INAIL pubblica una nuova fact sheet che pone l’attenzione sul monitoraggio dell’esposizione occupazionale a benzene e relativo valore limite biologico

Cosa tratta?

Il benzene è un idrocarburo aromatico, molto volatile, inquinante ubiquitario, presente anche nel petrolio e suoi derivati, come la benzina, e nel fumo di tabacco. Le sue qualità di ottimo solvente ne hanno determinato, nel secolo scorso, una grande diffusione di utilizzo per molti processi industriali, fino a quando la sua tossicità e cancerogenicità sono state accertate riducendone fortemente l’impiego attraverso normative sempre più stringenti e riducendo di conseguenza sempre di più i possibili livelli di esposizione. Il benzene viene assorbito prevalentemente per inalazione e per contatto cutaneo e metabolizzato dal fegato.

Il benzene risponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena (categoria 1 A) ed è pertanto un agente cancerogeno ai sensi della direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall’esposizione occupazionale a cancerogeni e mutageni. La direttiva (UE) 2022/431, in recepimento in Italia nel 2024, riduce i valori limite di esposizione occupazionale al benzene, rivedendone il valore limite di cui all’Allegato III della direttiva 2004/37/CE.

Diverse organizzazioni scientifiche hanno riconosciuto l’utilità del monitoraggio biologico del benzene per valutare l’entità dell’esposizione, attraverso la misura di biomarcatori, cioè la misura della concentrazione di una sostanza o dei suoi prodotti di trasformazione metabolica in compartimenti biologici eticamente raggiungibili o la misura di effetti biologici, precoci e reversibili, riferibili alla sostanza stessa. È necessario considerare vie di assorbimento diverse da quella inalatoria, come quella cutanea, per garantire il miglior livello di protezione possibile, per cui è utile il monitoraggio biologico delle sostanze per i cui valori limite di esposizione è riportata la notazione cute, come per il benzene.

Il monitoraggio biologico dell’esposizione a benzene può essere effettuato misurando diversi biomarcatori urinari, come l’acido S-fenilmercapturico (SPMA), l’acido trans,trans-muconico (t,t-MA) o il benzene immodificato.

Quando entra in vigore?

Scheda informativa pubblicata il 9 ottobre 2023.

Indicazioni operative

Il valore limite occupazionale di esposizione (OELV) per il benzene sarà a breve abbassato in molti Paesi: in Europa la direttiva 2022/431 fissa l’OELV a 0,2 ppm, mentre l’Acgih (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) propone addirittura un TLV-TWA di 0,02 ppm; poiché potrebbe essere difficile rispettare il valore limite di 0,2 ppm (0,66 mg/m3) in alcuni settori nel breve termine, come misura transitoria, il valore limite di 1 ppm (3,25 mg/ m3) dovrebbe continuare ad applicarsi fino al 5 aprile 2024, mentre dal 5 aprile 2024 e fino al 5 aprile 2026, dovrebbe applicarsi un valore limite transitorio di 0,5 ppm (1,65 mg/m3). Questa riduzione avrà un notevole impatto sul monitoraggio biologico dell’esposizione, sia dal punto di vista dei metodi di analisi utilizzati sia dei fattori di confondimento.

L’analisi di concentrazioni sempre più basse di analita in considerazione dei valori limite progressivamente sempre più bassi, stabiliti per l’esposizione a benzene dalla nuova direttiva europea cancerogeni (UE) 2022/431 in recepimento nel nostro paese, richiede però una approfondita scelta del metodo analitico e delle possibili interferenze; da questo punto di vista il miglior indicatore biologico di esposizione è l’SPMA analizzato mediante HPLC/MS/MS.

Alla luce di queste novità, l’Allegato XXXIX del d. lgs. 81/2008 che prevede attualmente a livello nazionale il valore limite biologico solo per il Pb dovrà essere esteso con l’introduzione di valori limite biologici per l’esposizione ad altre sostanze, tra cui il benzene.