Interessi da ravvedimento non deducibili dal reddito del professionista
A cura della redazione

L’Agenzia delle entrate ha risposto all’interpello n. 56/2025, affermando che gli interessi da ravvedimento versati da un professionista non sono deducibili ai fini della determinazione del reddito di lavoro autonomo.
Nel caso esaminato, un professionista si era avvalso dell'istituto del cd. Ravvedimento speciale delle violazioni tributarie, presentando nel 2024 delle dichiarazioni integrative relative a periodi d'imposta precedenti che avevano determinato l'indicazione di un maggiore debito d'imposta (IRPEF, addizionali all'IRPEF e IRAP). Conseguentemente, aveva versato, in un'unica soluzione nel 2024, le maggiori imposte dovute, l'importo della sanzione ridotta disposta dal ravvedimento speciale e gli interessi. Chiedeva, quindi, se poteva dedurre gli interessi versati con il ravvedimento.
L’Agenzia si è espressa in senso contrario a tale possibilità, sottolineando che gli interessi moratori versati avvalendosi del ravvedimento speciale non possono essere considerati inerenti, in quanto derivano dal ritardato pagamento di imposte che, per loro natura, non sono costi connessi funzionalmente alla produzione del reddito di lavoro autonomo.
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