La Corte di Cassazione, con sentenza n. 6907 del 20 marzo 2009, ha stabilito che le sanzioni disciplinari (incluso il licenziamento) comminate al lavoratore all'interno di un comportamento complessivo di mobbing, devono ritenersi illegittime e, quindi, devono essere annullate.
La Suprema Corte si è così pronunciata, confermando l'annullamento del licenziamento della lavoratrice che, rifiutandosi di dare le dimissioni volontarie su proposta del datore di lavoro, veniva sottoposta, in breve tempo, ad una serie eccessiva di provvedimenti disciplinari irrogati per ragioni strumentali e assolutamente pretestuose (mobbing) e che sfociavano, appunto, nella risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro.