Il documento rappresenta il primo trattato internazionale sul tema dell’intelligenza artificiale con valore legale per i firmatari, rappresentando un tentativo di delineare un quadro di regolamentazione dell’uso della tecnologia, nel rispetto dei diritti umani e democratici.

Cosa tratta

Reso pubblico il 5 settembre 2024, il trattato Framework Convention con Artificial Intelligence è frutto del lungo lavoro della Commissione sull’Intelligenza Artificiale, composta dai 46 Stati membri del Consiglio d’Europa e dagli Stati osservatori permanenti, ovvero Canada, USA, Messico, Giappone e Vaticano. Inoltre, hanno partecipato alla stesura anche stati non appartenenti al Consiglio, come Australia, Argentina, Perù e Uruguay.

Ricordiamo che il Consiglio d’Europa non è un organismo dell’Unione Europea, pur collaborando con quest’ultima, ma si tratta di un’organizzazione internazionale nata nel 1949 allo scopo di promuovere la democrazia, i diritti umani e l’applicazione delle leggi nel continente europeo. Per questo, le commissioni del Consiglio d’Europa hanno elaborato numerosi trattati condivisi, a partire dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

I contenuti del trattato

Il documento anzitutto ribadisce quelli che sono gli impegni alla base del lavoro del Consiglio d’Europa, che devono essere mantenuti e rispettati nello sviluppo e nell’uso dell’intelligenza artificiale, in qualsiasi fase:

  • protezione della dignità umana e dell’autonomia individuale;
  • trasparenza sui rischi e sorveglianza sui contenuti;
  • misure per assicurare il riconoscimento delle responsabilità nel caso di impatto negativo delle tecnologie sui diritti umani, la democrazia e l’applicazione delle leggi;
  • uguaglianza, garantendo misure che contrastino i casi di discriminazione;
  • protezione della privacy e dei dati personali;
  • assicurare l’affidabilità dell’intelligenza artificiale, imponendo requisiti sulla qualità e sulla sicurezza dei sistemi;
  • infine, agevolare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale in ottica di sicurezza e di rispetto dei principi dei Consiglio d’Europa.

Il trattato enuncia poi una serie di misure per contrastare le violazioni dei diritti umani nelle applicazioni dell’intelligenza artificiale, fra cui:

  • raccogliere e rendere disponibili informazioni riguardati le applicazioni dell’intelligenza artificiale, che possono avere impatto sul rispetto dei diritti umani, ad autorità competenti e alle stesse persone interessate, quando appropriato;
  • effettuare la condivisione di queste informazioni in modo tale da rendere più consapevoli gli utilizzatori;
  • creare un sistema che permetta alle persone interessate di presentare reclami alle autorità competenti.

I paesi sottoscriventi dovranno poi adottare procedure per garantire la sicurezza e la salvaguardia dei diritti, in accordo con le leggi applicabili vigenti, e fare in modo che gli utilizzatori siano sempre resi edotti sul fatto che stiano interagendo con un’intelligenza artificiale e non con un essere umano, prima che l’interazione stessa avvenga.

Come affrontare rischi e impatti sulla popolazione

Il documento definisce poi una serie di requisiti per gestire i rischi e i possibili impatti negativi sulla popolazione dell’intelligenza artificiale:

  • valutare periodicamente i rischi e gli impatti potenziali relativamente al rispetto dei diritti umani, della democrazia e delle leggi vigenti;
  • a seguito, stabilire le necessarie misure di prevenzione e mitigazione;
  • permettere il divieto di alcuni di sistemi di IA, quando si palesino violazioni rispetto a diritti umani, democrazia, rispetto delle leggi in vigore.

Conclusioni

Il documento rappresenta un primo fondamentale tentativo di regolamentare lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale in Europa, ponendosi come uno strumento per difendere i diritti umani, la democrazia e le leggi vigenti nel continente. L’ampia partecipazione internazionale rende chiaro quanto sia attuale e sentita la necessità di dare delle regole condivise all’uso di questa nuova tecnologia, le cui applicazioni avanzano in modo dirompente. Le modalità di controllo di applicazione del trattato, ma anche il carattere iterativo delle misure adottate, presumono un’attenzione costante e un continuo sviluppo delle soluzioni da intraprendere.