Conflavoro PMI ha reso noto che secondo il rapporto Istat sulle condizioni di vita, reddito e carico fiscale delle famiglie, il costo del lavoro (ossia la somma delle retribuzioni lorde dei lavoratori e dei contributi sociali a carico dei datori di lavoro) risulta pari in media a 31.783 euro per lavoratore. Di questi, solo il 54,4% (17.277 euro) finisce nelle tasche del dipendente.

La parte restante (45,6%, 14.506 euro) è formata dal cuneo fiscale e contributivo (ossia la somma dell’imposta personale sul reddito da lavoro dipendente e dei contributi sociali del lavoratore e del datore di lavoro). Come noto, i contributi sociali dei datori di lavoro rappresentano la componente più elevata del costo del lavoro (24,8%). Il restante 20,8% è posto a carico dei lavoratori sotto forma di imposte dirette (14,3%) e di contributi sociali (6,5%).

Il cuneo fiscale e contributivo è più elevato all’aumentare dell’età e del titolo di studio che consente di accedere a lavori più remunerativi. Infatti il cuneo per i dirigenti raggiunge il valore massimo del 52,8% del costo del lavoro e per gli operai è al 43,6%.

Inoltre, è nettamente più elevato per chi presenta un contratto di lavoro a tempo indeterminato (46,4% contro i 41,8% di chi ha un contratto temporaneo) e un orario di lavoro a tempo pieno (46,4% rispetto a 40,9% di chi lavora meno di 30 ore settimanali). Si attesta al 45,9% per i cittadini italiani contro il 42,5% di chi non ha la cittadinanza italiana. A livello territoriale, il cuneo è più elevato nel Nord-ovest (46,7%) e più basso (43,4%) al Sud e nelle Isole, dove i redditi sono mediamente inferiori.