La prassi per gestire il Servizio di prevenzione e Protezione.
A cura della redazione
Lo scorso mese l’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, ha pubblicato un Discussione paper sul ruolo e sui compiti del Servizio Prevenzione e Protezione (SPP). Il tema è tornato di forte attualità, anche grazie alle importanti novità della digitalizzazione nei processi aziendali ed allo stato attuale appare ancora in fase embrionale, ma ripropone con forza, temi già affrontati nella ottima prassi di riferimento UNI pubblicata nel 2020 e proprio per questo (periodo pandemico) poco nota ed applicata.
Cosa Tratta
Il documento pubblicato dall’Agenzia Europea per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, analizza temi di grande attualità facendo domande su :
1. Il ruolo svolto dai servizi di prevenzione europei in un contesto quale quello del mondo del lavoro che cambia, la digitalizzazione e le mille ipotesi di riorganizzazione e ristrutturazione
2. Tutte le implicazioni e gli sviluppi connessi con gli aspetti più commerciali del servizio, alla qualità della domanda posta sul mercato, alle strutture ed alle capacità professionali disponibili, nonché ai relativi costi.
3. Al cambiamento continuo delle competenze delle varie professioni in ambito SSL, i futuri orientamenti, e il modo in cui possono incidere sulla fornitura, la qualità e l’erogazione del servizio per garantire la conformità ai requisiti richiesti.
Il Discussion Paper dell’Agenzia di Bilbao ha l’obiettivo di valutare nuovamente l’efficacia della legislazione comunitaria, avendo ben chiari tutti gli importanti cambiamenti che dal 1989, anno di emanazione della Direttiva Quadro, hanno interessato il mondo del lavoro europeo, sia per gli aspetti organizzativi (ad esempio sistemi di gestione e/o smart working), sia per le fondamentali innovazioni tecnologiche introdotte dalla Information and Communication Technologies e /o dalla digitalizzazione di tutti i processi aziendali.
Mentre attendiamo maggiori dettagli e l’esplosione di quello che ad oggi rimane una dichiarazione di intenti (obiettivo di un Discussion Paper), appare importante ricordare come la collaborazione tra Uni e Consiglio Nazionale degli Ingegneri CNI abbia già prodotto un documento che ad oggi rimane un riferimento per chi voglia operare conformemente a regole condivise.
Le prassi di riferimento UNI infatti pur essendo adottate in ambito esclusivamente nazionale, rientrano a pieno titolo come documenti di normazione europea (secondo quanto previsto dal reg. UE 1025/2012) perché introducono precise prescrizioni tecniche, sotto la supervisione tecnica di UNI. Hanno durata quinquennale, al termine del quale possono essere ritirate o trasformate in norma. La UNI/PdR 87, è stata pubblicata nel 2020 ed inquadra molto bene il perimetro delle attività svolte dal Servizio Prevenzione e Protezione, partendo dall’ art 33 del Dlgs 81/08 che rimane il principale riferimento legislativo.
La Prassi Uni è stata pensata per fornire indicazioni pratiche per l’istituzione in primis e per la gestione del SPP, nel pieno rispetto dei dettami normativi italiani ed europei in vigore. Le attività del SPP sono molteplici e variano da mere attività di carattere tecnico, ad attività di tipo più gestionale e organizzativo, fino ad attività formative e addestrative.
La Prassi di riferimento è strutturata secondo la logica ben nota del ciclo di Deming, presentando quindi il classico approccio sistemico tipico dei sistemi di gestione, con cui necessariamente si deve confrontare. Le varie attività, vengono raggruppate in aree di intervento, e prevedono i compiti che Rspp e addetti dovranno svolgere in nome e per conto del DDL.I compiti sono molteplici e sono rappresentati in un quadro sinottico di attività che comprendono :
· Analisi dei documenti aziendali
· Visite degli ambienti di lavoro
· Visite delle macchine, degli impianti e delle attrezzature
· Interazione con tutti i soggetti della organizzazione aziendale
· Relazioni con i soggetti pubblici e gli enti di controllo
· Impostazione e progettazione del processo valutativo
· Redazione dei vari documenti di valutazione dei rischi
· Progettazione di interventi informativi e formativi
· Realizzazione di interventi informativi e formativi
· Progettazione e realizzazione dei sistemi di gestione della salute e della sicurezza.
Secondo la prassi le attività possono essere organizzate e strutturate per processi, seguendo le quattro fasi che caratterizzano il ciclo PDCA di Deming
1. Pianificazione (Plan),
2. Attuazione (Do),
3. Verifica (Check),
4. Azione (Act).
La prassi quindi individua sei distinti processi da cui derivano le aree di intervento e le varie attività. I processi sono :
1. Analisi e verifica del contesto organizzativo, dei requisiti legislativi e della documentazione (Plan)
2. Pianificazione (Plan)
3. Attuazione, controlli operativi e verifiche (trattamento del rischio) (Do)
4. Gestione delle procedure organizzative e degli istituti relazionali (Do)
5. Riesami e valutazioni prestazionali (Check)
6. Miglioramento continuo (Act)
Sono infine presenti altri strumenti utili per l’operatività quotidiana. Nella tab.3 Approccio per processi alle attività tipiche del SPP, viene fornito un quadro complessivo di tutti i compiti del SPP in funzione delle sei aree di intervento, ai sei processi, ed in ultimo alle quattro fasi del PDCA. Altro strumento operativo sono le Indicazioni metodologiche per la determinazione dell’impegno annuo di un servizio di prevenzione e protezione aziendale, utile per stabilire anche in fase di progettazione l’eventuale impegno in termini di risorse umane. Il calcolo tiene conto dei vari fattori quali le caratteristiche dell’ organizzazione, le dimensioni e il livello di rischio delle attività. L’analisi riesce quindi ad elaborare 4 diversi di impegno così composti :
Livello A : impegno minimo annuo non inferiore a 10 gg/uomo
Livello B : impegno minimo annuo non inferiore a 50 gg/uomo
Livello C : impegno minimo annuo non inferiore a 100 gg/uomo
Livello D : impegno continuativo
A chiudere la prassi allega, un altro strumento definito come Appendice – Stima dell’impegno annuo previsto per lo svolgimento delle attività di un servizio di prevenzione e protezione che fornisce esempi di calcolo dell’ impegno annuo per lo svolgimento delle attività del SPP.
In allegato la prassi UNI 87/2020.
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