INAIL pubblica un nuovo opuscolo in cui effettua una valutazione della qualità dell’aria nei luoghi di lavoro, analizzando le sostanze presenti indoor e propone degli strumenti per il miglioramento della stessa

 

Cosa tratta?

La qualità dell’aria in un luogo di lavoro rappresenta spesso uno degli elementi cardine in grado di assicurare o al contrario compromettere il benessere di chi vi opera.

La valutazione della qualità dell’aria negli ambienti di lavoro è resa complessa dalla simultanea presenza nell’aria di tali ambienti di molte sostanze di origine diversa, sia prodotte dal normale processo di respirazione antropica, sia emesse dai materiali ivi presenti, sia introdotte dall’esterno.

Le sostanze di origine antropica sono comunemente divise fra quelle emesse attraverso la traspirazione/sudorazione, e quelle emesse attraverso la respirazione., esse sono principalmente costituite da CO2.

Le sostanze generate dai materiali edilizi/di arredo e dalle lavorazioni rilasciano nell’ambiente una grande varietà di sostanze, la maggior parte in concentrazioni minime. Il complesso dei composti organici volatili (TVOC) e la formaldeide (HCHO) sono le sostanze maggiormente emesse dai materiali di arredo, mentre fra le sostanze emesse dalle lavorazioni, quelle più rilevanti sono il monossido di carbonio e gli idrocarburi aromatici (entrambi sono associati a processi di combustione).

Le sostanze inquinanti presenti nell’aria esterna transitano molto spesso tal quali dall’ambiente nel quale vengono generati all’ambiente interno pregiudicandone, ovviamente, la qualità. Ciò avviene sfruttando: l’apertura di finestre (aerazione) o la presenza di infissi non perfettamente installati (infiltrazione), oppure, l’assenza di specifici dispositivi nei punti di prelievo e nello stadio di filtrazione degli impianti meccanici. Di seguito alcune delle sostanze riscontrate:

  • Benzene (C6H6);
  • Biossido di Azoto (NO2);
  • Biossido di Zolfo (SO2);
  • Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA);
  • Monossido di Carbonio (CO);
  • Naftalene (C10H8);
  • Piombo (Pb);
  • Ozono (O3);
  • Radon (Rn);
  • Tetracloroetilene (C2Cl4);
  • Tricloroetilene (C2HCl3).

Benché il d.lgs. 81/2008 fornisca indicazioni riguardo alla qualità dell’aria nell’Allegato IV “Luoghi di lavoro”, l’assenza di elementi quantitativi implica che qualsiasi valutazione in merito va realizzata facendo riferimento alla normativa tecnica.

 

Quando entra in vigore?

Fact sheet pubblicata il 5 dicembre 2023.

 

Indicazioni operative

Sulla base del punto 1.9.1 dell’Allegato IV del d.lgs. 81/2008, il datore di lavoro deve provvedere a rendere accettabile la qualità dell’aria dell’ambiente di lavoro. Di conseguenza, se nella fase di verifica, una o più delle concentrazioni misurate delle sostanze inquinanti risultano superiori alle rispettive soglie di accettabilità, vanno introdotti opportuni interventi correttivi. In linea di principio esistono tre vie per ridurre la concentrazione di un inquinante:

  • minore immissione mediante interventi sulle sorgenti;
  • maggior diluizione mediante l’aumento della quantità di aria immessa;
  • miglioramento dell’efficienza di ventilazione.