Rapporto di lavoro
ExtraUE: determinati i flussi di ingresso per l'anno 2003
A cura della redazione
Fissati con il DPCM 6/06/2003 (G.U. n. 143 del 23/06/2003) entro la quota massima di 19.500 unità i cittadini extracomunitari ammessi in Italia per motivi di lavoro.
La suddetta quota viene così ripartita:
- 8.500 unità cittadini extraUE per motivi di lavoro subordinato stagionale provenienti da Paesi firmatari del trattato di adesione dell'Unione europea (Slovenia, Polonia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Repubblica Ceca, Slovacchia) oppure dalla Serbia, Croazia, Montenegro, Bulgaria e Romania, nonché dai Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione in materia migratoria: Tunisia, Albania, Marocco, Nigeria, Moldavia, Sri Lanka ed Egitto. Rientrano nella quota anche gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato stagionale nell'anno 2001 e 2002.
- 800 cittadini stranieri per motivi di lavoro autonomo appartenenti alle seguenti categorie: ricercatori, imprenditori che svolgono attività di interesse per l'economia nazionale, liberi professionisti, soci e amministratori di società non cooperative, artisti di chiara fama internazionale e di alta qualificazione professionale ingaggiati da enti pubblici e privati. Rientrano nella quota anche le conversioni di permesso di soggiorno per motivi di studio e formazione professionale in permessi di soggiorno per lavoro autonomo.
- 200 cittadini extraUE per motivi di lavoro subordinato anche stagionali e di lavoro autonomo di origine italiana residenti in Argentina.
- 10.000 cittadini extraUE per motivi di lavoro subordinato non stagionale di cui 500 dirigenti o personale altamente qualificato e 3.600 cittadini di Paesi che hanno sottoscritto specifici accordi di cooperazione in materia migratoria così ripartiti: 1.000 albanesi, 600 marocchini, 300 egiziani, 200 nigeriani, 200 moldavi, 500 srilannkesi e 300 Bangladesh.
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