Lo smart working ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel recente periodo, a causa della pandemia, in quanto ha rappresentato un valido strumento per contemperare le esigenze di continuità dell’attività produttiva e il distanziamento sociale come forma di prevenzione dei contagi.

Tra i fattori positivi dello smart working, anche al di fuori del contesto pandemico, si può certamente annoverare, in termini sociali, il miglioramento delle condizioni territoriali, ambientali e di mobilità. Più persone hanno la possibilità di lavorare in modalità di telelavoro e meno sono gli spostamenti, anche con i mezzi privati che, spesso, continuano ad essere preferiti a quelli pubblici.

Il ritorno alla normalità rappresenta un’occasione importante per le aziende per affrontare la sfida rappresentata dall’esigenza di cambiare la mobilità delle persone. In tal senso, il ricorso allo smart working, seppure regolamentato in modo diverso da quello degli ultimi 18 mesi, rappresenta uno degli strumenti chiave su cui il Mobility Manager potrà far leva.

Un altro aspetto emerso con la pandemia è legato al miglior utilizzo degli spazi aziendali. Molte aziende stanno rivedendo la politica di gestione degli spazi, prevedendo la presenza non contemporanea di tutti i lavoratori, che si alterneranno tra lavoro in presenza e telelavoro. Anche con riferimento alla gestione di questi aspetti diventa rilevante la competenza del Mobility Manager. Quale professionista qualificato, potrà organizzare le presenze in sede in modo tale da favorire il car pooling, il car sharing, il trasporto a chiamata, o le navette, contemperando le diverse esigenze dei lavoratori. Si potrà organizzare il lavoro valutando il luogo di residenza dei lavoratori e favorendo la compresenza in sede di quelli che arrivano dagli stessi comuni o da zone vicine, cosicché possano viaggiare con un unico mezzo.