La nanotecnologia implica la creazione e/o manipolazione di materiali su scala nanometrica (nm), che corrisponde a un milionesimo di millimetro. I nanomateriali possono essere naturali, come le goccioline di grasso presenti nel latte, o prodotti e sottoprodotti di processi industriali, come le saldature o più banalmente gli incendi. La produzione di nanomateriali ingegnerizzati è in rapido sviluppo e ha una vasta gamma di applicazioni in molti settori diversi, come la medicina, l'edilizia e i prodotti cosmetici. Le nanotecnologie offrono vantaggi potenzialmente enormi per la società, l'industria, l'ambiente e la salute. Possono contribuire a migliorare la qualità della vita, ridurre le emissioni di gas serra, migliorare la diagnosi e cura delle malattie, e bonificare aria, suolo e acqua inquinati. E’ al contempo necessario però garantire la protezione degli individui da eventuali rischi per la loro salute e sicurezza derivanti dall'utilizzo di nanomateriali fabbricati. Ci possono essere rischi nuovi, insoliti o unici associati alla tecnologia delle nanotecnologie, e la scienza ha il compito di identificare e gestire tali rischi. 

Cosa sono i nanomateriali?

Le cosiddette nanotecnologie implicano la creazione, l’industrializzazione e/o comunque la manipolazione di materiali su scala nanometrica (nm). Un nanometro è un milionesimo di millimetro. Per dare l’idea:

  • un capello umano ha un diametro di circa 70 nm;
  • un globulo rosso è largo circa 5 nm;
  • le molecole organiche semplici hanno dimensioni che vanno da 0,5 a 5 nm.

Le nanoparticelle esistono da sempre in natura, ad esempio il latte contiene goccioline di grasso su scala nanometrica e ogni cellula del nostro corpo ha necessità di fare affidamento su complessi proteici di dimensioni nanometriche per funzionare correttamente. Le nanoparticelle possono inoltre rappresentare un sottoprodotto di molti processi ormai ben noti quali ad esempio gli incendi, ma anche i motori diesel e tutti i processi di produzione/trasformazione ad alta energia come ad esempio la saldatura o la molatura. Discorso diverso è invece rappresentato dalla progettazione e/o produzione e/o fabbricazione di nanomateriali ingegnerizzati. Parliamo di un'area in rapido e costante sviluppo, con un'ampia gamma di applicazioni in settori anche molto diversi. Ad esempio, un biologo può utilizzare nanomateriali per produrre farmaci nuovi e rivoluzionari, un costruttore può installare finestre autopulenti, rivestire nuove costruzioni con nanomateriali che garantiscono prestazioni superiori e tutti noi lettori possiamo utilizzare prodotti cosmetici che contengono nanomateriali.

Cosa dice la normativa ?

Il 18 ottobre 2011 la Commissione ha adottato la raccomandazione sulla definizione di nanomateriale . Secondo questa Raccomandazione un "Nanomateriale" è : Un materiale naturale, accessorio o fabbricato contenente particelle, allo stato non legato o come aggregato o agglomerato e in cui, per il 50 % o più delle particelle nella distribuzione dimensionale numerica, una o più dimensioni esterne rientrano nell'intervallo dimensionale 1 nm - 100 nm.

In casi specifici e ove giustificato da lecite preoccupazioni in primis per la salute e/o la sicurezza ma anche per l'ambiente, la soglia del 50 % per la distribuzione dimensionale può essere sostituita da una soglia compresa tra l'1 e il 50 %. Infine e in deroga a quanto sopra,

  • i fullereni;
  • i fiocchi di grafene;
  • i nanotubi di carbonio a parete singola con una o più dimensioni esterne inferiori a 1 nm devono essere considerati nanomateriali.

La definizione di cui sopra, appare cruciale per la definizione della futura normativa italiana ed europea e sarà utilizzata principalmente per identificare i materiali per i quali potrebbero applicarsi legislazioni specifiche (ad esempio per la valutazione del rischio o l'etichettatura degli ingredienti). Occorre infine precisare, che la definizione normativa di nanomateriale che è stata adottata dalla Commissione Europea appare omnicomprensiva, data l’ampia variabilità dei materiali considerati. In ottica safety è giusto chiarire che:

  • un materiale che rientra in questa definizione non è automaticamente pericoloso;
  • un materiale che non rientra in questa definizione non è necessariamente a basso rischio.

In linea di massima è sempre necessario applicare un approccio cautelativo alla gestione del rischio ed è importante essere sempre chiari sul livello di pericolo di qualsiasi materiale che si sta utilizzando. In casi come questi, in cui si hanno informazioni e conoscenze limitate sui rischi che l’esposizione può causare, il principio di precauzione diventa fondamentale. Il Dlgs 81/08 (Testo Unico), non tratta in specifico il tema dei nanomateriali, relegandolo all’interno del tema più ampio del rischio chimico, ma all’ Allegato VIII - INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE RELATIVE A PROTEZIONI PARTICOLARI. Al Punto 3 si trova un ELENCO INDICATIVO E NON ESAURIENTE DELLE ATTIVITÀ E DEI SETTORI DI ATTIVITÀ PER I QUALI PUÒ RENDERSI NECESSARIO METTERE A DISPOSIZIONE ATTREZZATURE DI PROTEZIONE INDIVIDUALE, in cui viene meglio specificato che chiaramente : In base alla valutazione dei rischi sarà stabilito se sia necessario l’impiego di attrezzature di protezione individuale ed eventualmente quali caratteristiche debbano avere tali attrezzature, conformemente alle disposizioni della presente direttiva. In ogni caso riguardo al rischio chimico viene fatto espresso riferimento al :

RISCHI CHIMICI (inclusi i nanomateriali)

Rischi

Parte del corpo interessata :

Tipo di attrezzatura di protezione individuale

Esempi di attività in cui può essere necessario utilizzare il tipo corrispondente di attrezzatura di protezione individuale


Solidi (polveri, fumi, fibre e nanomateriali)

Apparato respiratorio

Apparecchi di protezione delle vie respiratorie dalle particelle

Uso di materiali formati da nanoparticelle o contenenti nanoparticelle

Mani

Guanti di protezione dai rischi chimici e creme protettive quali protezioni supplementari/accessorie

Uso di materiali formati da nanoparticelle o contenenti nanoparticelle

Vantaggi e svantaggi delle nanotecnologie

Da più parti si sostiene che il futuro passa attraverso le nanotecnologie. I vantaggi che possono potenzialmente offrire sono enormi ed a tutti i livelli (sociale, industriale, ambientale, personale ecc.) I progetti ad oggi sviluppati, possono aiutarci a migliorare la qualità della nostra vita, in particolare per:

  • Rispondere a questioni chiave come il cambiamento climatico;
  • Ridurre le emissioni di gas serra;
  • Migliorare lo stoccaggio e l'efficienza dell'energia;
  • Migliorare la diagnosi e la cura di molte malattie;
  • Sviluppare sistemi informatici più veloci;
  • Realizzare sistemi di bonifica di aria, suolo e acqua inquinati.

Gli svantaggi invece partono dalla considerazione che tutte le nanotecnologie sono argomenti nuovi ed emergenti. Seppure come già detto, si prevede che saranno alla base di moltissime innovazioni tecnologiche nel 21° secolo, i rischi per la salute sul lavoro derivanti dai nanomateriali ingegnerizzati, sono ancora poco chiari. L’incertezza tipica che accompagna qualsiasi nuova innovazione, in questo caso è più sostanziale che formale. Non vi sono ad oggi conoscenze approfondite e specifiche sulle vie di esposizione, non è chiara la fisiologia dei nanomateriali all’ interno del corpo umano e soprattutto quali siano le interazioni tra nanomateriali e tutti i vari apparati del corpo umano. Una corretta valutazione dei rischi derivanti dall'esposizione a nanomateriali, così come da qualsiasi altra sostanza pericolosa e non, richiede la conoscenza e la comprensione della tossicità intrinseca, i limiti dei livelli di esposizione sulle tre vie principali di assorbimento (cutaneo, ingestione, inalazione) e qualsiasi relazione tra esposizione ed effetti sulla salute. La realtà è che ad oggi mancano i dati sui rischi associati all’ esposizione a nanomateriali.

Il ruolo del RSPP

La norma è chiara : il ruolo del RSPP è quello di garantire che le persone siano protette da qualsiasi rischio per la loro salute e/o sicurezza derivante dalle attività lavorative. RSPP ha quindi la responsabilità tecnica della scelta dei DPI (necessari ed idonei come da art. 18 Dlgs 81/08) che possano proteggere dai nanomateriali fabbricati. Nello sviluppo delle nuove tecnologie, possono insorgere rischi nuovi, insoliti o unici man mano che vengono sviluppate diverse applicazioni e si portano avanti le sperimentazioni. I materiali nella forma nanometrica possono reagire in modo molto diverso, dai comportamenti invece ben noti delle forme conosciute dello stesso materiale. Ciò che sappiamo ad oggi sulle loro caratteristiche sicuramente non è sempre applicabile. Resta chiaro che quando i nanomateriali hanno una tossicologia incerta o non chiaramente definita e fino a quando non siano disponibili solide prove sui pericoli derivanti da inalazione, ingestione o assorbimento, RSPP deve adottare un approccio precauzionale alla gestione del rischio.