La recente pubblicazione INAIL, elaborata dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, analizza l’andamento infortunistico e tecnopatico relativo al genere femminile attraverso i dati provvisori dell’ultimo biennio e quelli consolidati del quinquennio 2017-2021.

Cosa tratta

La Consulenza statistico attuariale (Csa) dell’Inail ha analizzato i dati mensili del periodo gennaio-dicembre 2021-2022, rilevati al 31 dicembre di ciascun anno, e quelli annuali del quinquennio 2017-2021, rilevati al 31 ottobre 2022, per descrivere con numeri più consolidati il fenomeno infortunistico e tecnopatico, in relazione alle varie caratteristiche che li contraddistinguono (genere, età, modalità di accadimento, settore di attività, territorio, Paese di nascita).

Riportiamo di seguito alcuni dei dati emersi dalla pubblicazione relativamente al fenomeno infortunistico:

  • Aumento del 25,7 % delle denunce di infortunio totali tra gennaio e dicembre 2022 rispetto al 2021 di cui + 42,9 % delle lavoratrici;
  • Dai dati delle denunce di infortunio al 31 Dicembre 2022, sette contagi da Covid-19 su 10 riguardano le donne. La fascia d’età più contagiata ha oltre 49 anni e le professioni maggiormente coinvolte sono quelle sanitarie;
  • Nel quinquennio 2017-2021 emerge una diminuzione complessiva del 12,7 % delle denunce di infortunio sul lavoro, con poca differenza tra gli uomini e le donne;
  • Nel 2021 l’incidenza degli infortuni occorsi alle donne sul totale delle denunce è tornata ai valori ante pandemia;
  • I casi mortali denunciati dalle donne nel 2021 sono stati il 29,8 % in più rispetto al 2017 (quasi il doppio rispetto agli uomini);
  • Durante il biennio 2020-2021 le denunce in complesso per infortuni in itinere occorsi alle lavoratrici risultano di poco inferiori a quelle degli uomini, a differenza di quanto avvenuto negli anni pre-pandemia;
  • In termini relativi, la quota degli infortuni in itinere sul totale degli infortuni dello stesso sesso è stata comunque sempre più elevata per le donne rispetto agli uomini, anche se nel biennio 2020-2021, ma soprattutto nel 2020, complice il massiccio ricorso allo smart working, è scesa notevolmente: dal 23% medio del triennio 2017-2019, al 13% del 2020 e al 20% del 2021;
  • Le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze (per esempio da parte di pazienti o loro familiari nei confronti degli operatori sanitari, da studenti o parenti nei confronti degli insegnanti, fino ai rapinatori in banche e uffici postali) rappresentano circa il 3 % di tutti gli infortuni femminili avvenuti in occasione di lavoro e riconosciuti dall’Inail. A livello territoriale, nel periodo 2017-2021 il Nord si attesta la percentuale più alta di denunce;

Invece di seguito elenchiamo per punti i principali dati relativi al fenomeno tecnopatico:

  • Le malattie denunciate nel 2022 sono aumentate del 22,8% rispetto al 2021: le denunce femminili sono state il 6,8% in più mentre tra gli uomini l’incremento è stato del 11,1%;
  • Prendendo in considerazione i dati annuali più consolidati, aggiornati al 31 ottobre 2022, si rileva che le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2021 sono aumentate del 23,4% rispetto all’anno precedente;
  • Il 77,5% delle denunce di malattia professionale femminili nel 2021 si sono concentrate nella gestione Industria e servizi (contro l’84,4% di quelle maschili), il 20,6% in Agricoltura e il restante 1,9% nel Conto Stato;
  • A livello territoriale le denunce di malattie professionali femminili nel 2021 si distribuiscono percentualmente per il 40% al Centro, per il 35% al Nord e per il 25% nel Mezzogiorno;
  • Si confermano tra le più prevalenti anche nel 2021 le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, che insieme a quelle del sistema nervoso raggiungono l’82% del totale delle denunce: queste rappresentano il 92% tra le lavoratrici;
  • Nel 2021 i disturbi psichici sono stati denunciati in misura simile da entrambi i sessi ma con una percentuale per le lavoratrici sul totale delle malattie dell’1,3%, più del doppio di quella degli uomini, pari allo 0,5%;
  • Nel quinquennio 2017-2021 la quota di riconoscimento di malattie professionali asbesto correlate del genere femminile rappresenta il 4%. La quota è costantemente cresciuta: nel 2017 il 3,6% dei malati professionali è di genere femminile, nel 2021 il 4,6%. Per le donne la definizione dei postumi è risultata più severa.

Quando entra in vigore

Il Dossier è stato pubblicato a Marzo 2023 e rappresenta uno spunto di riflessione sul fenomeno infortunistico e tecnopatico del genere femminile.

Indicazioni operative

La tutela della salute e sicurezza sul lavoro di tutti i lavoratori è ormai una prerogativa essenziale all’interno di tutte le organizzazioni ma spesso ci si dimentica di come le differenze di genere giochino un ruolo fondamentale e debbano essere considerate ai fini della valutazione dei rischi.

Lo stesso D. Lgs. 81/08, all’articolo 28, comma 1 riporta che la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli […] connessi alle differenze di genere.

Alla luce degli obblighi normativi, i datori di lavoro devono:

  • puntare a rendere il lavoro più sicuro e più facile per tutti;
  • tenere conto della diversa esposizione che i lavoratori e le lavoratrici possono avere in determinate circostanze, in ragione delle differenti mansioni eventualmente svolte e della loro diversa fisiologia;
  • tenere conto dell’andamento infortunistico e tecnopatico all’interno dell’ambiente di lavoro ma anche sulla base dei dati nazionali per determinare le attività da attenzionare;
  • gestire la valutazione dei rischi considerando come gli stessi possano avere effetti diversi su uomini e donne;
  • essere flessibili in relazione agli orari lavorativi;
  • coinvolgere le donne nel processo decisionale in materia di gestione di salute e sicurezza sul lavoro.

 

Si rimanda alla Dossier Donne INAIL 2023 in allegato per ulteriori dettagli.