L’Agenzia Europea per la Sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA) ha pubblicato una relazione in cui esamina i rischi psicosociali e gli effetti avversi sulla salute mentale dei lavoratori europei con basso status socioeconomico

 

Cosa tratta?

La letteratura specializzata si occupa sempre più delle implicazioni dei fattori di rischio psicosociale e dei corrispondenti risultati sulla salute mentale nel mondo del lavoro. Le ricerche precedenti si sono spesso concentrate sulla popolazione totale o su panoramiche settoriali di industrie o occupazioni selezionate.

Tuttavia, vi è una relativa scarsità di studi che indagano specificamente i gruppi sociali più vulnerabili particolarmente esposti ai rischi psicosociali, come i lavoratori poco qualificati o poco retribuiti. Ciononostante, prove preliminari sembrano indicare che questa categoria risulta essere maggiormente vulnerabile a questi tipi di rischio.

Di seguito viene fornito un breve riepilogo dei risultati sull’insorgenza di rischi psicosociali e sugli esiti avversi sulla salute mentale dei lavoratori europei con basso status socioeconomico, evidenziando i punti principali.

Le elevate richieste di lavoro non sono compensate da un adeguato riconoscimento lavorativo, questo porta ad uno stato di insicurezza lavorativa e di reddito che diventa un ulteriore fattore di stress.

Maggiormente soggetti a queste situazioni sono i lavoratori giovani e migranti, i lavoratori poco qualificati e/o con un livello d’istruzione basso.

Nella relazione viene evidenziato il ruolo della pandemia di COVID-19 e della digitalizzazione quali importanti fattori esterni che influenzano la presenza di tali rischi e la salute mentale per questo gruppo specifico di lavoratori.

 

Quando entra in vigore?

Relazione pubblicata il 4 dicembre 2023.

 

Indicazioni operative

Le indagini sembrano suggerire che i fattori legati al lavoro contribuiscono più dei fattori legati allo stile di vita al peggioramento della salute, in accordo con ciò possono essere pianificate delle misure che agiscano da fattori protettivi contro lo sviluppo di problemi di salute mentale:

  • Migliorare il supporto organizzativo (sia tra colleghi che tra capi);
  • Ridurre le richieste di lavoro;
  • Migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata;
  • Incoraggiare il coinvolgimento dei lavoratori;
  • Impegnarsi nella promozione della salute mentale;
  • Ecc..

La relazione presenta, inoltre, 10 buone prassi adottate da imprese e parti interessate, che contribuiscono a moderare l’entità degli effetti avversi sulla salute dei lavoratori con basso status socioeconomico. I risultati offrono indicazioni per i futuri orientamenti della ricerca e propongono spunti di politiche per migliorare la gestione e la prevenzione dei rischi psicosociali per la categoria di lavoratori in questione.