Il calo relativo al periodo post-pandemico sembra terminato. Seppure i dati siano certi e resi pubblici dal governo USA, nel 2023 negli Stati Uniti si sono verificati 5.734 decessi sul lavoro, con un aumento del 5,1% rispetto al 2022. Si tratta del primo aumento annuale dopo due anni di calo. La notizia è sconvolgente : negli ultimi 15 anni i morti sul lavoro negli USA sono aumentati del 20%. Ma anche nel mondo i numeri sono preoccupanti. Proviamo a capire analogie e differenze rispetto a quanto succede in Italia e cosa c’è da imparare.

Cosa tratta:

Delle politiche e dei numeri UE parliamo spesso in queste news. Le pubblicazioni EU-OSHA aiutano molto a comprendere i fenomeni e il barometro SSL fornisce utili indicazioni e trend.

Ma cosa succede oltreoceano?

Occorre premettere che il confronto dei dati in materia di salute e sicurezza è complesso, perché sono diverse le definizioni, le fonti dati, ma soprattutto le tecniche di raccolta dati e le forme assicurative. Queste differenze sostanziali rendono estremamente complesso il raffronto dei dati. Se si osservano le statistiche, l’unico dato chiaramente paragonabile rimane quello degli infortuni mortali.

I numeri relativi ad incidenti e decessi legati al lavoro negli USA sono ben tracciati dai primi anni ottanta dello scorso secolo. Il dato più importante è che nel 2010 il numero di infortuni mortali era di 4690 (fonte CFOI). I dati 2022 e 2023 parlano rispettivamente di 5428 e 5734 eventi mortali (fonte OSHA). Gli aumenti sono significativi (oltre il 20%) ed in contro tendenza rispetto ai trend UE, che vedono diminuzioni anche importanti e comunque costanti.

Gli incidenti legati ai trasporti rappresentano poco più di un terzo del totale (35 % = 2014 decessi). Il trend appare costante negli ultimi dieci anni e non subisce sostanziali variazioni. Il confronto con la media UE, vede numeri europei decisamente inferiori. Si parla di un quarto degli infortuni totali UE con percentuali che si aggirano intorno al 22-24%. Il numero italiano è leggermente più alto e si attesta sul 27% circa.

La violazione delle normative USA più frequente da parte delle aziende statunitensi riguarda la protezione anticaduta e rappresentano il 20 % del totale dei decessi (più di 1100 morti solo di caduta dall’ alto nel 2023). Le statistiche Usa parlano di “eventi traumatici non intenzionali” includendo in questa categoria : cadute, scivolamenti, incidenti con macchinari, folgorazioni. Nel solo 2022, il numero di decessi sul lavoro dovuti a scivolamenti, inciampi e cadute è aumentato dell’1,8%. Questo dato è un campanello d’allarme per l’industria e richiede azioni immediate per garantire la sicurezza dei lavoratori. Il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti fornisce dati al minuto per aumentare la comprensibilità del fenomeno e comunicarlo meglio ai lavoratori. Il dato è :

  • Un lavoratore è morto ogni 96 minuti a causa di un infortunio sul lavoro nel 2022.
  • Si registra un’aumento di 5 minuti rispetto alla media di 101 minuti nel 2021.

Difficile comprendere come ad oggi, con tutte le tecnologie, le risorse e le informazioni disponibili sulla sicurezza così tante persone perdano la vita con un trend in costante aumento. I dati dimostrano che i numeri stanno decisamente peggiorando.  Dove è finito il buon vecchio “Safety first” che vedevo da bambino sulle navi ?

E nel mondo?

Ogni giorno, in media, più di 8.000 persone nel mondo muoiono a causa di incidenti o malattie professionali, secondo statistiche  dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) delle Nazioni Unite (ONU). Ogni anno quindi si stima che muoiano quasi 3 milioni di lavoratori, sia sul lavoro che a causa di qualche tipo di incidente sul posto di lavoro. Il numero di lavoratori che muoiono ogni giorno nel mondo è superiore al numero di lavoratori USA che muoiono in un anno intero ed è il doppio della somma dei lavoratori UE morti in un anno.

Un recente rapporto ILO ( A Call for Safer and Healthier Working Environments) dettaglia molto bene le cause principali e le zone del mondo interessate. Quasi il 7 % di tutti i decessi nel mondo sono legati a condizioni lavorative. Il continente africano segna le percentuali più alte (7.4%) seguito dall’ asia (7.1%)

La maggior parte dei decessi (75%) è legata alle malattie professionali (malattie circolatorie, tumori e malattie respiratorie).

Il principale fattore di rischio professionale che contribuisce direttamente alle morti  è l’esposizione ad orari di lavoro “prolungati”. Occorre tenere presente che a livello mondiale per ILO si considera lungo un orario superiore a 55 ore settimanali.

Il fattore di rischio successivo è l’esposizione a fumi, gas e polveri “nocivi”. La notizia positiva è che ILO dichiara che questi decessi appaiono diminuiti di oltre il 20 % negli ultimi vent’anni.

In deciso aumento le neoplasie del polmone e le altre malattie respiratorie legate all’ esposizione all’ amianto (+40%) e al cromo (+100%) sempre negli ultimi venti anni.

Anche in questo caso, è palese che le cose stanno peggiorando.  

Gli sforzi di ILO sono mirati a stabilire nuovi punti di riferimento a livello globale per la sicurezza sul lavoro. Le differenze culturali e geopolitiche saranno d’ostacolo per mettere d’accordo i circa 200 paesi del mondo, come lo sono state ad esempio per decidere la segnaletica unica in tutto il mondo (circa 20 anni). Il cambio culturale mondiale appare la questione più complessa in assoluto.

Al riguardo ILO ha deciso in questi mesi di lanciare una Strategia globale sulla sicurezza e salute sul lavoro per il 2024-2030. L’obiettivo, oltre a quello di ridurre gli incidenti e i morti sul lavoro, è quello di promuovere i sistemi di gestione della sicurezza conformi alla ILO-OSH 2001 che di fatto è simile allo standard ISO 45001. Discorso analogo negli USA dove OSHA (Ente statale che si occupa della SSL) sta promuovendo adozione e implementazione dei sistemi di gestione.

A chiudere:

La tecnologia avanza a passi da gigante, ma la sicurezza sul lavoro rimane una sfida costante in Italia, in UE così come negli Usa e nel mondo. Nonostante i sistemi di gestione della sicurezza, i software predittivi basati sull’intelligenza artificiale e i dispositivi di addestramento alla realtà virtuale, ciò che conta veramente rimane un vero cambio della cultura della sicurezza in ogni luogo di lavoro. I numeri almeno a livello mondiale e sorprendentemente anche a livello USA sono in deciso aumento. L’elenco delle soluzioni di sicurezza high-tech sembra infinito: monitor sanitari indossabili, sensori intelligenti, robot di magazzino e esoscheletri. Tuttavia, appare evidente che non possiamo affidarci esclusivamente a questi strumenti. La tecnologia da sola non cambierà le regole del gioco. È estremamente importante, ha cambiato e cambierà gli scenari ma è solo uno dei tasselli del puzzle, così come i sistemi di gestione.