Pubblicato il report ambientale SPA sulla qualità nell’aria edizione 2023

 

Cosa tratta?

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha reso disponibile il report ambientale n. 40/2024, esso rappresenta un momento di sintesi delle attività che le strutture tecniche del SNPA conducono, collaborando tra loro e con gli istituti di ricerca nazionali, con l’obiettivo di fornire elementi di discussione e di approfondimento sui temi che riguardano la valutazione e la gestione della qualità dell’aria.

Vengono analizzati, con riferimento al periodo 2013-2022, lo stato, il trend e le dinamiche dell’inquinamento atmosferico nel nostro Paese, i progressi nelle azioni di risanamento e nelle conoscenze scientifiche sul tema. Il report approfondisce inoltre i temi della caratterizzazione delle sorgenti, della modellistica atmosferica, del controllo/assicurazione di qualità delle misure e delle evidenze emergenti sugli impatti sulla salute.

Le elaborazioni sullo stato della qualità dell’aria sono basate sui dati di concentrazione in atmosfera dei vari inquinanti misurati nelle stazioni di monitoraggio, per tutti gli inquinanti (PM2,5, NOx, NMVOC, NH3, SO2, ecc..) all’anno 2021 il trend risulta in diminuzione rispetto gli anni precedenti. L’inquinante per il quale si registra una riduzione più significativa è senza dubbio il biossido di zolfo, per questo inquinante sono già raggiunti gli obiettivi al 2030.

A livello sanitario l’inquinamento atmosferico ha sicuramente un impatto significativo, le evidenze emergenti parlano di una insorgenza di condizioni patologiche per cui l’associazione causale con l’esposizione a inquinanti atmosferici è dimostrata o fortemente suggerita, essa sembra essere preceduta e accompagnata dall’instaurarsi di un microambiente infiammatorio, che può anche contribuire all’aggravamento di patologie preesistenti.

Il particolato ha come via di ingresso preferenziale nell’organismo l’apparato respiratorio. La profondità di penetrazione e il sito di deposizione nelle vie respiratorie sono correlati al diametro aerodinamico delle particelle inalate.

Esempi del coinvolgimento del microambiente infiammatorio nella insorgenza di patologie causalmente associate a PM sono la broncopneumopatia ostruttiva cronica (BCO) e i tumori del polmone nei non fumatori. Il microambiente infiammatorio è associato anche a patologie cardiovascolari associate a PM, oltre che a numerose patologie, tra le quali disordini neurodegenerativi, diabete ed esiti riproduttivi avversi, per cui le attuali conoscenze suggeriscono ma non dimostrano l’associazione causale con l’esposizione a breve o lungo termine a inquinamento atmosferico.

 

Quando entra in vigore?

Report pubblicato il 15 marzo 2024.

 

Indicazioni operative

Le norme nazionali in materia di qualità dell’aria affidano alle regioni e alle province autonome le attività di valutazione e di pianificazione finalizzate a conoscere il contesto territoriale, identificare le misure più efficaci per il rispetto dei valori di qualità dell’aria ed assicurarne l’attuazione.

A livello nazionale è attivo il programma di riduzione delle emissioni in atmosfera, un documento di programmazione previsto dal decreto legislativo n. 81 del 30 maggio 2018, che recepisce nell’ordinamento nazionale la direttiva 2016/2284/UE, concernente la riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici, la cosiddetta direttiva NEC (National Emission Ceilings).

La direttiva stabilisce obiettivi di riduzione delle emissioni nazionali per alcuni inquinanti atmosferici (biossido di zolfo, gli ossidi di azoto, i composti organici volatili non metanici, l’ammoniaca e le polveri PM2,5) da raggiungere entro il 2020 e il 2030.

Il programma contiene misure di riduzione per i settori che sono stati individuati come i principali responsabili dei livelli emissivi degli inquinanti oggetto della direttiva NEC ossia il residenziale/terziario, i trasporti e l’agricoltura.

Gli obiettivi sono perseguiti, in particolare, tramite la dismissione delle centrali termoelettriche alimentate a carbone entro il 2025, il raggiungimento di una quota pari al 55% di fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica, la diffusione del teleriscaldamento, il rinnovo del parco stufe domestiche alimentate a biomassa legnosa, la consistente diffusione di auto elettriche ed il potenziamento del TPL, la forte metanizzazione del trasporto merci sia su strada che navale, la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore non ETS. Per quanto riguarda le riduzioni di ammoniaca dal settore agricoltura, le misure sono relative alla maggiore diffusione di buone pratiche agricole. Un ulteriore grande filone di iniziative riguarda il tema educazione/informazione, stante la grande importanza di tale tema sul successo delle politiche ambientali. Investimenti appositi saranno destinati in particolare al tema dell’informazione sul contributo della combustione della biomassa ad uso civile sull’inquinamento atmosferico.