Il lavoro su piattaforme digitali è un fenomeno che si è sempre più diffuso negli ultimi anni e sta rimodellando i mercati del lavoro di tutta l’Unione Europea. Rappresenta un potenziale trampolino di lancio per tante persone in cerca di lavoro, in particolare per quei soggetti maggiormente discriminati nel lavoro “tradizionale”

Il discussion paper di EU-OSHA mostra come il lavoro su piattaforme digitali possa essere un trampolino di lancio e allo stesso tempo un vicolo cieco per particolari categorie di lavoratori quali migranti e lavoratori appartenenti a minoranze etniche, persone con disabilità, malattie o condizioni croniche e donne.

Cosa tratta?

Per lavoro su piattaforma digitale si intende tutto il lavoro retribuito fornito tramite, su o mediato da una piattaforma di lavoro digitale; il lavoro è altamente eterogeneo e comporta un'ampia varietà di compiti, quali ad esempio quelli d'ufficio e di inserimento dati, lavori di traduzione, servizi professionali, servizi domestici, attività di trasporto e consegna (delivery).

Attualmente più di 500 piattaforme di lavoro digitali e 28 milioni di lavoratori delle piattaforme digitali sono attivi nell'UE.

Da un lato, il lavoro su piattaforma digitale crea possibilità di guadagnare un reddito (aggiuntivo) e di sviluppare attività imprenditoriali, anche per le persone che si trovano davanti barriere nell'accesso al mercato del lavoro “tradizionale”.

D'altra parte, il lavoro su piattaforme digitali presenta sfide che incidono sul benessere, sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.

Se da un lato il lavoro su piattaforme offre maggiore flessibilità e autonomia nella gestione degli orari e dei turni di lavoro, dall’altra tutti i meccanismi sono guidati dall’uso della gestione algoritmica (software che monitorano e valutano il lavoro svolto dai lavoratori e che ne determinano il loro “rating”) di cui però non sono mai del tutto chiari i principi o le regole che la caratterizzano.

Un altro aspetto del lavoro sulle piattaforme digitali è la prevalenza di accordi di lavoro e occupazione non standard (orari di lavoro atipici o flessibili, luoghi di lavoro non convenzionali e così via). Inoltre, la maggior parte dei lavoratori è classificata come lavoratore autonomo in maniera fittizia: si stima circa un 20% in Europa.

EU-OSHA si sofferma su lati positivi e negativi di questo fenomeno in rapporto a particolari categorie di lavoratori quali migranti e lavoratori appartenenti a minoranze etniche, persone con disabilità, malattie o condizioni croniche e donne. Vediamoli nel dettaglio.

Opportunità

Rischi

Lavoratori migranti o appartenenti a minoranze etniche

  • Opportunità di guadagno per chi ha poche o nessuna possibilità di lavoro alternativo (regolarizzazione del lavoro nell'economia sommersa);
  • Possibilità di scegliere attività senza barriere linguistiche e accessibili in termini di posto di lavoro (lavoro da casa o raggiungibile tramite trasporto pubblico);
  • Non è richiesta la prova delle qualifiche, le questioni
  • relative al riconoscimento delle qualifiche estere vengono aggirate;
  • Nessuna divulgazione dello status di migrante o di
  • minoranza etnica durante la domanda di lavoro.
  • Erronea classificazione come lavoratori autonomi e conseguente esclusione da benefici o programmi di sostegno economico;
  • Ottenere incarichi dipendenti dalla forza del profilo del lavoratore (recensioni);
  • Crescente prevalenza di migranti irregolari impegnati nel lavoro su piattaforme digitali;
  • Retribuzione (molto) bassa, orario di lavoro lungo e frammentato;
  • Elevata esposizione a livelli significativi di gestione algoritmica e conseguente discriminazione basata su di essa;
  • Carente rispetto dei requisiti di SSL;
  • Scarsa crescita professionale (si accetta qualsiasi lavoro, anche inferiore alla propria preparazione).

Donne lavoratrici

  • Possibilità di scegliere orari di lavoro flessibili e adeguati alle responsabilità di cura, migliorando l'equilibrio tra lavoro e vita privata;
  • Possibilità di lavorare da casa.
  • Accettare cattive condizioni generali in cambio di
  • un lavoro flessibile e da casa;
  • Elevata dipendenza dal lavoro su piattaforme digitali;
  • Mancata corrispondenza tra occupazione e istruzione;
  • Maggiori difficoltà e discriminazioni dettate dalla gestione algoritmica a causa delle frequenti interruzioni;
  • La classificazione come lavoratore autonomo può influire sull'ammissibilità a benefici o programmi di sostegno economico;
  • Carente rispetto dei requisiti di SSL.

Lavoratori con disabilità, malattie o condizioni croniche

  • Opportunità di guadagno per chi ha poche o nessuna possibilità di lavoro alternativo, che consente di tornare facilmente al lavoro con pochi vincoli e di provare (nuove) attività;
  • Scegliere i compiti fattibili in relazione alla disabilità o condizione;
  • Scegliere compiti accessibili in termini di posto di lavoro (lavoro da casa);
  • Nessuna necessità di divulgare la condizione di disabilità o di malattia durante la domanda di lavoro o l'esecuzione del lavoro;
  • Gli strumenti e le tecnologie digitali possono facilitare nell’esecuzione di determinati compiti;
  • Possibilità di scegliere orari di lavoro compatibili con necessità di cura e trattamenti medici;
  • Necessità di poche risorse per avviare il lavoro;
  • Le piattaforme potrebbero non essere accessibili (ad es. per coloro che utilizzano tecnologie assistive);
  • Difficoltà di combinare il reddito percepito tramite lavoro su piattaforma con i possibili sostegni economici (ad es. sussidi di invalidità, congedo per malattia);
  • Discriminazione dettate dalla gestione algoritmica a causa delle frequenti interruzioni;
  • Mancanza di mezzi per assicurarsi alloggi e strumenti di assistenza;
  • Carente rispetto dei requisiti di SSL.

Quando entra in vigore

Il discussion paper di cui si tratta nel presente articolo è stato pubblicato da EU-OSHA in data 13 Aprile 2023 e raccolgono i dati di sette indagini svolte tra il 2018 e il 2022.

Indicazioni operative

EU-OSHA propone alcune indicazioni al fine di garantire che il lavoro su piattaforma digitale sia effettivamente un trampolino di lancio o comunque un ambiente sano una grande opportunità per chi riscontra particolari difficoltà nell’approccio al lavoro “tradizionale”.

A tal fine le piattaforme dovrebbero:

  • essere incoraggiate ad adottare ampie politiche di genere e diversità affinché l’ingresso e l’intermediazione nel lavoro siano inclusivi;
  • implementare dei sistemi che riguardino la convalida delle competenze e dell'esperienza ottenuta tramite questo lavoro;
  • garantire la corretta classificazione dell’inquadramento lavorativo (soprattutto per i migranti, molti dei quali lavorano su piattaforme dove il lavoro autonomo fittizio sembra essere più diffuso);
  • prevedere opzioni per segnalare eventuali problemi di discriminazione, molestia e trattamento iniquo, nonché meccanismi per affrontarli e dar loro seguito.

Infine i responsabili politivi dovrebbero:

  • mirare a migliorare le condizioni di lavoro e di occupazione e la SSL in generale, in particolare in questo settore in forte sviluppo dove non mancano situazione critiche per il benessere fisico e mentale nel breve e lungo periodo;
  • informare e coinvolgere i lavoratori delle piattaforme digitali in merito alle iniziative di prevenzione e gestione dei rischi per la SSL intraprese.

 

Per ulteriori dettagli si rimanda al discussion paper di EU-OSHA “WORKFORCE DIVERSITY AND DIGITAL LABOUR PLATFORMS: IMPLICATIONS FOR OCCUPATIONAL SAFETY AND HEALTH”, in allegato al presente articolo.