetto all’anno precedente e questi sono avvenuti principalmente in occasione di lavoro; in generale il fenomeno infortunistico interessa in misura pressoché uguale uomini e donne e la fascia più colpita ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni.

La mano è la parte del corpo più colpita, ma è anche la più esposta: nel 2020 ha interessato il 28% degli infortunati, in aumento rispetto a quanto osservato nel quadriennio precedente. Particolarmente sollecitata durante le ore di lavoro è la colonna vertebrale, che rappresenta nell’ordine la seconda sede della lesione, cui afferisce l’11% degli eventi, in diminuzione negli anni.

Altre sedi anatomiche interessate sono il cingolo toracico (9%), la caviglia, la parete toracica e il ginocchio (tutte con il 6%).

Se si analizzano le circostanze degli infortuni definiti positivamente emerge che uno su quattro è dovuto a schiacciamento contro un oggetto immobile mentre l’infortunato era in movimento, il 22,1% a sforzi fisici, il 19,7% all’urto con un oggetto in movimento e il 15,3% al contatto con materiale appuntito, tagliente o duro.

Per quanto riguarda le malattie professionali invece, queste coinvolgono principalmente le donne e la fascia di età che convoglia il maggior numero di denunce è quella adulta tra 50 e 64 anni.

Le patologie riguardano principalmente il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, a seguire le malattie del sistema nervoso, tutte sindromi del tunnel carpale. Più in dettaglio, tra le malattie da sovraccarico biomeccanico si osserva che quelle più frequenti sono i disturbi dei tessuti molli, a seguire le dorsopatie e pochi casi di artropatie.

Quando entra in vigore

La pubblicazione INAIL è un valido strumento di supporto nell’individuazione dei pericoli e nella valutazione dei rischi all’interno del comparto delle lavanderie industriali, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 28 del D. Lgs. 81/08. Per tale motivo, si tratta di un documento da cui tutte le figure della sicurezza coinvolte possono trarre spunto fin da subito.

Indicazioni operative

Il documento si sofferma su specifiche misure di prevenzione e protezione che possono essere attuate relativamente a ciascun rischio e che possono essere ricondotte genericamente alle seguenti:

  • Corretta progettazione dei processi produttivi
  • Utilizzo di adeguati dispositivi di protezione collettivi e individuali
  • Definizione di procedure di emergenza per affrontare incidenti
  • Procedure e mezzi adeguati alla raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento dei rifiuti
  • Effettuazione di monitoraggi ambientali per valutare la concentrazione di agenti chimici e cancerogeni;
  • Sorveglianza sanitaria;
  • Corretta distribuzione dei tempi di adibizione alla mansione per mezzo di una turnazione tra postazioni di lavoro omogenee per tipologia di attività, ma caratterizzate da diversi indici di rischio.

 

Per tutti i dettagli si rimanda alla pubblicazione INAIL in allegato “Analisi dei rischi lavorativi nelle lavanderie industriali”.