Il 25 giugno si è celebrata la giornata nazionale dello Smart Working e in tale occasione l’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha presentato i risultati della ricerca:” Smart Working: la sfida del digitale”.

Di cosa si tratta:

Lo smart Working, definito anche lavoro agile è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi.

La Fondazione per la Sostenibilità Digitale ha raccolto 4000 interviste su un campione rappresentativo di cittadini italiani residenti nelle città più grandi di ogni regione e nei comuni più piccoli.

Dalla ricerca risulta un maggiore apprezzamento per il lavoro ibrido, ovvero un mix tra lavoro a distanza e in presenza, particolarmente gradito dai lavoratori delle grandi città, con ben il 79% degli intervistati, percentuale leggermente minore nei piccoli comuni con il 70%.

L’idea che il futuro del mondo del lavoro sarà in modalità ibrida per una netta maggioranza degli abitanti è legata alle seguenti convinzioni:  

  1. Minore impatto ambientale, in quanto riduce gli spostamenti casa-lavoro e viceversa. Di questa idea sono ben l’81% dei residenti delle città e il 76% dei piccoli centri;
  2. Work-life balance e quindi un migliore equilibrio tra tempo di vita e tempo di lavoro. Sempre una percentuale elevata risulta d’accordo con questo beneficio: 79% delle città e il 74% nei piccoli centri;
  3. Parità di genere, in quanto per il 21% dei grandi centri e il 13% dei borghi ritiene che permetta di ridurre gli svantaggi per l’avanzamento di carriera;
  4. Benefici per le donne: tendenza favorevole al lavoro a distanza per le donne che risiedono nei grandi centri urbani, mentre nei piccoli centri sembra emergere quasi una percezione negativa, probabilmente legata a una minore disponibilità di servizi a supporto della conciliazione tra lavoro e vita familiare;
  5.  Maggiore produttività: idea condivisa da entrambi i gruppi intervistati;

 

La maggioranza delle persone intervistate ritiene che la modalità di lavoro a distanza, oltre ai benefici sopra enunciati, comporti però un isolamento sociale e aziendale, a seguito di una minore possibilità di interazione con i colleghi, generando un senso di isolamento. Idea maggiormente diffusa nei piccoli centri (55%), probabilmente a causa di una minore disponibilità di alternative ed opportunità sociali offerte dal contesto locale.

 

La ricerca ha analizzato anche la conoscenza da parte degli intervistati degli strumenti digitali per poter effettuare lo Smart Working. Infatti, tale modalità di lavoro richiede lo sviluppo di nuove competenze digitali, maggiormente diffuse nelle città, al contrario dei piccoli centri. Un vero e proprio gap tecnologico.

L’uso degli strumenti digitali, come app per effettuare videoconferenze, strumenti di collaborazione, siti/app per l’organizzazione dell’accesso in ufficio o piattaforme per l’archiviazione e condivisione rappresentano un mondo ancora sconosciuto per la maggior parte della popolazione, ma nonostante questo la maggior parte pensa che il lavoro del futuro sarà proprio un mix tra lavoro in presenza e distanza.