A pochi giorni dalla conclusione della COP29, l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha pubblicato un documento che illustra come gli stati membri stanno affrontando il riscaldamento globale e come ne stanno monitorando l’impatto sulla salute dei cittadini.

Cosa tratta

Dal rapporto “Impacts of heat on health” scopriamo che 20 dei 38 paesi membri della EEA hanno già messo in atto un piano di monitoraggio degli effetti del surriscaldamento e azioni per ridurne l’impatto, mentre altri istituti nazionali per la salute pubblica stanno muovendo i primi passi in questa direzione.

L’impegno è maggiore nei paesi meridionali e occidentali, forse più sensibili perché già stanno subendo sulla loro pelle l’impatto del cambiamento climatico; nei paesi dell’Europa centrale e orientale, ancora non si vede l’implementazione di sistemi per controllare l’effetto del riscaldamento sulla salute.

L’importanza del monitoraggio

Le temperature sempre più alte, registrate in estate, causano ogni anno migliaia di morti: si stima che nel 2022 circa 70000 e almeno 48000 nel 2023 siano decedute in Europa per patologie causate o aggravate dal calore eccessivo. Ciò significa che circa il 95% delle morti associate a eventi climatici estremi, registrate fra il 1980 e il 2023, siano dovute al caldo estremo, un fenomeno che le proiezioni dicono che peggiorerà nei prossimi anni.

Le temperature eccessive possono causare esaurimenti da calore, colpi di calore o aggravare una condizione di salute già fragile. Negli ambienti di lavoro, i più soggetti sono:

  • i lavoratori anziani, sempre più numerosi;
  • gli operatori che svolgono attività all’aperto nelle ore diurne;
  • coloro che presentano un quadro che può peggiorare con l’esposizione al calore, come il personale affetto da malattie cardiovascolari, respiratorie, ai reni, diabete o con problemi di salute mentale.

Perciò, è fondamentale che i paesi instaurino sistemi di monitoraggio sull’impatto che le temperature in aumento hanno sulla salute, registrando correttamente i decessi e le patologie connesse, in modo da focalizzare le azioni a prevenzione delle situazioni più soggette e vulnerabili.

La continua raccolta di dati permetterà poi di verificare l’efficacia dei piani di azioni introdotti.

I futuri sviluppi

I numeri rendono la misura dell’urgenza di sviluppare piani d’azione per ridurre l’impatto del surriscaldamento sulla salute della popolazione.

L’ufficio regionale per l’Europa dell’OMS ha individuato 8 elementi per implementare con successo un piano di azione per prevenire gli effetti sulla salute delle temperature eccessive:

  • accordarsi sull’organismo che coordina il piano;
  • inviare allerte precise e in tempi utili;
  • campagne di informazione sulle patologie da calore;
  • interventi per ridurre l’esposizione da calore indoor;
  • attenzione particolare ai gruppi di popolazione più vulnerabili;
  • preparazione del sistema sanitario e sociale per il calore;
  • pianificazione urbana a lungo termine (spazi verdi, materiali e strutture che aiutano a ridurre il calore nei centri urbani);
  • processi di monitoraggio e valutazione continuativi.

Le linee guida dell’OMS rappresentano un supporto alle autorità nazionali per affrontare questa problematica e dovrebbero essere rinnovate nel 2025.

È possibile però sfruttare queste indicazioni per mettere in atto azioni anche all’interno delle nostre organizzazioni, prestando attenzione alla valutazione del rischio microclima per prevenire situazioni di esposizione a temperature estreme e prevedendo un protocollo sanitario ad hoc ove opportuno.

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