La Legge di Bilancio rafforzerà la detassazione dei premi di produttività
A cura della redazione
Il Consiglio dei Ministri n. 136 del 15 Ottobre 2016, ha anticipato il contenuto della Legge di Bilancio 2017, una manovra che vale 27 miliardi e che si compone del disegno di legge di Bilancio e di un decreto legge che contiene misure aventi carattere di particolare urgenza.
I punti principali del provvedimento, al momento noti, sono i seguenti:
Competitività: sono mobilitate risorse per 20 miliardi. Tra gli strumenti, si ha la proroga del super-ammortamento del 140% sull’acquisto di beni strumentali e l’iperammortamento, ovvero una maggiorazione dell’ammortamento al 250% sull’acquisto di beni strumentali e immateriali (software) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa. È stanziato 1 miliardo al Fondo di Garanzia per le PMI ed è prevista la proroga della cosiddetta “Nuova Sabatini”. Inoltre vi sono misure di sostegno alle start-up innovative, nonché un rafforzamento della detassazione dei premi di produttività.
Tasse: si conferma la riduzione dell’Ires e la progressiva riduzione del carico fiscale. Per il triennio 2017-2019 viene abolita la cosiddetta “Irpef agricola”: i redditi dominicali e agricoli non concorrono cioè alla base imponibile Irpef di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. E per gli agricoltori under 40 è prevista la decontribuzione. Inoltre, il reddito d’impresa degli imprenditori persone fisiche viene assoggettato all’aliquota Iri del 24%, anziché essere ricompreso nel reddito complessivo ed essere sottoposto alla progressività dell’Irpef. La manovra prevede anche interventi a favore delle Partite Iva.
Pensioni: introduzione e rafforzamento della quattordicesima e previsione della possibilità di andare in pensione in anticipo. Aumenta la no tax area per i pensionati anche di età non superiore a 75 anni. L’Anticipo pensionistico (APE) spetta ai lavoratori che abbiano almeno 63 anni e sono a 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia. Potranno accedere all’APE sociale i lavoratori che abbiano almeno 30 anni di contributi se disoccupati, invalidi o con di parenti 1° grado con disabilità grave oppure per chi avrà raggiunto i 36 anni di contributi facendo dei lavori cosiddetti “pesanti”. Queste categorie di lavoratori potranno andare in pensione fino a tre anni e sette mesi prima senza nessun onere fino a 1.500 euro lordi di pensione. Potranno accedere all’APE volontaria i lavoratori che avranno 20 anni di contributi versati, in questo caso la rata di restituzione del prestito andrà di media dal 4,6% al 4,7%. L’APE aziendale ha gli stessi meccanismi di funzionamento di quella volontaria, ma i costi dell'operazione del prestito saranno a carico dell’azienda. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei contributi ai fini della pensione anticipata e di vecchiaia.
Sanità: si conferma il finanziamento al Servizio sanitario nazionale e vengono introdotte finalizzazioni per cure avanzate (farmaci oncologici, per l’epatite C etc) e per la stabilizzazione di giovani medici e infermieri. 113 miliardi (2 in più del 2015).
Sociale: sono previste misure a sostegno della povertà. Dal 2018, con risparmi “istituzionali”, ci saranno 500 milioni di aumento del Fondo per la lotta alla povertà. Da subito, 50 milioni al Fondo dedicato alla non autosufficienza. Alle politiche per la famiglia vanno 600 milioni.
Pari opportunità: 60 i milioni destinati al piano antitratta, a quello contro la violenza alle donne e a sostegno dell’impresa femminile.
Terremoto: 4,5 i miliardi che vanno alla ricostruzione di Accumoli, Amatrice, Arquata e degli altri territori interessati dal sisma del 24 agosto 2016.
Incentivi: 3 miliardi in tre anni per bonus dedicati alle ristrutturazioni edilizie (anche per condomini e alberghi), per il contrasto al dissesto idrogeologico e per l’edilizia scolastica. Previsto il potenziamento di quelli per la riqualificazione energetica e per gli adeguamenti antisismici.
Investimenti: 12 miliardi aggiuntivi in tre anni per gli investimenti pubblici dalle infrastrutture all’ambiente e alle attività produttive, a partire dall’attuazione del Masterplan per il Mezzogiorno.
Periferie: 2,1 miliardi finalizzati al recupero delle periferie (120 i progetti presentati al bando periferie).
Pubblico impiego: 1,9 i miliardi impegnati per il rinnovo dei contratti nella pubblica amministrazione, per le retribuzioni di forze armate, dei corpi di polizia e per nuove assunzioni.
Scuola e università: oltre 800 milioni per il sostegno agli studenti, al diritto allo studio e il rafforzamento della Buona Scuola.
Enti territoriali: 3 miliardi a supporto dei bilanci di Regioni, Comuni, Enti territoriali.
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