Il ritorno della crisi energetica, il perdurare della guerra in Ucraina, la nuova guerra in Israele e l’aumento dei prezzi (inflazione ancora alta), continueranno a mettere in difficoltà il sistema produttivo e gran parte delle famiglie Italiane. ​

Al momento, si è in attesa anche di nuove disposizioni che troveranno collocazione nella legge di bilancio 2024, nel decreto fiscale di accompagnamento e nei decreti legislativi attuativi della legge di riforma fiscale che dovrebbero confermare la riduzione dell’incidenza contributiva per i dipendenti, l’innalzamento strutturale del limite di esenzione dei benefit, la riduzione (a tre) degli scaglioni di reddito ai fini IRPEF, la riduzione di deduzioni e detrazioni, la revisione della normativa sulla destinazione tacita del TFR alla previdenza complementare, ecc.; tutti interventi che dovrebbero portare alla valorizzazione del potere d’acquisto delle busta paga e, in alcune situazioni, anche risparmi nel costo del personale.​

In particolare, si potranno avere i seguenti maggiori/minori costi:​

·       di rivalutazione del TFR, per le somme in azienda (molto meno onerosa rispetto allo scorso anno);​

·       degli oneri legati all’aumento del costo del denaro disposto dalla BCE (attualmente al 4,5% rispetto al 2,50 del 31.12.2022);​

·       per le auto fornite ai dipendenti in uso promiscuo;​

·       legati alle trasferte del personale;​

·       derivanti dalla rivalutazione di minimali e massimali;​

·       Il venir meno dei maggiori incentivi per l’assunzione di giovani (under 36 – neet) e per l’assunzione di donne.

Rivalutazione del TFR – La percentuale di rivalutazione del TFR del 2023, rispetto a quella al 31.12.2022, si sta riducendo in modo significativo, in particolare:​

- La percentuale al 31.12.2022 si è attestata al 9,974576%;​

- La percentuale al mese di agosto 2023 è risultata pari al 1,571066%.

Costo del denaro Si ricorda che attualmente il Tasso di interesse sulle operazioni di riferimento principali dell’Eurosistema (ex TUR) e fissato al 4,5% (2,5% al 31.12.2022).​

Detto valore incide:​

  • Sugli interessi per il differimento e la dilazione dei contributi e premi e accessori di legge;​
  • Sulle sanzioni civili per omesso o tardato versamento dei contributi e premi e relativi oneri accessori, rilevabile dalle denunce e registrazioni obbligatorie ovvero qualora la denuncia della situazione debitoria sia effettuata spontaneamente prima di contestazioni o richieste da parte degli enti ovvero derivante da oggettive incertezze connesse a contrastanti orientamenti giurisprudenziali o amministrativi sulla ricorrenza dell’obbligo contributivo;​
  • Sull’incremento dell’eventuale imponibile contributivo derivante dai benefit relativi a prestiti agevolati ovvero ai contributi in conto interessi per mutui/prestiti concessi ai dipendenti (da verificare alla cessazione del rapporto o al 31.12).​

Auto fornite ai dipendenti per uso promiscuo – Il perdurare dell’aumento del costo del carburante ha determinato e determinerà un maggior costo sostenuto dalle aziende per le auto fornite ai dipendenti in uso promiscuo (costo del carburante a carico azienda sia per uso di servizio sia per uso personale, salvo riaddebiti al lavoratore). ​

Trasferte del personale – Maggiori costi sostenuti per il carburante delle auto aziendali utilizzate dai dipendenti e maggiori costi per i rimborsi a piè di lista per trasferte con auto di proprietà del dipendente.

Normativa per il 2024 – Le previsioni normative in materia oneri a carico dipendente (mantenimento del cuneo contributivo), di tassazione progressiva (riduzione da 4 a 3 scaglioni delle aliquote IRPEF), di riduzione per determinate fasce di reddito delle deduzioni e detrazioni, di strutturalità del limite di esenzione dei benefit, aiutano ad aumentare (nel complesso) il potere di acquisto delle buste paga (aumento del netto) e indirettamente anche la possibilità di contenere alcuni costi del personale.