La Direttiva UE sulla sostenibilità delle filiere, nota come Supply Chain Act, segna un passo importante verso la responsabilità ambientale e sociale delle imprese. Dal 2027, le grandi imprese e i franchising europei saranno tenuti a valutare e gestire i rischi ambientali e umani all’interno delle loro attività e dell’intera filiera. Questo atto non solo influenzerà le grandi imprese, ma avrà anche un impatto significativo sulle PMI, poiché le nuove regole si applicano a tutta la filiera. Le aziende dovranno quindi adottare misure preventive e di rimedio, coinvolgendo l’intera supply chain. La direttiva offre anche sostegno alle PMI per conformarsi alla legge, garantendo l’accesso alla formazione e allo sviluppo delle capacità. Gli Stati Membri hanno due anni per adottare la direttiva, con scadenze previste a partire dal 26 luglio 2027.


Cosa tratta

La Direttiva Europea sulla sostenibilità delle filiere, nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd) o Supply Chain Act, è diventata legge, segnando un punto di svolta per le imprese di tutte le dimensioni. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale Europea il 5 luglio 2024, la direttiva impone nuovi obblighi di valutazione dei rischi ambientali e sociali, non solo per le grandi imprese, ma per l'intera filiera. E’ sicuramente un tema di cui si parlerà molto nei prossimi anni. Richiede un adeguamento importante anche oneroso, ma promette vantaggi nel medio termine.

Sfide e opportunità

La Csddd apre enormi sfide per le grandi imprese, ma anche grandi opportunità di business per le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane. Queste ultime potrebbero sostituire fornitori esteri o microimprese a basso costo nella catena di fornitura di grandi committenti. Le imprese sono tenute a rispondere alle richieste di informativa sulle questioni rilevanti di sostenibilità ambientali e sociali e a fornire adeguate certificazioni.Il testo della direttiva è il risultato di una lunga battaglia politica. Le preoccupazioni per le ricadute delle norme sui costi degli approvvigionamenti industriali, sulle imprese stesse e su nuove probabili spinte inflazionistiche sono state stemperate nell'ultima versione della direttiva attraverso l'applicazione graduale e proporzionale della Csddd.

Gli obblighi

La direttiva prevede sette obblighi principali, tra cui l'integrazione del dovere di diligenza nelle politiche e nei sistemi di gestione del rischio, l'individuazione e la valutazione degli impatti negativi reali e potenziali sull'ambiente e sui diritti umani, e la rendicontazione della politica e delle misure di due diligence in conformità alle disposizioni della direttiva (Ue) Csrd, in conformità ai principi Esrs. Le imprese sono responsabili per i danni causati sulle persone e sull'ambiente se non hanno rispettato, intenzionalmente o per negligenza, i propri obblighi di due diligence riguardanti la prevenzione e la mitigazione degli impatti negativi. Le sanzioni pecuniarie possono arrivare fino al 5% del fatturato netto globale dell'impresa.

Gli obblighi, come già detto, possono essere riassunti in sette macro obblighi.

  1. Integrazione delle politiche e di tutti i documenti dell’organizzazione e delle misure di monitoraggio.
  2. Individuazione, mappatura e valutazione impiatti negativi su diritti umani e impatti ambientali (reali e potenziali) e la relativa elaborazione delle misure di adeguamento e controllo
  3. Stabilire i canali di comunicazione per segnalazioni e reclami, che siano equi, accessibili, trasparenti.
  4. Coinvolgere efficacemente gli stakeholder (reali e potenziali) mediante consultazioni efficaci e efficienti.
  5. Prevenire ma anche bloccare tutti gli impatti negativi per persone e ambiente e adozione di adeguate misure prevenzionali, protettive e di adeguamento.
  6. Verifiche e monitoraggi per calcolare l'efficacia delle misure adottate, che devono essere successivamente valutate.
  7. Rendicontare politica e misure di diligenza in conformità alla direttiva.

Come prepararsi alla Csddd

Le imprese dovranno adeguarsi alla Csddd in poche mosse, molto onerose sotto il profilo del change management e della gestione della supply chain. Queste includono :

  • la comprensione se rientrano o meno nel perimetro dell'obbligo in base ai parametri dimensionali,
  • la comparazione delle politiche attuali di due diligence con i requisiti della direttiva Csddd,
  • l’identificazione degli stakeholderla creazione di un piano strategico
  • la mappatura degli obblighi, assegnazione dei ruoli e responsabilità
  • la considerazione della Csddd come opportunità per accelerare della strategia sostenibile e per realizzare appieno i vantaggi.

In conclusione

La Direttiva UE sulla sostenibilità delle filiere segna l'inizio di una nuova era per le imprese. Mentre le sfide sono enormi, le opportunità sono altrettanto significative. Con la giusta preparazione e l'adozione di buone pratiche, le imprese possono navigare con successo in questo nuovo paesaggio e trarre vantaggio da una maggiore sostenibilità.


E' possibile trovare il testo ufficiale della direttiva su EUR-Lex, il sito ufficiale dell’Unione Europea per la legislazione.

La Direttiva UE sulla sostenibilità delle filiere, conosciuta anche come Supply Chain Act o Direttiva (UE) 2024/1760, è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale europea il 5 luglio 2024.