INAIL pubblica un volume inteso a promuovere le conoscenze riguardo i melanomi da radiazioni solari in lavoratori esposti e ad assicurare più efficaci azioni di prevenzione delle esposizioni professionali

 

Cosa tratta?

Il progressivo aumento delle diagnosi di melanoma nella popolazione generale unitamente alla novità rappresentata dalla ricognizione sui tumori cutanei (2018) redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno richiesto un focus sui CSD–melanoma di origine professionale.

Il melanoma cutaneo è una neoplasia maligna potenzialmente letale che origina dalla iper-replicazione dei melanociti nello strato basale dell’epidermide.

È una patologia con un’incidenza in costante aumento e può avere un’eziologia occupazionale in quanto la relazione con la esposizione a radiazioni ultraviolette (UV) solari, efficacemente presente in molteplici attività lavorative, è riconosciuta dalle principali istituzioni internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’International Agency for Research on Cancer (IARC).

Denunciati 2016-2019

 

Agricoltura

Industria e Servizi

Altro

Totale

Donne

13

5

0

18 (16.51%)

Uomini

34

55

2

91 (83.49%)

Totale

47 (43.12%)

60 (55.05%)

2 (1.83%)

109

Età media (denuncia)

64

59

61

61

 

L’analisi delle lavorazioni ricomprese nel settore dell’“industria e servizi” ha consentito di individuare gli edili come categoria maggiormente interessata dal fenomeno e tale dato è consistente con la letteratura, seguiti dai bagnini, generalmente esposti ad alte dosi cumulative di sole nei periodi estivi, e dagli operai di manovra adibiti al carico e scarico.

Dal 2008 al 2014, il melanoma cutaneo da radiazioni solari è stato presente nella lista delle malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità (lista II). Con l’aggiornamento del 2014, il melanoma cutaneo da radiazioni solari non è più in tale elenco, né è mai stato inserito nella tabella delle malattie professionali; pertanto, attualmente per la neoplasia non vige alcun obbligo di denuncia, né a fini statistico-epidemiologici né a fini assicurativi.

 

Quando entra in vigore?

Volume pubblicato il 13 maggio 2024.

 

Indicazioni operative

La “radiazione solare” è classificata come cancerogeno del gruppo 1 dalla IARC in quanto per essa sono disponibili sufficienti evidenze di cancerogenicità per l’uomo. Pur costituendo un fattore di rischio per tutte le attività outdoor, la radiazione UV solare non rientra tra gli agenti fisici né tra gli agenti cancerogeni e mutageni normati dal d.lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro), pertanto esse sono escluse dal campo di applicazione del titolo VIII (agenti fisici) e del titolo IX capo II (sostanze pericolose – protezione da agenti cancerogeni e mutageni).

L’articolo 28 del d.lgs. 81/2008 in modo generale richiede al datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori. Nel caso particolare, inoltre, il comma 1 dell’art. 181 del suddetto decreto specifica che “il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi”.

La fotoprotezione è l’obbiettivo che deve essere necessariamente previsto per le lavorazioni all’aria aperta. Esso prevede in primo luogo l’attuazione di una serie di misure organizzative, nonché di alcune misure ambientali, l’uso di appropriati dispositivi di protezione individuali (DPI) e indispensabili interventi di informazione e formazione dei lavoratori.