Il Keu è un residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli. Il fango miscelato con Carbonato di Calcio dà luogo ad un conglomerato noto con il nome di “plastofill” impiegato per la realizzazione di asfalti o come additivo del calcestruzzo si è rilevato una fonte di dispersione nell’ambiente di Cromo.

Cosa si tratta

I fanghi derivanti dall’attività conciaria fuoriusciti dagli impianti di chiarificazione si caratterizzano come fanghi ispessiti, per cui devono essere sottoposti a vari trattamenti, il cui scopo è quello di eliminare una percentuale elevata di acqua. Questi fanghi per poter essere riutilizzati vengono miscelati con altri prodotti inerti, ottenendo un materiale di recupero utilizzabile per vari impieghi.

I fanghi prodotti possono contenere degli inquinanti, tra cui il Cromo in forma trivalente [Cr (III)], il quale non risulta possedere proprietà tossiche, anzi è un micronutriente per gli animali e per gli uomini. Ma non risulta stabile, in natura il Cr (III) può ossidarsi in cromo esavalente [Cr (VI)] che induce trasformazioni morfologiche, neoplastiche e mutagenicità.

Il comportamento chimico del cromo è influenzato da diversi fattori: quantità di aria, presenza di ossidi e/o idrossidi di manganese, molecole organiche, umidità, ma soprattutto dal potenziale redox del terreno. Questo può favorire l’ossidazione o la riduzione delle specie in esso presenti. Se il potenziale redox del terreno nel suo complesso risulta positivo, quest’ultimo sarà un modesto ossidante e un debole riducente, viceversa in campo negativo. In presenza di un terreno con potenziale redox elevato, ovvero con proprietà ossidanti, il cromo tenderà a presentarsi nella forma esavalente.

Diversi studi hanno dimostrato che risulta di fondamentale importanza per la stabilità del Cromo nel KEU la linea di produzione: Il processo di trattamento di raffreddamento con acqua o meno comporta una sostanziale differenza in termini di fasi mineralogiche, tra cui una instabilità e tendenza alla ossidazione del Cromo trivalente nel KEU irrorato con acqua rispetto ai prodotti di sinterizzazione prima del raffreddamento. Quindi, Il cromo contenuto nel KEU non raffreddato con acqua risulta stabile e non soggetto a significativa ossidazione alla forma esavalente.

La reazione di ossidazione del Cr(III) è relativamente lenta e può richiedere alcuni mesi. Per cui il Cr (III) può passare a Cr (VI) e viceversa, fino a che non si sia raggiunto uno stato di equilibrio.

Conclusioni

A seguito dell’uso del KEU in diversi siti, sono state messe in atto delle misure di bonifica, anche se non risultano delle pratiche di facile attuazione, in quanto la reazione di ossidazione e quella di riduzione possono avvenire contestualmente. La pericolosità è legata soprattutto al potenziale riconversione del Cr(III) in Cr(VI), a seguito di interventi di risanamento ambientale, i quali risulterebbero quindi privi di efficacia. Prima del processo di bonifica deve essere necessariamente considerata la scelta e la progettazione degli interventi di bonifica.

A tal proposito, un indice certamente interessante è il “Potential Chromium Oxidation Score” (PCOS), introdotto da James et al. (1997), che si basa su quattro parametri:

  •  solubilità e forma di Cr(III);
  •  presenza di manganese potenzialmente attivo;
  • potenziale di riduzione del Cr(VI) del suolo;
  • pH

La somma dei valori numerici derivanti dalla quantificazione dei quattro parametri fornisce l’indice PCOS: i valori più elevati indicano un’elevata probabilità che il cromo trivalente si ossidi nella forma esavalente; in tal caso, nelle fasi di scelta e progettazione degli interventi di risanamento, si dovrà tener conto della possibilità che alcune forme di Cr(III) possano essere ossidate nella forma esavalente.