Una nuova scheda dell’INAIL tratta il tema dell’utilizzo dei biocidi naturali in alternativa ai prodotti chimici pericolosi solitamente utilizzati nel settore del restauro e conservazione dei beni culturali.

Cosa tratta?

La pubblicazione INAIL si sofferma sul rischio chimico a cui sono esposti tutti coloro che si occupano di restauro di beni culturali e che ricadono nel Titolo IX del D. Lgs. 81/08 (Sostanze pericolose – Capo I – protezione da agenti chimici).

Le principali fasi del restauro, infatti, prevedono l’utilizzo di diversi agenti chimici pericolosi quali solventi, detergenti, vernici, smalti, resine, enzimi, biocidi, adesivi, stucchi e additivi, composti protettivi, consolidanti e sequestranti.

La valutazione del rischio deve tenere conto di:

  • Caratteristiche dei prodotti (proprietà chimico – fisiche desumibili dalle schede dati di sicurezza);
  • Tempi e vie di esposizione;
  • Quantitativi utilizzati;
  • Modalità di utilizzo ed eventuali interazioni con altre sostanze;
  • Concentrazioni di utilizzo;
  • Caratteristiche dell’ambiente di lavoro, che possono essere chiusi ma opportunamente ventilati (studio, laboratorio, museo) o chiusi senza un idoneo sistema di ventilazione (sotterranei e seminterrati) o all’aperto (scavi archeologici e cantieri);
  • Caratteristiche dei soggetti esposti (età, sesso, fattori genetici, eventuali patologie, ecc.) che possono influenzare la capacità dell’organismo di assorbire, metabolizzare ed espellere determinate sostanze.

Gli effetti di tale esposizione possono essere:

  • Acuti: breve esposizione a dosi elevate. Ad esempio toluene e xilene possono provocare debolezza, perdita di appetito, affaticamento, confusione e nausea;
  • Cronici: lungo periodo di esposizione a basse dosi causando sindromi a livello del sistema nervoso periferico, epatico, renale e del midollo osseo, cancerogenesi e/o mutagenesi, teratogenicità. Ad esempio l’inalazione di cloruro di metilene in taluni casi può portare anche alla morte.

I danni all’organismo degli operatori sono acuiti anche dall’inadeguato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

La soluzione che negli ultimi anni si sta trovando a questo problema è rappresentata dall’utilizzo, in sostituzione dei biocidi di sintesi sopra citati, di sostanze naturali a basso impatto ambientale quali:

  1. oli essenziali: estremamente concentrati, con elevata attività antimicrobica e molto costosi;
  2. idrolati: miscele idrofile molto diluite con minore attività antimicrobica ma più sicuri per la salute umana oltre che meno costosi;
  3. fitocomplessi estratti da piante officinali: miscele complesse di molecole ad ampio spettro di azione, ancora poco indagati in questo contesto.

Quando entra in vigore

Il documento informativo INAIL rappresenta uno strumento riepilogativo e di supporto per le attività di restauro e conservazione dei beni culturali al fine di valutare la possibilità di ridurre l’esposizione degli addetti ad agenti chimici. Per tale motivo, si tratta di uno strumento da cui tali attività possono trarre spunto fin da subito.

Indicazioni operative

Il Datore di lavoro, una volta effettuata la valutazione del rischio, deve attuare le misure tecniche ed organizzative di prevenzione necessarie per l’eliminazione o riduzione del rischio, quali in primis proprio la sostituzione dell’agente pericoloso con altri che non lo sono o lo sono in maniera minore. Laddove ciò non sia possibile, il datore di lavoro

  • valuta la riprogettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione;
  • fornisce attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure di manutenzione adeguate;
  • riduce al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;
  • riduce al minimo la durata e l’intensità dell’esposizione;
  • applica misure igieniche adeguate;
  • riduce al minimo la quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle necessità della lavorazione;
  • applica metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza nella manipolazione, nell’immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.

Qualora l’esito della valutazione non riporti un rischio basso per la sicurezza e irrilevante per la salute dei lavoratori e le misure sopracitate non siano sufficienti, allora il Datore di Lavoro

  1. effettua controlli tecnici mirati per valutare il livello di esposizione;
  2. adotta appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio;
  3. adotta misure di protezione individuali, compresi i dispositivi di protezione individuali, qualora non si riesca a prevenire con altri mezzi l’esposizione;
  4. organizza la sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 229 e 230 del D. Lgs. 81/08.

 

In allegato Factsheet INAIL “Biocidi naturaliossibile alternativa per la sicurezza nel settore del restauro e conservazione dei beni culturali