Decreto Lavoro: aumenta la deducibilità dei contributi per colf e badanti
A cura della redazione
Assindatcolf, sul proprio sito internet, ha reso noto che il c.d. Decreto lavoro (all’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei Ministri) dovrebbe prevedere l’aumento da 1.549,37 a 3.000 euro l’anno della soglia massima di deducibilità dei contributi che il datore di lavoro domestico versa trimestralmente per le attività di colf, badanti e baby sitter.
Infatti la nota dell’Associazione ricorda che chiunque ha regolarmente alle proprie dipendenze un lavoratore domestico può, in fase di dichiarazione dei redditi, portare in deduzione l’ammontare delle somme versate trimestralmente all’Inps purché non superi, ad oggi, la soglia di 1549,37 euro l’anno. Non sono previsti limiti di reddito, ma è possibile portare in deduzione solo la parte a carico del datore, e non quella spettante al lavoratore (viene anticipata dal datore e trattenuta in busta paga).
Secondo indiscrezioni, l’intenzione del Governo è quella di raddoppiare tale limite di deducibilità al fine di aiutare le famiglie datrici di lavoro a far fronte agli aumenti contrattuali scattati nel 2023, con i minimi incrementati del 9,2%, per effetto dell’adeguamento al costo della vita secondo l’indice Istat all’80% per i salari e al 100% per le indennità di vitto e alloggio.
Secondo i calcoli di Assindatcolf, a beneficiare del raddoppio degli sgravi potrebbero soprattutto i datori di lavoro che hanno in essere rapporti di lavoro superiori alle 34 ore settimanali (che rientrano nella fascia unica prevista dall’Inps per i rapporti di lavoro che superano le 25 ore settimanali).
Per rendere davvero sostenibile il costo dell’assistenza in casa, spiega l’Associazione, sarebbe necessario agire sulla fiscalità legata alle retribuzioni e non solo su quella relativa ai contributi. La proposta di Assindatcolf ormai fatta propria da tutte le associazioni di categoria è quella di rendere totalmente deducibile il costo del lavoro domestico: oltre ai contributi anche gli stipendi, le ferie, la tredicesima ed il tfr. Una misura di equità sociale che aiuterebbe economicamente le famiglie già alle prese con i rincari delle bollette ma che andrebbe anche ad incidere sulla piaga del lavoro nero, che nel settore ha percentuali altissime.
Ad oggi, solo chi, nella condizione di non autosufficienza, assume una badante ed ha un reddito al di sotto dei 40mila euro annui ha diritto ad uno sgravio rispetto allo stipendio versato al lavoratore. Attenzione però, parliamo di detrazione e non deduzione per un massimo di 399 euro l’anno (il 19% di 2100 euro), a fronte di un costo che può superare i 17mila euro annui, come nel caso di una badante assunta in regime di convivenza.
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