Il complesso delle attività manifatturiere svolge un ruolo fondamentale nel nostro sistema economico e si occupa della trasformazione dei beni primari in prodotti finiti destinati al consumo.

L’ultima pubblicazione “Dati INAIL” si sofferma proprio questo settore che, nella gestione Inail dell’Industria e Servizi, risulta essere particolarmente interessato sia dal fenomeno infortunistico che tecnopatico. Nel quinquennio 2017-2021 ha infatti registrato rispettivamente una media del 19,0% e del 21,9% sul totale delle denunce pervenute all’Istituto, risultando, in entrambi i casi, il settore più colpito.

Cosa tratta?

Il classico settore secondario è costituito:

  • dalla cosiddetta industria in “senso stretto” formata dall’industria manifatturiera (sezione C della classificazione ATECO 2007) Insieme alle più piccole sezioni B, D ed E (rispettivamente: industria estrattiva; produzione e distribuzione energia elettrica e gas; gestione e trattamento rifiuti e fognature), e
  • dalla sezione F ovvero il settore delle “Costruzioni”.

Secondo i dati di contabilità nazionale il comparto manifatturiero occupa il 14% di tutte le unità di lavoro annue totali nonché il 63% di quelle impiegate nell’industria.

Questo settore produttivo nel 2021 dava lavoro a un numero medio di 3,7 milioni di addetti, di cui soltanto poco meno di 800mila (il 21% del totale) impiegati presso imprese con meno di 10 dipendenti.

Un settore così ampio registra anche una quota elevata di infortuni sul lavoro: nel 2021 sono poco meno di 90mila, di cui 208 mortali. Le denunce di infortunio sono aumentate in un anno del 17,1% dopo il forte calo del 2020, rimanendo comunque su livelli inferiori al triennio 2017-2019.

L’aumento degli infortuni sul lavoro ha interessato tutte le attività a eccezione della fabbricazione di prodotti farmaceutici (-10,3%) e dell’industria del tabacco (-19,4%).

Le attività nelle quali si contano più infortuni sul lavoro e più eventi mortali sono, invece:

  • la fabbricazione di prodotti in metallo (22% delle denunce e 23% dei decessi di tutto il manifatturiero) e
  • la fabbricazione dei macchinari (13% per entrambi).

La gran parte degli infortuni avviene in occasione di lavoro con un’incidenza che è costante nel quinquennio 2017-2021 (84%), a meno del 2020 anno in cui si rileva un aumento di circa due punti percentuali. Per i decessi si sottolinea un aumento nel 2020 soprattutto per effetto dei contagi professionali mortali contratti in occasione di lavoro.

Gli infortunati del manifatturiero sono prevalentemente uomini (85%), con piccole differenze tra comparti. Anche i casi mortali riguardano principalmente il genere maschile anche se, nel 2021, a fronte del calo di decessi maschili si registra un aumento di quelli femminili.

Tra le categorie professionali più colpite da infortunio, vi è il personale non qualificato delle attività industriali e professioni assimilate (5,6% di denunce) e gli attrezzisti di macchine utensili (5,5%).

I decessi sono più elevati tra i montatori di carpenteria metallica (5,4%) e tra il personale non qualificato addetto all'imballaggio e al magazzino (4,9%).

Oltre i tre quarti delle denunce sono concentrate nel Nord del Paese, il 14% nel Centro, il 10% circa nel Meridione. Per gli eventi mortali si osserva che è più bassa la quota del Nord (65%), mentre sono più elevate le incidenze al Centro (17%) e nel Sud e Isole (18%).

Per quanto riguarda le malattie professionali, nel quinquennio 2017-2021, considerando il solo settore manifatturiero, l’andamento è stato in crescita fino al 2020, anno caratterizzato dal forte shock dovuto alla pandemia e si è ritornati ad un aumento delle denunce nel 2021.

A livello territoriale, sempre considerando l’ultimo quinquennio disponibile, i casi di tecnopatie denunciate all’Inail si sono concentrati maggiormente nelle regioni del Centro con il 34,8% del totale, e nel Nord-est, dove è presente un’altra quota rilevante pari al 27,7%.

Il maggior numero di denunce (più del 50 % delle totali) riguarda i seguenti settori:

  • fabbricazione di prodotti in metallo (15,9%);
  • industrie alimentari (14,3 %);
  • fabbricazione di macchinari ed apparecchiature (8,2%);
  • fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (7,2%);
  • fabbricazione di altri mezzi di trasporto (6,6%).

Le denunce riguardano perlopiù il genere maschile, salvo alcune eccezioni come la confezione di articoli di abbigliamento per le quali le proporzioni si invertono essendo svolte prevalentemente da donne.

Nel 2021, con riferimento alle sole malattie riconosciute positivamente, le più diffuse sono quelle a carico del tessuto muscolare e connettivo, a seguire quelle del sistema nervoso, le malattie dell’orecchio e dell’apofisi mastoide, le malattie del sistema respiratorio ed i tumori.

All’interno del settore manifatturiero, quello del legno è tra i più sviluppati all’interno del nostro paese.

Tra i rischi professionali per la salute cui sono potenzialmente esposti gli addetti alle lavorazioni, vi è quello connesso all’aerodispersione delle polveri di legno duro, che possono comportare un rischio di natura cancerogena.

Dal punto di vista legislativo le polveri di legno duro sono disciplinate dal Titolo IX, capo II del d.lgs. 81/08 e s.m.i. Il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro è stato inserito nell’allegato XLII del decreto (Elenco di sostanze, miscele e processi) tra gli agenti cancerogeni di cui all’art. 234, comma 1 a) punto 2.

Inoltre, il datore di lavoro delle imprese in cui vi è produzione di polveri di legno duro ha l’obbligo di valutazione dell’esposizione professionale e quello di mantenere e garantire nel tempo, il rispetto del VLEP, attualmente fissato nella misura di 2 mg/m3.

Lo strumento per la verifica della conformità al VLEP a garanzia della salubrità dell’aria degli ambienti di lavoro è il monitoraggio ambientale, ossia il ricorso alle misurazioni menzionate all’art. 237, 1 d) da effettuare con “metodi conformi alle indicazioni dell’ALLEGATO XLI”.

Quando entra in vigore

I dati INAIL riguardano l’andamento di infortuni e malattie professionali del quinquennio 2017-2021. La pubblicazione è di Giugno 2023.

Indicazioni operative

Per la riduzione del rischio chimico, incluso quello legato alle polveri di legno, INAIL ricorda che sono già attive da tempo iniziative di incentivazione alle imprese (bandi ISI) che sostengono finanziariamente, tra l’altro, l’acquisto di impianti e sistemi di aspirazione e di altre macchine e/o impianti per la riduzione di questi rischi specifici.

Inoltre, le aziende che installano sistemi di aspirazione dell’aria per la riduzione della concentrazione di agenti chimici pericolosi e/o di agenti cancerogeni o mutageni presenti nei luoghi di lavoro, possono far valere tale intervento per l’ottenimento della riduzione del premio assicurativo Inail per prevenzione (Modello OT 23).

 

Per tutti i dettagli si rimanda alla pubblicazione Dati INAIL in allegato.