L’edilizia rappresenta uno dei settori più critici per quanto riguarda l’impatto ambientale e climatico in Europa. Secondo il recente report pubblicato il 27 settembre 2024 dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA), intitolato "Addressing the Environmental and Climate Footprint of Buildings", il settore edilizio è attualmente il principale responsabile di pressione sul clima e sulle risorse naturali. Nonostante l’Unione Europea abbia già adottato diverse politiche per affrontare queste problematiche, manca ancora una visione integrata che consideri l’intero ciclo di vita degli edifici e colleghi le questioni ambientali a quelle climatiche.

Lo Stato Attuale dell'Edilizia in Europa

Il settore edilizio, che comprende la costruzione, l'uso e la demolizione degli edifici, ha un impatto significativo sull’ambiente. Le statistiche fornite dall'EEA sono allarmanti:

·       Il 35% delle emissioni di gas serra dell'Unione Europea proviene dal settore edilizio;

·       L’utilizzo di edifici assorbe circa il 42% del consumo energetico complessivo;

·       Un terzo dei materiali impiegati nell'UE è destinato all'edilizia, e la demolizione degli edifici genera i più grandi flussi di rifiuti in termini di peso. Sebbene i tassi di riciclaggio dei rifiuti di costruzione siano elevati, il riutilizzo delle materie prime ottenute resta ancora molto limitato.

Questi dati evidenziano l'urgenza di rendere il patrimonio edilizio europeo più sostenibile e di ridurre il suo impatto sul clima. Il report sottolinea l'importanza di una strategia globale che affronti sia l’uso efficiente dell’energia che la gestione dei materiali e dei rifiuti. Tuttavia, secondo l’EEA, ciò che manca è una politica coordinata che integri tutte le questioni ambientali e climatiche lungo l’intero ciclo di vita degli edifici.

La Direzione Politica: Il Regolamento "Case Green" e la Direttiva EPBD

Uno dei pilastri per rendere gli edifici europei più sostenibili è il Regolamento "Case Green", formalmente noto come Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive). Questo regolamento impone agli Stati membri di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici con l’obiettivo di arrivare a un patrimonio immobiliare a zero emissioni entro il 2050. Tra le misure previste vi sono l’adozione di materiali da costruzione sostenibili, la ristrutturazione degli edifici esistenti e l’uso di tecnologie che migliorano l'efficienza energetica.

Secondo il report dell'EEA, la ristrutturazione del parco edilizio esistente rappresenta una delle soluzioni più efficaci per ridurre l’impatto ambientale complessivo. Le ristrutturazioni dovrebbero privilegiare l’uso di materiali con basso impatto ambientale, massimizzando l'efficienza energetica e integrando soluzioni basate sulla natura, come spazi verdi, tetti verdi e pareti vegetali. Tali interventi non solo ridurrebbero le emissioni, ma contribuirebbero anche a migliorare la resilienza climatica degli edifici, rendendoli più resistenti a eventi estremi legati al cambiamento climatico.

Nonostante i progressi, ci sono numerose sfide da affrontare per raggiungere l’obiettivo di un patrimonio edilizio a zero emissioni. Una di queste è il crescente bisogno di alloggi accessibili e di qualità, soprattutto in un contesto di cambiamento demografico e invecchiamento della popolazione. In molti centri urbani, la domanda di edifici potrebbe aumentare, portando alla necessità di soluzioni che combinino risparmio energetico, protezione dai rischi climatici e supporto alla biodiversità.

L’EEA evidenzia inoltre come la transizione verso edifici più sostenibili possa essere favorita da un approccio partecipativo, che coinvolga le comunità locali nel processo decisionale. Le politiche dovrebbero inoltre promuovere la rigenerazione urbana, includendo soluzioni innovative e favorendo l’inclusione sociale attraverso incentivi economici, come sussidi per la ristrutturazione degli edifici e per la costruzione di alloggi sostenibili a prezzi accessibili.

Un altro elemento critico è rappresentato dalla gestione dei rifiuti edili. Sebbene i tassi di riciclaggio siano elevati, come accennato, il vero problema risiede nel basso riutilizzo dei materiali riciclati. Promuovere una maggiore economia circolare all'interno del settore potrebbe ridurre ulteriormente l’impatto ambientale, incentivando il riutilizzo dei materiali nelle nuove costruzioni.

Il settore edilizio è al centro di numerose politiche dell'Unione Europea legate a energia, economia circolare, digitalizzazione e giustizia sociale. Tuttavia, non esiste ancora una strategia unica che unisca tutte queste questioni.

Una delle più recenti iniziative politiche è il Nuovo Bauhaus Europeo, lanciato dalla Commissione UE nel 2021. Questo progetto ha l’obiettivo di promuovere soluzioni sostenibili e innovative per trasformare gli ambienti urbani e gli stili di vita, con un’attenzione particolare alla qualità estetica, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Il Bauhaus Europeo mira a ridefinire il rapporto tra natura e ambiente costruito, incoraggiando la creazione di edifici che siano non solo funzionali ed efficienti, ma anche esteticamente piacevoli e sostenibili a lungo termine.

Conclusione

Il futuro dell’edilizia in Europa dipende da una trasformazione profonda verso la sostenibilità. Raggiungere l’obiettivo di edifici a zero emissioni entro il 2050 richiede un approccio coordinato che includa l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti, la resilienza climatica e la partecipazione delle comunità. Le sfide sono molte, ma le opportunità per rendere le città europee più verdi e vivibili sono altrettanto numerose, e iniziative come il Bauhaus Europeo offrono una visione ispiratrice per il futuro del settore. Solo attraverso una pianificazione olistica e politiche mirate sarà possibile garantire un ambiente costruito sostenibile per le generazioni future.